- Razionalità -

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Chiuse la porta della sua nuova camera da letto e si guardò intorno estasiata! Disfare le valigie non richiedeva poi quale immenso impegno, qualche colpo di bacchetta e tutto si mise al suo posto. Sparse un po' ovunque, c'erano delle candele. Non le era sembrato ci fossero prima quando era entrata con Dora. Lei aveva una passione smisurata per le candele... Decise di spegnere il lampadario e accendere le candele e le lampade di selenite... Ecco, quella era un'atmosfera ancora migliore! Aprì una porta che si trovava all'interno della stanza, dove c'era un bagno. Non lo aveva visto prima. In mezzo c'era una grande vasca da bagno rotonda, mobile e lavabo alquanto ampi e uno specchio rettangolare... Ovviamente, tutto contornato da candele! "Potrei morire", pensò la giovane strega guardandosi attorno... "Tutte queste candele, poi, sembra fatto apposta per me!". Notò un pezzetto di pergamena appoggiato sul bordo della vasca, un po' titubante lo prese...

"Mi è parso di capire che ti piacciono le candele così ho pensato di fartene trovare qualcuna... Spero possa farti sentire a casa... Almeno un po'.
Monsieur Black".

"Sirius", disse lievemente la ragazza, "che pensiero dolce". Optò per una doccia calda, non troppo impegnativa, si infilò nel suo pigiama di seta nero, un lungo cardigan di lana e uscì sul delizioso terrazzo. Aveva proprio voglia di fumarsi una sigaretta. Si appoggiò alla ringhiera, e si perse nell'immensità della notte fredda, ma con un cielo sereno, pieno di stelle e una Luna a cui mancava non molto per essere piena. L'adorava, sentiva quasi un senso di appartenenza, poteva guardarla per ore, le chiedeva anche consiglio qualche volta, come fosse una vecchia amica... Il suo pensiero voltò a Remus, chissà come doveva sentirsi. I suoi occhi tristi ancora le giravano per la mente. "Forse avrò esagerato con quel bacio sulla guancia", si rimproverò, "sì ma... Mi è venuto così spontaneo!", piagnucolò tra sé e sé. La sua lite interiore venne interrotta da un rumore...

"Sono stato così preso ad autocommiserarmi che non ho nemmeno CAPITO mi avesse dato un bacio sulla guancia. Quanto puoi essere idiota, Remus?", si ammonì il mannaro. "Devo darmi una calmata, se vado avanti così, non mi serve che arrivi la Luna piena per trasformarmi. Qui ci vuole un buon infuso e una boccata d'aria!". Fece materializzare una tazza di the fumante, aprì la porta finestra che dava sulla terrazza e...

R: "Elijah... Anche tu quì?".

Disse felicemente sorpreso, con quella punta di timidezza che lo caratterizza.

E: "Remus! Sì... Scusami, spero di non averti disturbato, non sapevo avessi la stanza vicino alla mia! Mia... Insomma, si fa per dire".

Disse imbarazzata la bella strega.

R: "Se ti sentisse Sirius... Questa è la TUA stanza. Capisco tu ti debba ambientare, obbiettivamente sei appena arrivata quindi è comprensibile il tuo disagio ma penso di parlare a nome di tutti quando dico che questa è casa TUA, Elijah".

Disse con fermezza ed estrema dolcezza, Lupin. Lei sorrise timidamente, per poi trattenere una risata...

E: "Grazie, Remus. Siete tutti così carini con me... Tonks, Sirius che da una semplice frase ha capito del mio profondo amore per le candele e mi ci ha riempito la stanza. Io, davvero... Grazie, professore!".

La guardò divertito da quell'affermazione, anche abbastanza incuriosito.

E: "Se ti stai chiedendo il perché, ne hai tutte le ragioni. Solo che... Anche se non ti conoscessi, avrei detto con assoluta certezza che tu fossi un professore! Non so per quale motivo. Il tuo viso... Sì, hai proprio l'aria dell'insegnante".

Remus scoppiò in una risata.

R: "Ho la faccia da professore. Bene, bene... E dimmi, come dovrei prenderla? Dovrebbe essere qualcosa di simile a un complimento, spero?".

E: "Assolutamente! E poi, a dirla tutta... Beh, mi ha sempre gasato l'idea di poter conoscere, crescere, studiare con i professori di Hogwarts e adesso ce l'ho davanti!".

R: "A dirla tutta... Adesso, anche tu lo sei ma se ti fa piacere...".

La guardava rapito, struccata era ancora più bella. Lo stomaco in subbuglio. Stava succedendo tutto troppo velocemente, per un attimo pensò di avvicinarsi, di sfiorarla, di baciarla, il desiderio si faceva spazio prepotentemente... Fece un passo verso di lei ma improvvisamente si bloccò. Lei lo stava osservando, sorrise e ruppe quei pochi istanti di silenzio intenso:

E: "Allora... Buonanotte, professore!".

R: "Buonanotte anche a te, signorina Killian".

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