- Grimmauld Place -

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Arrivò davanti alla porta del numero 12 di Grimmauld Place con la faccia completamente ghiacciata e riuscendo a stento a muovere le mani. Era stato un viaggio lungo e stancante. Dopo pochi secondi, la porta nera coperta di graffi si aprì, diede un'occhiata furtiva intorno a lei, prese un bel respiro e varcò la soglia. Sulla porta d'entrata c'era un uomo, di bell'aspetto, un po' tenebroso, sembrava stanco in viso. I capelli ricci gli scendevano poco sotto la mascella, gli occhi grigi la squadrarono da testa a piedi. Si sentì inerme, come se lui potesse leggere nel profondo della sua mente. Si sentì nuda. L'uomo fece un passo verso di essa, inchinandosi le prese la mano e gliela baciò:

S: "Sirius Black, per servirti. Oh, ma sono gelide!"

Disse corrucciato, stringendole le mani tra le sue calde. Sentì subito un'affinità, quel sentirsi "senza difese" non la spaventava, anzi, era come se ci fosse un legame impercettibile, un filo che li collegasse, l'uno all'altra, come se lo conoscesse da sempre.

E: "Oh, se avessi saputo che per trovare la galanteria dovevo arrivare fin quì, sarei venuta prima! Elijah Killian, piacere di conoscerti, Sirius".

T: "Black galante? Ma dico, stiamo scherzando!? Sarebbe più facile vedere Malocchio con un tutù viola!"

Una simpatica voce femminile si udì nell'ombra. La nuova arrivata ridette di gusto, cercando di visualizzare il volto della fanciulla nel buio.

S: "Ninphadora, pensa a stare in piedi, sempre se ci riesci, piuttosto che prendere in giro!"

Disse il bel tenebroso con tono ironico.

T: "NON CHIAMARMI NINPHADO..."

Tentò di urlare la ragazza.

T: "AHHHHH..."

SBAAAM. Si sentì un tonfo!

S: "Come non detto!"

Commentò Sirius. Elijah era spiazzata anche se molto divertita. D'un tratto si trovò di fronte una graziosa donzella dai divertentissimi capelli rosa. Le piacevano parecchio! Un sorriso smagliante, gli occhi vispi, l'accolse con un caloroso abbraccio.

T: "Io sono Ninphadora Tonks ma come suppongo tu abbia ben capito, preferirei essere chiamata solo Tonks".

Killian le strizzò l'occhio.

E: "Certamente, Tonks, sarà fatto! Io sono Elijah Killian".

Dora la prese per mano e la trascinò con sé, gridando:

T: "Andiaaamooo, ti devo presentare tutti gli aaaltriii".

La novellina si girò, lanciò un'occhiata a Sirius, quest'ultimo alzò gli occhi al cielo e le sorrise.

T: "Genteeee, ecco il nostro nuovo acquisto! Dico, non è bellissima?"

Esordì Ninphadora, aprendo di scatto la porta della stanza, che doveva essere la cucina. Elijah divenne paonazza, soprattutto quando si rese conto che l'intera sala conveniva con l'uragano dai capelli colorati.

S: "Bellissima, se possibile anche qualcosa di più".

Disse Sirius, cingendola in vita con un braccio, spostandola.

M: "Benvenuta, mia cara!".

Esclamò una voce materna, in fondo alla cucina. Era un'adorabile donna dai capelli rossicci, forme generose.

M: "Piacere, Molly Weasley".

Le disse appropinquandosi. Anche lei l'abbracciò forte e la ragazza fu ben contenta di ricambiare quella stretta, le ricordava un po' sua madre.

E: "Elijah Killian, piacere mio, signora Weasley".

La donna le accarezzò il viso:

M: "Ma sei gelata, tesoro! Dopo il viaggio che hai dovuto fare... E sicuramente sarai anche affamata! Ora ti preparo una bella tazza di tè caldo, per la cena dovrai aspettare la fine della riunione!".

Disse preoccupata e sconsolata. Erano tutti molto cordiali e ospitali, si sentì subito a suo agio. Come nella sua Italia. Beh, sì. Era italiana. Era stata chiamata da Albus Silente, avevano bisogno della sua collaborazione. Remus non poté fare a meno di fissarla. Di certo non era una ragazza qualunque, è vero ma nei suoi occhi traspariva qualcosa di più che semplice curiosità. Quella poca discrezione non passò inosservata e lei, con una dolcezza disarmante, gli rivolse un sorriso, gli porse la mano e si presentò:

E: "Piacere, Elijah Killian".

Remus si alzò un po' impacciato e ricambiò il sorriso, stringendole la mano, sentendo un nodo alla bocca dello stomaco:

R: "Piacere mio, Elijah, Remus Lupin".

Cercò di dire nel modo più naturale possibile, tentando di nascondere l'emozione che sembrava volesse impadronirsi della sua voce. Era bella, bella a non finire... Lunghi capelli castani, ondulati, le accarezzavano il viso, ci avrebbe affondato il naso con gran piacere, quel loro profumo di albicocca era inebriante, li avrebbe accarezzati per tutta la vita, pensava... I suoi occhi verdi, nascondevano una miriade di pensieri che avrebbe volentieri esplorato uno ad uno. E le sue labbra? Oh, le sue labbra... Quello inferiore leggermente più carnoso di quello superiore, lo stava mordendo, mentre frugava nella sua borsa e lui, si sorprese a pensare a quanto gli sarebbe piaciuto morderglielo, baciarglielo...

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