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«L'uomo crede di volere la libertà. In realtà ne ha una grande paura. Perché? Perché la libertà lo obbliga a prendere delle decisioni, e le decisioni comportano rischi.»
Così disse un certo Erich Fromm.
Quando completasti la durata del tuo arruolamento, a differenza delle mie aspettative, non tornasti fra le mie braccia.
Continuai a chiedermi il perché.
Continuai a torturarmi ogni notte cercando di giustificare il tuo abbandono.Che fosse stata colpa del bacio?
In fin dei conti, la tua apparenza e l'opinione altrui veniva ancor prima della tua persona.
Però, nonostante tutto continuai a cercare una causa che potesse placare il mio animo tormentato.
E poi giunse una notte.
Ero seduto alla mia scrivania, tentando di racimolare termini e metter su un testo che potesse dar sfogo ai miei sentimenti quando mi addormentai ormai sfinito.
Al mio risveglio mi accorsi di una finestra aperta sullo schermo del computer. Non v'era stata prima.
Che fosse stato il caso? Il fato?
Fatto sta, che mi ritrovai davanti quella frase che citai all'inizio.
Quella frase fu un'ancora di salvezza per me. Riuscì finalmente a riprendere a chiuder occhio nelle notti silenziose a causa della la tua assenza.
Iniziai ad accettare la tua decisione sebbene non la sostenessi.
Ritrovai una pace interiore che avevo dimenticato a causa del senso di colpa che ne aveva colmato il posto che le spettava.
Nonostante tutto, nonostante mi fossi liberato finalmente da quel peso insostenibile, fui presto inondato da un senso di vuoto. Di solitudine.
Sentii una terribile mancanza delle nostre conversazioni notturne.
Ricordi?
A volte, una volta assicuratoci che i ragazzi fossero a letto, passavamo le notti in bianco.
Guardando un film accoccolati fra le coperte o semplicemente con me che osservavo te dar sfogo alla tua voce.
Ah, ecco.
Avrei dovuto dirti anche questo quando eri qui.La tua voce era angelica. Riusciva a spazzar via qualsiasi mia preoccupazione.
E ora che non c'è più la tua voce..
Ora che è svanita la tua voce, sono solo io e le mie voci. Le voci buie e oscure che mi perseguitano come fossero ombre.Tu?
Tu riesci a dormire?
Riesci a ovattare quelle persistenti voci? I giudizi altrui?Vorrei davvero saperlo.
Chissà se leggi queste lettere.
Nelle notti buie come queste, non mi dispiacerebbe più sentire una delle tue squallide battute.
I ragazzi sentono la tua mancanza. Non avrei mai pensato che il compito del leader potesse divenire così estenuante.
Vorrei anch'io crollare, piangere e autodistruggermi.
Vorrei sfogarmi esternando parte di ciò che covo al mio interno.
Vorrei gridare e ubriacarmi fino a dimenticarmi della mia stessa persona.
Ma le scelte non sono nelle mani di tutti, Seokjin-ah.
Devo tener duro, se non per me, per i ragazzi. Sono così ingenui e ancora speranzosi di volare.
Le tue invece di ali, si erano spezzate quando ci abbandonasti nel nostro volo?
Tuo, Kim Namjoon.
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ℒ ᵉ ᵗ ᵗ ᵉ ᴿ ⓢ ⋆ namjin. [In revisione.]
FanfictionNamjoon iniziò a scrivere delle lettere per Seokjin dopo quella notte. Una notte dove furono lontani dalla realtà mondana. Dove poterono essere semplicemente se stessi.