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Entrai in casa "che fantastico giorno di merda" mi buttai sul mio letto e ci sprofondai, qualcosa di bianco e qualcos'altro della stessa forma si misi al mio fianco, mi alzai con velocità impressionante e abbracciai i due gatti "Fuju!! Haru!!" Il gatto bianco lo chiamai Fuju perché in giapponese significa inverno, l'altro lo chiamai Haru perché assomigliava a un personaggio di un'anime e significa in giapponese primavera, una delle mie stagioni preferite. Li avevo trovati sotto casa quando ci eravamo trasferiti, ai miei genitori non importavano visto che non si trovavano mai a casa e quindi li ho tenuti per me, erano piccoli e mi facevano pena, inoltre mi sarei sentita meno sola. Li lasciai respirare e Haru si piombò sopra i miei auricolari come al suo solito "Haru!'' Il gatto bianco cercò di strappare un pezzo della mia maglietta con le sue unghiette "Fuju!" I gatti smisero guardandomi per un po, io li fissai a mia volta come una stupida. Fuju mi saltò sulla spalla e si strofinò sulla mia guancia facendo le fusa. Mi buttai all'indietro. Diventerò una gattara? Spero di no.

Il giorno dopo

Feci la mia solita routine mattutina e entrai in classe e mi sedei "ciao, scusa se mi presento ora, sono Victor" la sua voce era molto melodiosa e dolce, con un leggere accento russo. Il ragazzo aveva dei bellissimi occhi azzurro chiaro come il ghiaccio e i capelli che sembravano bianchi per quanto erano biondi, aveva un fisico da atleta, mi fece l'occhiolino e mi prese la mano baciandola, arrossii. "Leni!" Dietro di me mi salutò Rin "ciao Rin!" Lo salutai a mia volta sorridendogli. Victor... bel ragazzo ma forse un po troppo frettoloso  "come stai oggi?" Mi chiese il probabile russo "B-bene grazie" mi grattai la nucca nervosamente e gli sorrisi con un velo di rossore sulle gote "tu?" "Ora sì, il tuo sorriso è bellissimo" ricambiò il sorriso facendomi arrossire ancora di più. "Oi Leni" mi voltai, chi era ora? Chi? Non sono sicura se è meglio saperlo visto che è Katzo (Il suo nuovo soprannome) "come stai?" Perché è così gentile? "Umm...bene..." "scusami per ieri" "COSA???KATSUKI SI STA SCUSANDO???" urlò  in coro la classe. Non ci sto capendo niente ma va bene "CAZZO VOLETE?? NON STO PARLANDO CON VOI" ah ok. "Non ti devi scusare, mi devo scusare io, per il mio comportamento" fece un ghigno e si leccò il labbro superiore "scusami Katsuki, stavo parlando io con Leni" il ragazzo ciclato andò via brontolando qualcosa sottovoce e incominciai a parlare con Victor "quindi tu sei russo?'' "Si" quindi era come sostenevo.
Le lezioni incominciarono, salutai Rin per la seconda volta e mi trasportai nel mio mondo. Mi ricordo quelle volte che quando ero piccola e chiusi gli occhi e mi trasportavo in un altro mondo, ne inventavo ogni volta uno nuovo, meravigliosa la mia fantasia; sognavo spesso storie di avventura e\o amore e devo ammettere che alcune erano decenti togliendo tutti gli unicorni e la ricchezza smisurata di una principessina illusa e viziata. Beh, sì, ERO normale un tempo. Per la testa mi passò una canzone che avevo ascoltato per ultima e mi ripetei il testo almeno per un'ora in testa.
"Leni" Rin mi punzecchiò con la matita "prima come hai fatto a far chiedere scusa a Katsuki?" "Faccia silenzio Rin" "scusi" scrisse qualcosa sul libro e lo lessi, riponeva la domanda "Non so come ho fatto ma credo che era stata colpa mia..." "ma cosa dici! Secondo me piaci a Katsuki, ma guarda, ti sta guardando ora!" Mi voltai verso la prima fila verso la porta e vidi il ragazzo con la sua classica giacca di pelle guardarmi, appena vide che lo avevo notato si voltò verso la penna e se la ruotò tra le mani. Sentii un leggero rossore sulle mie gote "ma cosa dici? Ci conosciamo da poco io e lui" "ti stava guardando da ben un'ora e tu non te ne sei accorta" fece una risatina "propabilmente guardava qualcun'altra" "sisi ovvio" fece un sorriso pervertito "Non credo di piacergli" "strano, penso l'opposto" "Dai Rin ci ho schiambato al massimo due parole! Non può innamorarsi così velocemente!" "Mmm pensa come pensi, ma io sostengo che tu gli piaccia" la conversazione si limitò a lì dopo il secondo rimprovero della professoressa guardandoci scrivere. Mi sistemai una ciocca di capelli dietro l'orecchio e notai Katzo girato verso di me leggermente rosso, quando si accorse che lo vidi diventò ancora più rosso e si voltò con espressione delicatamente cazzuta. "Leni lo fai impazzire come nessun'altra ha fatto fin adesso! E ti conosce pochissimo! Secondo me è pazzo di te!" Mi sussurrò il mio compagno di banco. Gli diedi una gomitata con un finto broncio. Pervertito non può essere così velocemente, in più deve ricordarsi che gli avevo dato un pugno in pieno stomaco.

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