Amicizia, lealtà, coraggio e amore

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Dante aprì lentamente e debolmente gli occhi; era legato mani e piedi in un posto umido e freddo, probabilmente uno scantinato. Ricordò di essere sfuggito all'attacco di Shadow e di essere stato sommerso dalla nebbia creata da Darkfog; ricordò di aver sentito una mano che gli chiudeva la bocca per impedirgli di farsi notare da Zhalia, non troppo lontana da lui, e un'altra sugli occhi mentre al suo orecchio veniva sussurrato da Shadow l'incantesimo Darksleep.
“Dormito bene?” la voce che si rivolse a lui era metallica e gelida
“Chi sei tu? Perché non vedo Shadow?”
“Perché il mio capo ha altro da fare, ma non ti preoccupare lo rivedrai presto…” disse l’uomo estraendo una siringa con un liquido nero.
I tentativi di Dante per sottrarsi all'iniezione furono inutili; legato com'era non poteva ribellarsi.

Zhalia, Sophie, Lok e Cherit avevano contattato Metz.
Erano tutti in ansia, specialmente Zhalia che stringeva a sé un cuscino.
“Dovete tornare a Venezia il prima possibile. Lì non siete al sicuro!” ordinò Metz.
“Senza Dante, io non torno!” fu la risposta decisa di Zhalia.
“Neanche noi!” dissero in coro gli altri.
“Ragazzi, credete che io non sia in ansia per Dante? Lo sapete benissimo che per me è come un figlio. Non voglio che nessun altro venga rapito ed ecco perché c’è una macchina fuori che vi porterà al jet privato della Fondazione.”
I tre cercatori e il piccolo titano si intristirono, ma si diressero comunque e di malavoglia verso la macchina.
Zhalia guardava fuori dai vetri oscurati della vettura; in ogni passante dai capelli rossi le sembrava di vedere Dante e in più c’era ancora quella cosa che non era riuscita a rivelargli per mancanza dell’occasione giusta.
"E ora come faccio?” pensò e una lacrima le rigò il volto cadendo sulla mano di Sophie.
“Zhalia cos’hai? Ti senti male?”
“No Sophie, sono solo in ansia. Chissà se Dante sta bene.” disse mentre osservava fuori il jet atterrava nell'aeroporto di Toronto per caricarli.

Dante riaprì gli occhi in una stanza bianca con una luce abbagliante sopra la testa. Era su un tavolo operatorio in metallo al quale era assicurato con degli anelli che gli bloccavano polsi e caviglie. Faceva fatica a ricordare tutto quello che era successo nell’arco di tempo in cui era stato sveglio, poi decise di alzare il capo e guardarsi. Portava solo i pantaloni e all’altezza della spalla sinistra c’era la ferita lasciata dall’ago. In quel momento ricordò tutto e decise di provare a liberarsi usando Boltflare per fondere il metallo, ma si accorse che non poteva usare i poteri a causa delle catene che gli bloccavano le mani, impedendogli di settare i pugni.
Un brivido lo percorse lungo la schiena sentendo dei passi in avvicinamento oltre l'entrata aperta.
“Ah, sei sveglio! Meglio così, posso già cominciare a divertirmi!” rise perfidamente Shadow avanzando nella stanza.
“Shadow! Perché lo fai?” chiese Dante nella speranza di guadagnare tempo.
“Perché così ti convincerò a unirti a me!”
“Sei un pazzo se speri che io mi arrenda senza combattere!”
“Tranquillo" disse in finto tono rassicurante. "Non ci saranno inutili spargimenti di sangue, o meglio, non dovrò spargere inutilmente il mio sangue!”
“Che vuoi dire?”
La risposta alla domanda di Dante non si fece attendere: una lama si conficcò nel suo braccio destro. Il grido disperato di Dante echeggiò in tutta la stanza.

A Venezia il gruppo dei cercatori si era riunito alla Villa dei Casterwill.
Zhalia non riusciva a dormire a casa di Dante, il letto senza di lui le sembrava troppo grande e la casa troppo vuota.
Metz li aveva raggiunti e avevano iniziato a indagare.
“Perché non ho sentito nulla quel giorno in aeroporto? Avrei dovuto sentire la voce!” si colpevolizzava Sophie.
“Forse non funziona sempre… forse è un nuovo potere che stai sviluppando…” ipotizzò Lok.
“Forse hai ragione, Lok.” si illuminò Sophie, un po' più rassicurata.
“Ragazzi, ho trovato un indizio." annunciò Zhalia "Claude diceva di scrivere questo diario da tempo ma nell’ultima pagina la scrittura cambia, come se temesse che qualcuno decifrasse con troppa facilità queste informazioni!” fece notare passando il diario a Sophie.
“Hai ragione Zhalia! Ehi, Metz, dia un’occhiata!”
“Ottimo lavoro Zhalia!" si complimentò Metz. "Non ci resta che decifrare il codice.” commentò guardando Sophie.
Sophie si mise a leggere ad alta voce. “Il testo dice: - L'occhio che tutto vede: nelle viscere di Toronto c'è la casa delle  tenebre.- C’è anche una data 11 Maggio 2010.”
“Brava Sophie! Partiamo per Toronto tra una settimana, quando le acque si saranno calmate, e avremo una nuova base su cui appoggiarci.” detto questo Metz si allontanò.
Nella stanza a lui riservata, Metz si mise a riflettere. Il cercatore più promettente della Fondazione, l'allievo che aveva superato in tutto il suo maestro era finito in una trappola.
"Dante, non so come ti abbiano catturato, ma ti prometto che ti salverò!”

Per giorni Dante venne affamato e percosso, ma mantenne sangue freddo e mostrò di possedere una resistenza superiore alla media.
“Ancora non ti basta?” chiese sorpreso Shadow "Sono sorpreso da come ti sei saputo controllare anche quando ti ho immerso nella vasca."
Dante lo guardò corrugando la fronte cercando di mascherare la stanchezza.
"I tuoi occhi sono una prova della tua forza di volontà. Mi chiedo quanto resisterai ancora..." sogghignò Shadow  prendendo una piccola lama che trapassò il corpo di Dante. Nel momento stesso in cui Shadow la estrasse la lama partì un grido di dolore del cercatore.
“No! La mia risposta non cambia, è sempre no!”
“Non hai il coraggio di alzare la testa e di guardarti il torace e l’addome per vedere quello che ti ho fatto, ho ragione?" chiese Shadow divertito.
In risposta, Dante digrignò i denti e si voltò dall'altra parte per non vedere il volto di Shadow.
"Non senti il dolore? Tutto questo può finire. Basta una sola parola!”
“Ho visto quello che mi hai fatto e, sì, provo dolore, ma non mi arrenderò a te! Io credo in cose che tu non sai nemmeno lontanamente cosa sono e non ho paura di sbagliarmi.”
“Ad esempio?” chiese Shadow pulendo la lama di uno dei suoi coltelli in un panno nero.
“Amicizia, lealtà, coraggio e amore!” “E queste sarebbero le cose in cui credi? Sei solo un buffone, Dante Vale!”
Questa volta la lama del coltello che Shadow aveva preparato penetrò in profondità, portandosi via parte della carne, provocando un dolore maggiore. Dante vedeva chiaramente tra il sangue una delle sue costole del lato sinistro completamente esposta; chiuse gli occhi nel momento in cui Shadow gli infilò nuovamente la lama in quella ferita.

Sophie dormiva nel suo letto, ma il suo sonno era agitato. La voce non la lasciava riposare; scattò seduta nel momento in cui sentì il nome di Dante.
Si alzò dal letto e bussò alla porta della camera di Metz.
"Per caso dormiva, signor Metz?" chiese quando l'uomo aprì la porta.
"No, Sophie. Non riesco a smettere di pensare a Dante."
"Dobbiamo partire per Toronto immediatamente. Non possiamo aspettare."
Metz fece cenno a Sophie di entrare in camera, ignaro che Zhalia era uscita dalla sua stanza e aveva ascoltato tutta la conversazione.

Huntik trilogia. Volume 1 La battaglia contro l'ombraDove le storie prendono vita. Scoprilo ora