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Il bagno era molto stretto ma perfetto per quel momento, era chiuso quella era la cosa più importante nella situazione. Respirai velocemente per poi rallentare sempre di più. Sto bene, sto bene, forse. Ritorno in classe più calma e mi misi sul mio banco, Rin mi sorrise, era sempre così solare? Non lo so ma lo trovo gentile da parte sua. La lezione passò in fretta e ci fu ricreazione. Ero rimasta pietrificata al suono della campanella, guardai la lancietta dell'orologio muoversi; devo essere come quella lancietta, devo darmi una mossa. Determinata mi alzai dal banco e- "da dove vieni?" Neanche il tempo di pensare che il mio compagno di banco mise le mani sul mio banco con aria interrogativa ma allo stesso tempo curiosa e felice. Parlammo un po e devo dire che era veramente simpatico "sai credo che tutti ci guardano perché sono gelosi" rise e mi mise una mano intorno al collo vedendomi in disagio più totale per tutte le occhiate verso di noi. Arrossii leggermente "oi Leni!" Mi girai, ovvio chi era, se non Zen? "Sempre con i maschi stai!" Feci per dire qualcosa mentre lui mi guardò divertito ma anche con un pizzico di gelosia "uh! Eh em um..." Mi sentii le guancie scaldarsi peggio della temperatura del sole. "EM...ciao sono Amelia!" "Io sono Ochako!" "Io Momo!" Dietro al ragazzo comparvero tre ragazze, la prima aveva i capelli biondo platino che gli arrivarono fino ai fianchi con una frangetta e occhi verdi; la seconda aveva i capelli a caschetto di un marrone tendente verso la terra rossa e occhi scuri; la terza invece aveva un gran fisico, i suoi capelli color cenere erano raccolti in una coda alta con un ciuffo avanti mentre i suoi occhi erano quasi dello stesso colore dei capelli. (Cerco di farle più realistiche possibili quindi non dite Emilia non è bionda o robbe del genere)Gli sorrisi "piacere sono Leni" dissi. Parlai un po con le ragazze che sembravano veramente curiose del mio trasferimento e della mia vita, quasi pensavo che mi chiedevano quante volte andavo in bagno al giorno. Dopotutto devo dire che erano simpatiche. La Campanella suonò. Andai verso la classe. Cristo non voglio entrare lì dentro. Mi diressi verso il mio banco "Leni mi hai lasciato solo!" Ritrovai Rin nella stessa posizione iniziale con faccia tristemente falsa. Gli sorrisi divertita con una smorfia "dai non stavi solo!" "Mi hai lasciato solo con uno sconosciuto!" Risi e gli diedi un pugnetto sulla spalla, lui fece altrettanto. Già tutta questa confidenza tra me e lui? Saremo forse persone che si affezionano velocemente. Stavo andando meglio di quanto pensassi nonostante la mia fobia, cosa avevo?
"Sedetevi" arrivò l'altro professore e incominciò la lezione. Come al solito stavo nella mia mente guardando il soffitto finché non sentii qualcuno picchiettarmi con le dita la spalla. Mi voltai verso Rin, smise e mi passò il suo quaderno "come è andata con le ragazze?" La scritta era leggermente disordinata. "Bene grazie, sono molto simpatiche" gli ripassai il quaderno e lui dopo aver letto mi sorrise, ricambiai. Era veramente un pezzo di pane, da fuori sembrava un tipo tosto ma alla fine era un bambino, la sua felicità era contagiosa. Per il resto della lezione ritornai nella mia testa. Ero impressionata, ero appena andata a scuola e già avevo fatto molte più amicizie di quanto credevo. Mi guardai le mani, ti ricordi quella volta che erano insanguinate per colpa di quei bulli delle elementari? Ecco, dopo quel giorno hai fatto arti marziali e in seguito il sangue non fu più il tuo ma quello di qualcun'altro. Sorrisi, il perché non lo sapevo. Mi incominciarono a tremare le mani, i ricordi... così affascinanti e così oscuri, chissà come finiranno. Mi misi le mani dietro la schiena, non volevo ricordare quel maledetto giorno, non oggi. Guardai il professore intento a spiegare, buffo, tanto nessuno ci avrebbe capito lo stesso. Cercai di seguire la lezioni ma mi distraevo facilmente con ogni singola cosa, anche con una matita, me la presi e feci dei disegni a caso oppure facevo righe a caso pensando al più e al meno. Mi arrivò un quaderno "non riesci a seguire la lezione vero?" "Non ci sono mai riuscita T-T" "CHE BELLA LA T-T" "HAHAHA" "Comunque stai tranquilla non sei l'unica" continuammo a parlare ancora per un'ora e ci scapparono ogni tanto delle risatine. La giornata scolastica passò velocemente, uscii dalla scuola insieme a Ochako ma dopo un po la nostra conversazione fu bloccata da una voce che mi chiamava. Andai verso la sua fonte salutando Ochako "vuoi andare con me a casa?" Accettai e andai insieme a Zen in moto verso le nostre abitazioni "ti ringrazio veramente tanto del passaggio Zen" "grazie a te'' sorrise e ricambiai. Era veramente dolce quando sorrideva. Entrai in casa, mi tolsi le scarpe, poi i pantaloni, poi la maglia e slacciai il reggiseno "libertà" dissi prima di buttarmi con un tonfo assordante sul letto. Era la mia routine. Presi una specie di accappatoio notturno e me lo misi. Legai i capelli in uno chignon che nonostante fosse fatto velocemente era abbastanza carino e presi le mie pantofole. Mi preparai un te e in ben mezz'ora lo finii con calma "delizioso..." lo guardai e vidi il mio riflesso. Mi fissai incredula. Mi tolsi l'accapotoio, seguitamente mibuttai nel letto e guardai il soffitto. Quando sto da sola penso ad alta voce, sempre "forse" alzai la mano verso il nulla come se stessi cercando una presa "forse riesco a non affogare questa volta" la mia mano incominciò a tremare per quanto volevo alzarmi verso quella direzione, forse facevo male, forse anche del bene. Dopo un minuto buttai giù la mano facendola ricadere sulla mia fronte, strinta come un pugno, per qualche secondi rimasi così ma poi mi lasciai andare, mi addormentai.
Sentii qualcosa toccare le mie labbra socchiuse, aprii lentamente gli occhi e vidi davanti a me un ragazzo dai capelli bianchi e occhi scuri, sembrava giovane ma già aveva i capelli bianchi? Saranno tinti. Si alzò dal mio corpo e mi sorrise "Oh ti sei svegliata!" Presi la coperta e me la misi addosso "c-c-chi sei??" Chiesi terrorizzata "uh? Non ti ricordi di me?" Lo guardai perplessa "sono io K-". Mi alzai di colpo con il fiatone e il sudore scendermi lentamente dalla fronte. Il suono del telefono mi svegliò da quel sogno, era Zen. "P-pronto?" "Tutto bene?? Ti ho sentito parlare, sembravi impaurita..." "n-non era n-niente ho avuto solo un i-incubo" dissi imbarazzata, disagio portami via. "Vuoi parlarmi di questo incubo a casa tua? Sono l'abitazione di fianco alla tua" andiamo bene, ma proprio bene "nono tranquillo" "hai fatto i compiti tesoro?" TESORO??? E QUESTO DA DOVE LO HA TIRATO FUORI?? "A-ah e-em N-NO! GRAZIE PER AVERMELO RICORDATO" dissi l'ultima frase in velocità supersonica imbarazzata ancora più di prima. Mi sentii le guancie scoppiare per il calore, sentii una risata "sei carinissima quando ti imbarazzi, ora ti faccio fare i compiti, ciao!" Non feci in tempo di rispondere che già aveva chiuso. TESORO?? CARINISSIMA??? presi il mio cuscino e me lo sbattei in faccia facendo uno dei quei strani versi da imbarazzo livello Leni.



Zao ,°-°,
Cosa ne pensate del capitolo? Volevo chiedervi se volete una storia più verso il romantico o più verso il significativo

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