Il giorno seguente neanche sapevo se volevo andare veramente a scuola, ero terrorizzata da quello che era successo il giorno prima...ma i miei mi costrinsero, anche se dicevo che mi sentivo male, come al solito, mai ad ascoltarmi.
Sembrava che tutto quello che avevo definito come miglioramenti aveva improvvisamente preso la via sbagliata, come se ritornassi indietro, un'altra volta, incatenata al mio passato.
Entrai a scuola, vidi che i gemelli mi aspettavano "guarda chi c'è" nei suoi visi si stamparono sorrisi bastardi. Li ignorai "ma dove vai?" "Non sono affari vostri" cercai di accelerare il passo, ma uno mi bloccò
"sai che sei proprio carina? Peccato per il tuo comportamento"Questa frase
Queste parole
Mi distrussero internamente
"Peccato per il tuo carattere"Volevo cascare per terra.
Volevo piangere.
Volevo stare a casa.Volevo morire.
"S-scusate..." sussurrai, subito mi tappai la bocca, maledetto comportamento, anche a me non mi piaceva "ti sei appena scusata?" Incominciarono a ridere, guardai in basso con gli occhi puntati sulle mie scarpe "sono nuove?" Disse uno "lasciatemi stare per favore" "e se io non lo faccio?" "Ve lo chiedo gentilmente" "cosa cazzo ce ne dovrebbe fregare??" "Dobbiamo andare in classe se no faremo ritardo" dissi guardando l'orologio della scuola "tsk" i due andarono verso l'entrata ma si fermarono poco prima "e tu non vieni?" Alzai lo sguardo "ho un attimo da fare" "cazzi tuoi se arrivi in ritardo" ripresero il passo.
Incominciai a pensare tra me e me.Non entrai in classe 5 minuti prima del suono della campanella come al solito, rimasi a aspettare che quei 5 passassero lentamente prima di fare un altro passo.
Entrai in classe e mi misi di fianco a Rin e lo salutai come se niente fosse, mi accolse con un ampio sorriso "come stai?" "Benone" cavolo, mentivo sempre "cosa ti turba oggi?" Posò il suo viso sulla sua mano "Niente di così importante, solite cose, interrogazioni eccetera..." "ma cosa ti preoccupi che hai tutti i voti sufficienti..." sorrisi debolmente, poi sistemai il mio zaino e presi il mio materiale.
Uscii dalla classe e andai verso l'uscita, qualcuno mi posò una mano sulla spalla "dove vuoi andare?" Li riconossi subito "ora possiamo finire il nostro discorsetto" uno dei due alzò un pugno, chiusi gli occhi.
Passò qualche secondo e li riaprii, nessuno mi aveva colpita "lasciatela stare" una mano aveva bloccato l'attacco, era Zen. Rin vide la scena e corse subito verso di noi "cosa sta succedendo??" Zen spostò serio lo sguardo verso di me, poi su quello del mio compagno di banco "la volevano menare" mi riguardò "da quanto fanno così?" Incrociai i loro sguardi per qualche secondo "da quando ci siamo conosciuti" "Perché lo fate?" I due si guardarono "ma cosa sta dicendo?" "Non lo so..." strinsi i pugni "sapete di cosa sto parlando". Intorno a noi si incominciarono a fermare alcuni studenti per guardare la scena, ero incredibile ansiosa e mi sentivo a disagio, mi metteva ancora più in confusione la testa.
Una ragazza si fece avanti mano a mano con una sua amica "ti capisco" disse la bionda "questi due hanno preso in giro e menato un sacco di persone, comprese noi" un ragazzo con gli occhiali parlò "è vero, mi prendono in giro perché ho i voti alti a scuola" "e io cosa devo dire? Mi avevano spaccato un dito" "a me hanno fatto una cicatrice" il ragazzo alzò la camicia della divisa e mostrò una cicatrice media sul suo bacino "con il taglierino, appena vedono che sei poco più sensibile della media, ti fanno questo" "a me rubano i soldi" "a me il cibo" "mi dicono che sono grassa..." altre persone intervenirono piano piano. Zen alzò da terra uno dei due ragazzi dalla divisa scolastica "permettetevi di fare un'altra cosa del genere e vi spacco le ossa, non scherzo" i due incominciarono a esitare "non ho paura di uno come te, anche se singolarmente non possiamo batterti, se ci uniamo possiamo farlo" Rin si affiancò a Zen "Sicuri?" Zen lasciò la presa "fate schifo" Rin rientrò a scuola di fretta, ritornò con la professoressa e gli spiegarono tutto. Volevo andare via. Volevo andare a casa, dove non c'era nessuno. Volevo che non fosse mai successo. Come al solito avevo paura di quello che stava succedendo.
I due gemelli furono sospesi e espulsi dall'istituto, il ragazzo con la cicatrice non fu l'unica vittima del loro taglierino, se lo portavano dietro con se ogni singolo giorno e ogni giorno ci ferivano qualcuno.
Ringraziammo i due ragazzi e fui inondata dai miei compagni di classe "è strano, non ne sapevamo mai niente" disse Victor "io lo sapevo" era tranquillo, quasi soddisfatto quando lo disse, era un ragazzo dai capelli marroni "Dazai, piacere" allungò la mano verso di me, indecisa glie la scossi leggermente "ero anche io stato preso di mira da loro" sospirò, ma continuò a sorridere "non ci avevi detto niente..." "cosa sarebbe cambiato?" "Avremo preso provvedimenti prima che succedesse tutto questo!" Disse Emilia "non vi sarebbe fregato niente" "siamo una classe, siamo unit-" "uniti un corno, solo perché ho diverse idee da quelle vostre, perché ho una ossessione per il suicidio, voi mi tenete da parte definendomi pazzo, quindi o non mi avreste creduto o mi avreste ignorato" tralasciando la parte del suicidio, quel ragazzo mi rispecchiava molto, almeno come ero nel passato.
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Youth
RandomUna ragazzina di 15 anni che soffre di fobia sociale si era sempre tenuta lontano dalle persone ma ora vuole incominciare una nuova vita con una nuova scuola. Ci riuscirà a cambiare le sue emozioni? Chi incontra?