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15 anni dopo.
Minho stava sistemando la stanza del padre quando venne incontro ad uno scrigno.
Era stato custodito in fondo all'armadio probabilmente affinchè nessuno venisse a sua conoscenza.
Il ragazzino incuriosito dal suo contenuto si avviò immediatamente alla ricerca della sua chiave. Avrebbe potuto semplicemente chiederlo alla madre ma pensò che se il padre avesse scelto un simile nascondiglio, magari non aveva voluto che ne venisse a conoscenza. Così, iniziò a cercare fra i vestiti nei cassetti sottostanti, nelle tasche delle giacche più utilizzate, nelle borse appariscenti che il padre portava con sè al lavoro.
Continuò così per ore. Non seppe spiegarsene il motivo ma sentiva che quello scrigno racchiudesse in sè qualcosa di significativo.
Ad un tratto, sfogliando per caso uno spartito che il padre aveva utilizzato durante la sua carriera da cantante, cadde una chiave dal taglio elegante.
Ovviamente rosa.
Colse la chiave da terra e la infilò nella serratura aprendo così lo scrigno.
Rimase subito colpito da ciò che covava al suo interno.
Si sarebbe aspettato tutto tranne che delle lettere.
Si sedette per terra incrociando le gambe ed afferrando una delle infinite lettere. Tutte condividevano lo stesso destinatario. Un certo Kim Namjoon.
Corrugò la fronte. Non si ricordava che il padre avesse mai nominato quel nome.
Così, incuriosito, iniziò a leggere il contenuto di una.
Presto si accorse che tutte quelle lettere racchiudevano sentimenti profondi che apparentemente il padre aveva provato nei confronti di quell'individuo.
Avrebbe dovuto arrabbiarsi, no?
Alla fine, si poteva considerare tradimento nei confronti di sua madre, no?
Eppure, fin là dove si estendeva la sua memoria, non ricordava mai un singolo episodio nella sua vita in cui il padre avesse mancato di rispetto alla madre o che non le avesse donato abbastanza affetto o attenzione.
Piuttosto, si sentiva dispiaciuto.
Dispiaciuto per il fatto che il padre non avesse mai potuto completamente esprimersi. Per il fatto che non avesse mai potuto amare liberamente.
Tra quella raffica di pensieri, non si accorse delle lacrime che rigarono il suo viso.
Si alzò da terra asciugandosi goffamente il viso con il palmo della mano. Prese quelle lettere cercando una qualche informazione riguardo al destinatario finchè non trovò l'indirizzo.
Sentiva che il fondo dell'armadio non fosse il posto destinato a quelle lettere. Magari il padre non aveva voluto spedirle per non attuare una scorrettezza nei confronti della sua famiglia, ma lui la pensava differentemente.
Era giusto che raggiungessero il loro destinatario.
Afferrò le sue chiavi velocemente affrentandosi a raggiungere il suo motore per poi sfrecciare verso la sua destinazione.
❋ ❋ ❋
Quando arrivò, si fermò per qualche istante davanti al portone. Per la sua fretta, non si accorse di non aver minimamente riflettuto sulle parole da utilizzare.
Si grattò il retro del collo nervosamente per poi mandare tutto a fanculo e suonare quel dannato campanello.
La figura che gli apparve davanti era particolarmente irritata dal suo arrivo, notò il ragazzo.
«E tu sei?»
«Non importa. Tu sei Kim Namjoon, per caso?»
«Ehi ragazzino, ho posto prima io la domanda. O rispondi o sparisci dal cazzo.»
Il ragazzino venne intimidito da quel tipo e fu sul punto di dileguarsi quando sentì una voce provenire dall'interno dell'appartamento.
«Yaah, Yoongi, stai di nuovo terrorizzando qualche povera creatura?»
Apparve il proprietario di quella voce alla porta con un sorriso incoraggiante sul volto.
«Ehi, piccolo, come ti chiami? Ti serve qualcosa?» Poi indicando Yoongi con il pollice sussurrò. «Scusalo, ma stavamo registrando un pezzo. Odia essere interrotto.»
Minho si inchinò mostrando rispetto per poi presentarsi. «Mi chiamo Minho. Sono figlio di Kim Seokjin.»
A quella dichiarazione apparvero alla porta altri quattro individui. Sul loro volto si leggeva sorpresa. Quella notizia non aveva lasciato indifferente nemmeno quello scorbutico di Yoongi.
«FIGLIO DI SEOKJIN HYUNG?»
«TAPPATI QUELLA BOCCA JIMIN.»
«PORTA RISPETTO TU.»
Bisticciarono due in fondo.
L'individuo di fronte a Minho ritrovò la voce poco dopo.
«S-sono Kim Namjoon. C-cosa ti porta qua?«
«Mio padre è morto un anno fa. Ha avuto un incidente.»
Un ragazzo dai capelli rossi nascose il volto nella spalla di un castano. Fu l'unico a manifestare apertamente il suo stato d'animo e ciò colpì il ragazzino.
«Oggi, sistemando le sue vecchie proprietà, ho trovato qualcosa che credo le appartenga.»
Minho stese le braccia in avanti mostrando lo scrigno, ottenendo come risposta nient'altro che confusione.
«Sono le risposte alle lettere che ha tanto atteso.»
Namjoon afferrò lo scrigno tremante per poi sollevare il volto rigato dalle lacrime.
«Ne abbia cura.»
Fine.
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ℒ ᵉ ᵗ ᵗ ᵉ ᴿ ⓢ ⋆ namjin. [In revisione.]
FanfictionNamjoon iniziò a scrivere delle lettere per Seokjin dopo quella notte. Una notte dove furono lontani dalla realtà mondana. Dove poterono essere semplicemente se stessi.