L'incubo

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Dante non riusciva ad aprire gli occhi, ma per la prima volta, dopo settimane, si sentiva meglio.
L'infermiera aveva provato a curarlo con ogni tipo di incantesimo, specialmente con Everheal, ma le ferite si riaprivano. Alla fine si arrese a cucire e fasciare i tagli, ma con il foro sul fianco c'era poco da fare, si sarebbe dovuto rimarginare da solo.
Zhalia passava le ore accanto al letto di Dante e lui teneva conto del tempo che passava in base ai respiri regolari di lei, non perdeva mai il conto.
Metz faceva lo stesso e tendeva a dare il cambio a Zhalia, mentre impediva a Lok e Sophie di entrare per turbare il riposo di Dante. Una mattina arrivò davanti al letto di Dante molto presto, quando Zhalia ancora dormiva nella sua stanza, e cominciò a parlargli.
"Non posso ancora capacitarmi. Che cosa ti ho fatto Dante? È colpa mia se sei ridotto così. Non so se riuscirai mai a perdonarmi."
"Consideralo già fatto!"
Dante aveva aperto gli occhi e, anche se lentamente, aveva iniziato a parlare.
"Dante! Come ti senti?" chiese Metz sorpreso dal sentire la voce del cercatore, ferma e decisa.
"Meglio di quando stavo su quel tavolo di metallo." sorrise.
"Perché sorridi?" gli domandò Metz avvicinandosi al letto.
"Perché sto pensando che ci siamo scambiati di ruolo."
Allora anche Metz sorrise.
Zhalia entrò nella stanza cercando di stiracchiandosi il meno possibile per dare l'impressione di aver dormito tutto il tempo durante le sue ore di riposo.
"Dante sei sveglio!"
"Sì. Ciao, mia dolce Zhalia!"
"Ero così preoccupata!" sospirò appoggiandosi allo stipite della porta.
"Non dovrai più esserlo, ma ciò non toglie che possa esserlo io per te. Come state tu e il piccolo?" chiese osservandola impallidire.
"Mi sono perso qualcosa?" chiese Metz fissando prima Zhalia e poi Dante.
"Possiamo dirglielo?"
Zhalia chinò lo sguardo e quando rialzò il capo annuì a Dante.
"Sto per diventare padre!"
"Davvero?" chiese a entrambi e, quando i due confermarono nuovamente, Metz esplose dalla gioia.
"Ma una splendida notizia! Una famiglia tu e Zhalia!"
"In che senso una famiglia Dante e Zhalia?" Lok apparve sulla porta con Sophie e Cherit appena udì la voce di Dante ed era curioso di capire cosa stesse succedendo.
"Dante sarà presto padre!" annunciò Metz senza indugi e senza chiedere il permesso di divulgare la notizia.
"Ma è grandioso!" dissero in coro i tre.
"Zhalia, per tornare alla domanda che ti ho fatto prima..." li interruppe Dante "È tutto a posto?"
"Sì Dante, il piccolo, o piccola, sta bene." lo rassicurò Zhalia.
Metz guardò di nuovo Dante.
"Hai detto di stare meglio. Mi sento molto sollevato."
"Sai Metz, quasi rimpiango quando indagavo su quel gatto scomparso..." ironizzò Dante.
"Della lettera che Shadow ci aveva lasciato cosa mi sai dire?" domandò Metz timoroso "Non fai parte dei nemici ora, vero?"
"Se facessi parte dei nemici, probabilmente non sarei costretto a stare a letto. Mi sarò piegato, forse, ma non vi ho mai traditi!"
"Lo sai che hai dormito per 4 giorni?" lo derise Lok.
"Come? Lok, ma come ho fatto a dormire così tanto?"
"Non è difficile da spiegare." rise Sophie "Quando hai visto che Zhalia era venuta a salvarti, sembrava stessi già sognando."
Dante rise passandosi una mano.sul viso.
"Permesso!" urlò l'infermiera l'infermiera facendosi largo tra Sophie e Lok che sostavano sulla porta.
"Dobbiamo andarcene vero?" domandò retoricamente Lok.
"Capite al volo ragazzi! Tu puoi restare, Zhalia, se Dante lo desidera."
"Ti prego, Zhalia, resta." la supplicò mentre tutti gli altri uscivano.
"Ok, resterò qui con te mentre l'infermiera ti controlla i tagli."
L'infermiera passò dai tagli più piccoli a quelli più grandi.
Dante contorse il viso più volte, cercando di non far vedere a Zhalia che percepiva il dolore.
"Ci sono buone notizie Dante. Tra due giorni potrai alzarti ma non potrai partecipare a nessuna missione. C'è ancora una ferita aperta." sentenziò a visita ultimata l'infermiera.
"Quella a sinistra, immagino." "Precisamente!"
"Quando l'ho vista mi sono pietrificato. Non potevo usare nessun potere per cercare di guarirmi e anche adesso, sento di non avere le energie per farlo."
"Quando ti torneranno le forze, non sprecare la tua forza magica per guarirti." le disse l'infermiera sistemandogli il cuscino. "Gli incantesimi non servono per curare le ferite inferte da armi impregnate di incantesimi come Drybite."
"Quando potrò alzarmi, esattamente?" chiese Dante.
"Puoi muovere qualche passo anche ora, se te la senti." spiegò l'infermiera. "Zhalia, lo aiuti tu?"
"Ehm, sì. Certo." asserì lei aiutando Dante ad alzarsi.
Metz sorrise nel vedere Dante in piedi accanto alla porta e vederlo nutrirsi da solo a cena lo tranquillizzò molto.
Quella notte Dante fece un sogno strano. Era nella stanza dove era stato torturato; non era sul tavolo, ma in un angolo. Aveva contro i suoi titani e Shadow con il suo Bushtale.
"Sto venendo da te Dante Vale!" rise fragorosamente Shadow.
Dante gridò, svegliando l'intera casa. Tutti accorsero a vedere cos'era accaduto e quando raccontò dell'incubo Metz si preoccupò di raddoppiare la sorveglianza all'ingresso della base.

Due giorni dopo Dante camminava tranquillamente senza aiuti e aveva ripreso a occuparsi del caso di Shadow e dei suoi messaggi enigmatici nel salone al pianterreno del rifugio.
"Dante, dobbiamo parlare." lo invitò Metz, distogliendolo dal suo lavoro e aprendo una porta sul salotto privato della casa sicura.
"Di cosa Metz?"
"Lo so che per te può non essere semplice, ma mi devi dire cosa ti ha fatto esattamente Shadow."
Dante si appoggiò alla porta chiusa. "Non è facile. Faccio fatica a ricordare tutto. Mi ricordo di una siringa con un liquido nero, di non essere più stato in grado di usare i poteri e poi..."
"Mi basta quello che mi hai detto, non preoccuparti del resto. Volevo capire perché Sophie dice di non sentire più la tua aura magica."
"Aspetta! Vuol dire che non ho più i poteri?" chiese Dante preoccupato.
"Tranquillo, è sicuramente una cosa momentanea!" cercò di tranquillizzarlo Metz.
Lok aprì la porta e si sorprese nel vedere insieme a lui Metz.
"Scusate, non volevo disturbarvi."
"Nessun problema. Avevamo finito." minimizzò Metz.
"Dante, l'infermiera dice che è meglio se riposi..."
"Ho capito. Grazie, Lok!" sospirò Dante. "È meglio se vado a letto." disse rivolto a Metz.
"Ti staremo tutti sempre vicino. Cerca di dormire questa volta."
"Grazie di tutto Metz!"
Mentre Dante andava verso la sua stanza, Zhalia era in bagno. La pancia cominciava ad assumere una forma più tondeggiante, ma non si era ancora resa visibile. Smise di fantasticare quando sentì i passi di Dante nel corridoio; uscì e lo accompagnò fino alla camera da letto.
"Ti prego, non andare. Resta con me!" disse prendendole la mano.
"Hai ancora paura di quel sogno?" chiese lei ricambiando la stretta.
"Troppa! Non può essere solo un sogno. Stai attenta, ti prego! Se succede qualcosa di brutto, scappa più lontano che puoi!"
"Non fare tanto il tragico! Non è successo più niente da quando siamo qui." disse lei sistemandogli le coperte.
"È troppo che non succede nulla! Comincio ad essere dubbioso e spaventato..."
"Dormi ora, non ci pensare! Guarirai presto e poi lo annienteremo." gli sorrise guardando negli occhi. "Insieme!"
"Sì, insieme!" esclamò Dante ricambiando il sorriso.
Zhalia si sdraiò accanto a lui e si addormentò.
Dante riaprì gli occhi per un istante e accarezzò con il dorso delle dita il ventre di Zhalia, prima di chiudere nuovamente gli occhi e addormentarsi.

Huntik trilogia. Volume 1 La battaglia contro l'ombraDove le storie prendono vita. Scoprilo ora