Capitolo 7*

24 6 6
                                    

Rebecca
Da quando ci siamo seduti al Sally's stiamo parlando del più e del meno,, come per esempio il loro arrivo a Boston, le cose che hanno visto qua, ma niente che riveli ciò che abbiamo fatto in questi anni o di cosa ci occupiamo adesso. È Ethan che sta cercando di mantenere la conversazione leggere, forse si sentirebbe a disagio se Adam ed io iniziassimo a parlare del passato. Ma a quanto pare Adam ha preso coraggio spiazzandomi completamente.

"Che hai fatto uscita dal carcere?" chiede Adam leggermente a disagio. Non vedo rabbia nei suoi occhi a differenza di Ethan. Non penso ce l'abbia con me, non più almeno. Si sarà accorto che la mia vita "felice" qui è tutta apparenza. Mentre Ethan, nonostante sappia che non sono felice qui, sembra ancora arrabbiato.

"Da allora sto lavorando in una bella pasticceria in centro"

"Quindi ora fai dolci?" s'intromette Ethan.

"No, la proprietaria è l'unica a preparare dolci. Usa delle ricette particolari che conosce solo lei, essendo di origini italiane. Io l'aiuto alla cassa, a consegnare gli ordini e per sistemare il negozio. La signora Agnese ha comunque una certa età. Voi invece?"

"Io lavoro in uno studio di tatuaggi."

Beh in effetti me lo aspettavo da Adam. È coperto di tatuaggi sulla maggior parte del suo corpo. Anni fa sarei rimasta disgustata da questa scena. Non mi erano mai piaciuti i tatuaggi, la gente continuava a tatuarsi, come se fosse semplice imprimere sulla propria pelle qualcosa per tutta la vita. Mentre una volta uscita dal carcere ho capito. I tatuaggi nascondo, quello che non vuoi far vedere agli altri, ma che vuoi comunque portare con te. Ti permettono di imprimere per sempre certe sensazioni, certi momenti, per ricordarti cos'eri e cosa non vuoi più essere, o magari per ricordarti qualcosa che in quel momento ti ha reso felice, anche se oggi a distanza di anni può farci soffrire. Per questo uscita dal carcere avevo deciso anche io, di farmi un tatuaggio. È molto grande, ma sono riuscita a imprimermi sulla pelle tutta la mia vita. Le parti felici, quelle dolorose e quelle nascoste.

"Io ho ereditato il patrimonio di mio zio e la sua casa discografica"

"Tuo zio è morto?" dico sbalordita dalla frase di Ethan.

Non me lo aspettavo. John è sempre stato un uomo in salute e molto generoso, non ho mai avuto molta confidenza con lui, l'avrò visto si e no tre volte, ma lui sembrava leggermi dentro come se mi conoscesse. E so quanto Ethan tenesse a lui, senza John non sarebbe andato avanti dopo l'abbandono dei suoi genitori.

"Si, incidente d'auto" mi risponde atono.

"Mi dispiace"

E sono realmente dispiaciuta, non sapevo che anche lui dopo la morte di Brandon avesse sofferto ancora, per la morte di qualcun altro che amava.

"Lo so" mi sorride e in quel sorriso rivedo per un attimo il bambino che mi curava le ginocchia sbucciate.

"Scusa, ma lo studio di tuo zio non è a Los Angeles? Pensavo stessi anche tu a Oakland ancora, dato che siete venuti qui assieme." chiedo leggermente confusa.

"Si è a Los Angeles, ma mi sono portato Adam con me. Ora condividiamo un appartamento vicino al mio studio e al suo lavoro." mi risponde semplicemente Ethan mentre Adam lo guarda con un pizzico di ammirazione, ma soprattutto gratitudine. Ora mi rendo conto di quanto sarà stato difficile per loro ricominciare, dopo aver perso tutto, ma sostenendosi l'un l'altro sempre. Ethan ha fatto ad Adam, da padre, madre, sorella, fratello e amico, lo vedo dallo sguardo che gli rivolge Adam. Nonostante Ethan abbia solo una decina di anni in più, è riuscito a non fargli pesare tutte quelle assenze. Ma pensiero ancora più importante è che lui ha mantenuto la sua promessa, quando prima che mi arrestassero gli avevo chiesto di prendersi cura di lui. Però un altro pensiero mi balena in mente.

Legame InspiegabileDove le storie prendono vita. Scoprilo ora