- Impossibile -

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Ma cosa gli stava succedendo? Era la prima volta che dei pensieri così espliciti gli attraversavano la mente... Si sentì in colpa, come se avesse commesso un reato ripugnante. Cosa poteva mai meritare lui? Un essere impuro, non era nemmeno degno di immaginare quelle cose. Che vita poteva offrirle? E comunque era inutile porsi quella domanda, una come lei avrà avuto sicuramente già qualcuno al suo fianco, un qualcuno più giovane, più ricco, più bello, soprattutto di più "normale". Un sudicio lupo mannaro non era certamente l'ambizione di quella giovane donna... Già, forse anche troppo giovane, ora che ci fece caso, "non arriva nemmeno ai 25", disse fra sé e sé. Anche l'età era un ostacolo, era decisamente una situazione impossibile e forse, era il caso di tornare alla realtà, che lo colse di sorpresa però, perché quella straordinaria creatura lo stava guardando, era in piedi, vicino alla porta, mordicchiandosi un dito. Gli era parso di cogliere un certo interesse nel suo sguardo, ma scansò subito quella meravigliosa sensazione, era meglio non farsi illusioni... Ma probabilmente era troppo tardi, le sue guance pallide presero un adorabile color rosa, imbarazzato, si voltò verso Silente, che stava seduto a capo tavola. In mezzo alla cucina regnava un grandissimo tavolo di legno scuro, "ci stanno comodamente minimo 20 persone", pensò Killian mentre prendeva posto vicino alla sua nuova amica. Pian piano la stanza cominciò a riempirsi ma nessuno riuscì a distrarre la ragazza dall'osservare quel Remus. Lo ammirava, quasi fosse incantata, i suoi capelli spettinati, quel suo vestire un po' da vecchio, quelle sue mani grandi, che non poteva fare a meno di sentirsele addosso, desiderava ardentemente di essere stretta in quelle possenti braccia, di sentire la sua barba incolta lungo il collo... Ma le sue fantasticherie vennero interrotte dalla profonda e rassicurante voce di Albus Silente.

S: "Buonasera a tutti voi. Innanzitutto, un caloroso benvenuto alla signorina Elijah Killian. La nostra giovane strega viene dall'Italia, lavorava per noi nel suo Paese. Spero e sono più che sicuro, che si troverà egregiamente quì in nostra compagnia".

Le scoccò uno sguardo complice, tra i sorrisi dei presenti, e prese a leggere quello che doveva essere un rapporto. La riunione durò un paio d'ore. L'anziano Preside si congedò subito dopo, la Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts lo attendeva. Era un uomo piuttosto impegnato. Il resto della tavola invece, si mise a chiacchierare mentre la Signora Weasley, iniziò a cucinare con abili colpi di bacchetta.

T: "Allora sei italiana? Com'è l'Italia? Deve essere stupenda! È uno dei posti che preferirei visitare al Mondo! Ho sentito che si mangia divinamente!"

Disse Tonks tutto d'un fiato!

S: "Cuginetta, hai intenzione di farla respirare?".

S'intromise Sirius, la sua voce calda fece girare entrambe le donne.

T: "E tu cosa vuoi pulcioso? Sto solo cercando di essere gentile e fare amicizia!"

Rispose offesa la ragazza.

S: "Non hai pensato che forse non parla nemmeno bene la nostra lingua e non abbia capito molto di quello che le hai detto?"

Proseguì l'uomo.

E: "Ehm, per sua informazione, Monsieur Black, io la vostra lingua la comprendo benissimo. L'interesse di Tonks è più che apprezzato e devo dire che sicuramente è molto più cortese del padrone di casa. Potendo aggiungere un'ultima cosa, non è poi così garbato interrompere due Signore che conversano!".

Disse la strega con finto fare altezzoso. Dora scoppiò a ridere, seguita a ruota dalla novellina. Un ghigno si disegnò sul volto di Sirius...

S: "Mi piace questa donna! La mettiamo così, eh? E va bene raggio di Sole, avrai quel che ti meriti!".

Concluse ridacchiando.

R: "Te la sei cercata, Felpato! Mi dispiace, ma Sirius non è di certo quello che si può definire un gentiluomo!"

Intervenne Remus.

S: "Ehiii! Certo che mi state facendo fare proprio una bella figura".

Disse piagnucolando Black. Scoppiarono tutti in una risata generale. Si sentì a casa, forse, in verità, non si era mai sentita così. Era una sensazione nuova... Di appartenenza. Aveva avuto poche certezze fino ad allora, e una di queste era che finalmente si trovava nel posto giusto. Nulla di quello che aveva vissuto poteva essere così sbagliato se l'aveva portata lì.

M: "La ceeena è prooontaaa! Forza, non vorrei che si freddasse!".

Sbraitò Molly, interrompendo le sue riflessioni.

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