OKEY RIPRENDITI LENI E SOLO UN FOTTUTO RAGAZZO OKEY??? sprofondai la faccia ancora di più sul morbido cuscino e incominciai a parlare con me stessa "ti rendi conto di quello che ha detto???" Feci su e giù con la testa "credi di piacergli o forse fa così con tutte?" Scossi la testa come un no, ero confusa.
Il giorno dopo
Mi preparai velocemente e presi una brioche con un caffè velocemente. Appena uscii di casa "Leni!" Zen mi salutò e mi fece cenno di venire da lui. Presi un respiro e salii sulla moto agrappandomi ai suoi muscolosi fianchi, diede gas e partimmo. Dovrei subire questa cosa (cioè di andare con lui in moto) per sempre? "Oggi cosa hai di materie?" "Ho 2 ore letteratura, una di inglese, una di storia e una di geografia" "bella letteratura!!! (Se non vi piace la letteratura scegliete un'altra materia)" "ti piace anche a te??" "Sì molto! Anche a te???" Incominciammo a parlare della nostra materia preferita fino alla destinazione. "Grazie mille per il passaggio!" Sorrisi "Non ti preoccupare, mi fa piacere" ricambiò il sorriso e ci dirigemmo verso le nostre classi. "Ciao Leni!" "Oh ciao Momo" entrai e mi misi sul mio banco "piacere" alzai la testa e mi ritrovai un ragazzo biondo con occhi azzurri davanti ai miei occhi, possibile che siano tutti delle immense bellezze divine??? (Troppo Dante di letteratura HAHAHAHAHA) "uhm...piacere" strinsi la sua mano "mi chiamo-" fu interrotto da un ragazzo che mise "fortemente" un piede sul mio banco, era vestito interamente di nero, ecco, mancava lui, il cattivo ragazzo. Mi fissò e fece un ghigno, aveva i capelli biondi leggermente sparati ovunque e gli occhi di un marrone chiaro "HEY" "ciao" sorrisi imbarazzata, una mano mi si poggiò sulla schiena "lasciala stare Katsuki" era Emilia. Katsuki? Cazzo gli suona bene con il nome Katzo, ci stà anche con il suo comportamento, comportamento del cazzo a quanto vedo "svegliati" schioccò le dita e mi fece prendere un colpo, fece una risatina "sei buffa lo sai?" Mi prese il mento. AUTODIFESA AZIONE "leva quella mano" fece un ghigno "Cosa? Sei una piccola combattente?" Emilia si intromise "va via Katsuki" "minchia ti ci metti pure te ora?" "Leva. Quella. Mano" "Cosa vuoi principessina?" Non resistevo più, mi alzai dal banco e gli diedi un pugno sullo stomaco facendolo ritirare indietro per il dolore "Non capisci per caso quello che ti ho detto?" "S-stronza" "sei anni di Karate e autodifesa, grazie". La classe mi guardò con gli occhi sbarrati, chi si aspettava che una gnometta di un metro e cinquantasei riuscisse a mandare a KO un ragazzo alto un metro e ottantacinque?
Mi resi conto di quello che avevo appena fatto solo qualche secondo dopo l'accaduto, cosa stavo facendo??? Avrei fatto una cattiva impressione sui professori e ai miei nuovi compagni di classe??? Sarei stata sospesa??? Avrò perso i miei nuovi amici???
Ero andata talmente in crisi rinchiusa nelle mie domande che colpirono la mia testa da ogni parte tanto da farmi tremare, non avevo paura ero in crisi, ero molto in crisi. Le domande sul mio conto mi precipitarono tutto in un tratto, sì lo so, sono fragile ancora più di un vetro. Se vi chiedete perché sono così e che soffro della così detta fobia sociale beh, vi accontento e vi racconto cosa mi ha portato a ridurmi così. Sapete, io la mia vita la ho incominciata benissimo, avevo amici e i miei genitori si curavano di me e mi volevano tutti bene, ero felice ogni singolo secondo della giornata, anche quando dormivo sorridevo mentre sognavo le cose più belle, tutto bello cioè. 5° elementare, lì incominciai a precipitare a una velocità impressionante; i miei genitori avevano cambiato il lavoro per un altro più pagato, cosa che all'inizio mi ha fatto felice come ogni persona dovrebbe esserlo stato al posto mio, ma col passare del tempo avevo capito che la maggior parte della giornata sarei stata sola e questo mi ha rattristato molto. In più in prima media incominciai a deprirmi e litigai sempre di più con la mia migliore amica e di conseguenza persi tutti i miei amici. 2° media: non avevo più amici e io e la mia migliore amica ci odiavamo, mio zio come se non bastasse prese un cancro allo stomaco e la situazione era più grave di quanto si pensava, mio padre pianse quasi ogni giorno (bello spettacolo con 12 anni) e cadde anche lui in una leggera "depressione". Infine la 3° media, la peggiore; la mia autostima era assente e provai sempre meno qualunque tipo di sentimento, ero neutra, ne rabbia, ne tristezza ne speranza o sogni, tutto morto, anche la mia carnagione era bianca e i miei occhi erano spenti ma con delle grosse occhiaie viola sotto gli occhi, non parlavo mai con nessuno. Il primo superiore però salii dal punto di vista salutare e di umore, ero abituata a quei problemi, si lo so è brutto da dire ma era vero. Oggi sono così, forse è meglio, forse è peggio, non lo so, ma l'importante era che non volevo più stare sola cosa che al momento rischiavo molto.
Abbassai la testa e guardai il giocare nervosamente le mie dita, la mia vista incominciò a essere sfocata e i miei occhi diventarono lucidi, tutto questo non era giusto, io non ero giusta per il mio pugno, la mia reputazione non era giusta perché, essendo nuova, era fragile. Non volevo finire come alle medie o alle elementari "Leni!" Era Rin, mi prese le spalle e mi scosse cercando di vedere la mia faccia sofferente ricoperta dai miei lunghi capelli, me li alzò come se fossero una tenda "Perché stai piangendo??" I miei singhiozzi erano silenziosi, niente a confronto di quello che avevo nella testa, un casino mischiato di urla, lacrime e buoi più totale accompagnato da un grande dolore al cuore. Poggiai la mia mano sopra il petto e mi strinsi forte la maglia in preda alla disperazione. "Sei così fragile, se ti butto giù ti rompi, ti sostituisco con qualcosa di più bello e a te ti butto nell'immondizia" dissi in silenzio in modo che solo io capissi quello che avevo detto, me lo aveva detto la mia ex migliore amica delle elementari "sorridi a tutto come se andasse tutto bene, sei cieca o sei falsa?" Dopo quel giorno alle medie smisi di sorridere "Non riuscirai mai a fare niente, non sai neanche tagliarli come sarebbe giusto che tu faccia" insulto di terza media, da quel giorno smisi di sognare. Faceva tutto così male, troppo. Corsi verso il bagno, il mio piccolo rifugio. Qualcuno bussò alla mia porta "Leni? Sei là dentro?" Smisi di piangere per ascoltare la melodiosa voce di Emilia "lo so che sei lì dentro, posso entrare?" Silenzio. "Io entro" spalancò lentamente la porta e mi chiese cosa fosse successo, incominciai a raccontare tutto, da quello che era successo a quella volta in cui presi il mio primo peluche praticamente. Dopo essermi calmata andammo in classe e ci scusammo al professore per il ritardo, mi sedei sotto lo sguardo di tutti come al primo giorno di scuola "come stai?" "Bene" "mi dispiace per il comportamento di Kats-" "Non importa, non è lui il problema" non lo guardai negli occhi, guardai semplicemente il mio astuccio rosso fiammante "qual'è allora?" "Dobbiamo seguire la lezione se no quando ci interroga non sapremo niente" mi guardò perplesso e poi si girò verso il libro e seguì la lezione.
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Youth
RandomUna ragazzina di 15 anni che soffre di fobia sociale si era sempre tenuta lontano dalle persone ma ora vuole incominciare una nuova vita con una nuova scuola. Ci riuscirà a cambiare le sue emozioni? Chi incontra?