Chapter two.

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—-ready for—-
Taehyung si sveglia di colpo.
Prova ad alzarsi, ma non ci riesce.
È legato ad una sedia.

Si guarda intorno, terrorizzato.
La stanza non ha un particolare arredamento.
Non ha nulla.
I muri grigi sporchi di muffa, che impregna anche l'odore ricordante una cantina abbandonata, la luce fiacca proveniente da una lampadina semplice al centro del soffitto, rende il tutto molto più inquietante, e nessuna finestra.

Dopo aver realizzato, il grigio si ritrova nel panico.
"Aiuto! Ma dove cazzo sono? Qualcuno mi sente?"
Si dimena, cercando di far uscire le mani dalla presa rigida della corda grezza legata con un nodo sulle mani,, ma riesce solo a tagliarsele leggermente.
Solo dopo una decina di minuti,  qualcuno si avvicina alla porticina proprio lì davanti

"Ma guardati Taehyung, come ti sei fatto grande"
Si avvicina un uomo cupo da una cinquantina d'anni, con il viso ricoperto di rughe, volto deciso per niente dolce, non traspare alcuna traccia di emozione e gli occhi piccoli che trasmettono solo paura.
Un ghigno stampato sul volto, e le mani dietro la schiena.

"Chi sei? Come sai il mio nome?"
"Oh io ti conosco bene" risponde accennando una risatina.
"Menti."
"A si? Non credi di dover avere delle buone motivazioni prima di giudicare qualcuno? -con voce schifata- Kim Taehyung?" Risponde lui, lasciando spiazzato il ragazzo che nel frattempo si faceva ancor più prepotente.

Terrorizzato, comincia a porgli domande a raffica, ma lui lo interrompe.
"Vuoi sapere troppo" borbotta con il solito ghigno.
"Dove sono i miei genitori?" Chiede, ignorandolo.
"Bah, i Kim stanno bene, è te che voglio" a questo punto Taehyung è confuso.
"Chi sei?" Chiede, data la familiarità del volto di fronte a lui.
"Io? Io sono Jeon Yong-ho" il grigio si blocca
Non può essere...
Aveva davanti il signor Jeon, colui che aveva rovinato la vita alla sua famiglia, senza saperne il motivo.

Resta zitto, si limita ad osservarlo per raccogliere più informazioni possibili su di lui, pur sapendone solo il nome.
Osserva il volto con più curiosità rispetto a prima, attento a scorgere i minimi dettagli.
"Che c'è, ti sei spaventato? I tuoi cari genitori ti hanno mai parlato di me? Il diavolo."
"No, ma so che gli hai fatto del male".

Sempre più confuso, Taehyung si pone mille domande e non riesce nemmeno a capire quale sia la più fondamentale tra queste.

"Io? Stupidaggini" se la ride lui.
"E allora spiegami! Cazzo!" Quasi urla, anzi, senza il quasi.
" impertinente, calmati!" Sbotta, spaventandolo.
" vaffanculo" sospira il ragazzo.

"Vorrà dire che starai qui un altro pò"
Detto questo, se ne va.
Lasciandolo solo nei suoi pensieri, dubbi, incertezze..

Mentre cerca di riposare, come un fulmine, un ricordo si illumina nella sua mente tanto veloce da spaventarlo.

30 dicembre 2009, distretto di Seo.
14esimo compleanno.
Un uomo fuori dalla porta con un dolce in mano, e un ghigno indisponente.
Quel ghigno.

Passano i giorni, passano le ore, il giorno e la notte oramai sono indistinguibili, cerca di pensare poco alla realtà, si concentra sulla luce fiacca della lampadina che sembra inesauribile, si chiede se quando si spegnerà;
"mi spegnerò anch'io" sussurra.

Avrebbe vomitato volentieri, ma cosa precisamente avrebbe vomitato, forse, se fosse stato possibile, tutto il dolore che provava dentro.

Ad un tratto, il rumore della porta mi fa irrigidire sulla sedia.
Jeon.

"Preparati."

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Spazio me <3
Secondo capitolooo
Mi diverte un sacco revisionarla.

i love in spite of everithing [in revisione]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora