Nel bunker c'era un silenzio tombale. Nessuno osava parlare, nessuno sapeva cosa dire. Il dolore era palpabile, nessuno osava disturbarlo con stupidi "Mi dispiace" o ancora più stupidi "Almeno il loro sacrificio è servito a qualcosa"
Ognuno si era appropriato di un divano o di una brandina, fatta eccezione per Ethan e Jackson, che stendevano abbracciati su una di esse, e Lydia e Parrish, che erano seduti su un divano, il ragazzo la circondava con un braccio mentre lei aveva lo sguardo fisso a terra. Lo sceriffo era rimasto alla stazione di polizia, per controllare i prigionieri, chiamando alcuni dei suoi uomini che gli erano rimasti fedeli per aiutarlo. Alcuni dei ragazzi si erano addormentati, ormai sfiniti, altri stavano per crollare. Avevano bisogno di riposo, e di riprendersi dalle perdite che avevano appena subito. Lentamente tutti si addormentarono, tutti tranne Castiel ovviamente. Stava camminando in mezzo a quello che aveva cominciato a considerare anche come il suo branco, osservando i volti rilassati dei ragazzi, e appoggiando delicatamente due dita sulla fronte di quelli che sembravano turbati, a causa di un brutto sogno, e rendendolo subito più piacevole. Non trovando più posti liberi, recuperò una sedia dalla cucina, sedendosi automaticamente vicino a Dean, ma osservando un punto indefinito di fronte a sé avendo un unico pensiero che continuava ripetersi nella sua mente
Sono l'unico che può fare qualcosa
~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~
"NO! Assolutamente no!"
Le grida di Dean rimbombavano all'interno del bunker, infastidendo il resto del gruppo che si stava ancora rendendo conto di essersi svegliato, ma al cacciatore non poteva importare di meno
"Dean, non abbiamo altra scelta"
"E per questo tu devi intraprendere una missione suicida?"
L'angelo sospirò, distogliendo per qualche secondo lo sguardo dal cacciatore
"Quindi cosa proponi? Rimaniamo qui a non fare niente?"
"Troveremo un modo"
"Ce l'abbiamo già un modo"
"Questo non è un modo, è giocare alla roulette russa!"
"Dean, sono un angelo, le probabilità che i suoi poteri non funzionino su di me sono molto alte"
"Ma quando una delle sue metà ha cominciato a usarli hanno colpito anche te, come lo spieghi?"
I due si fissarono in silenzio per qualche secondo, mentre l'angelo pensava ad una spiegazione da dare
"La paura è un sentimento che si può indurre facilmente, è più probabile che siate stati voi a influenzarmi più che l'Anuk-ite"
Dean fece uscire una risata esasperata dalle labbra, cominciando a camminare nella direzione opposta dell'angelo "Cas, ti stai arrampicando sugli specchi" si prese il volto fra le mani, riportando poi lo sguardo preoccupato sull'angelo "Non sei indistruttibile" non lo disse con cattiveria, lo disse perché voleva che l'altro se ne rendesse conto, perché non voleva che affrontasse quella cosa da solo.
Castiel, però, interpretò male le parole del cacciatore, sentendosi ferito nel suo punto debole. Serrò le labbra, assottigliando lo sguardo
"Non puoi fermarmi Dean"
"Non ti azzardare-" non fece in tempo a finire la frase che l'amico era già sparito, seguito da quel familiare rumore di battito d'ali.
Il cacciatore cominciò a gridare, cercando di sfogare la sua frustrazione. Calciò una delle brandine, facendola rovesciare e producendo un forte rumore metallico.
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Paure Immortali
Fiksi Penggemar"Sei un cacciatore" la voce di Bobby era secca e con un tono di rabbia che non sfuggì all'altro. "Non hai risposto alla mia domanda" rispose Argent sorridendo, ma non c'era niente di allegro nel suo sguardo. Entrambi gli uomini avevano ancora le arm...