"Come ti senti?"
Nel bunker c'era un'atmosfera tranquilla, Scott stava ancora dormendo su una delle brandine, rannicchiato su sé stesso, la bocca leggermente socchiusa. I suoi sogni erano agitati, il ronzio alla testa non lo abbandonava mai. Vicino a lui, su uno dei divani era seduto Bobby, una birra in mano e lo sguardo rivolto alla ragazza che gli aveva posto la domanda
"Ancora un po' ammaccato, ma decisamente meglio"
Lydia sorrise, era un po' che continuava a camminare avanti e indietro per la stanza. Pensava ai suoi amici, alla ricerca dell'Anuk-ite, pensava a Parrish che avrebbe dovuto affrontarlo da solo, faccia a faccia, avrebbe voluto correre da loro, avrebbe voluto fare qualcosa, ma in cuor suo sapeva che il suo modo di aiutarli era rimanere alla base e prendersi cura di Scott. Qualcuno doveva farlo, e se le cose fossero andate male, e i cacciatori avessero scoperto dove si nascondevano avrebbe dovuto difendere sia il loro Alfa che Bobby, il quale, nonostante le sue parole, sembrava ancora provato dalla prigionia, e non era al massimo delle sue forze. Questo però non le impediva di preoccuparsi. Aveva bisogno di distrarsi, aveva bisogno di fare conversazione, anche solo del tempo se necessario.
"A vederti non si direbbe" commentò, era ancora in piedi, le braccia incrociate, il peso su una sola gamba, e un'apparente sguardo di sufficienza negli occhi, che voleva nascondere la preoccupazione di quello che sarebbe potuto succedere agli altri.
"Bè, grazie per la sincerità" Bobby aveva intuito che anche la ragazza, come lui, avrebbe voluto rendersi più utile di quanto non lo fosse ora, ma decise di non tirare fuori l'argomento, sapeva che parlarne avrebbe solo reso entrambi più nervosi.
Lei sorrise, ricominciando a camminare, la sua mente che vagava libera, immaginando i peggiori scenari. Scosse leggermente la testa, prima di sedersi a fianco del cacciatore, combattendo contro l'istinto di prendere anche lei una birra dal frigo.
"Ti ho mai raccontato di quando abbiamo fermato l'apocalisse?"
Lydia si voltò di scatto, fissandolo incredula
"E' solo un modo di dire, giusto?"
Bobby scosse la testa, un sorriso divertito sulle labbra. Cominciò a raccontare, dal suo primo incontro con Castiel, a Lucifero che, nel corpo di Sam, veniva rispedito della gabbia, cercando di ricordare ogni dettaglio. La ragazza era affascinata dal racconto, ogni tanto lo interrompeva con qualche domanda, e i suoi occhi erano costantemente spalancati. Sapeva quello che l'altro stava facendo, e la cosa assurda era che, nonostante lei ne fosse consapevole, stava funzionando alla perfezione. Quella storia era talmente incredibile che era stata in grado di distrarre Lydia dalle sue preoccupazioni.
Rimasero lì per almeno un'ora, prima che Castiel comparisse nel bel mezzo della stanza facendoli sobbalzare. I due fissarono l'angelo per poi spostare lo sguardo sulle persone che aveva trasportato. Jackson era ancora in ginocchio, nemmeno si era reso conto di ritrovarsi nuovamente nel bunker, fra le sue braccia c'era il corpo di Ethan, la schiena completamente sporca di sangue, che cominciava lentamente a seccarsi.
Lydia si coprì la bocca con le mani, gli occhi spalancati, prima di trovare la forza di avvicinarsi a loro. Si inginocchiò a fianco di Jackson, posandogli delicatamente una mano sulla spalla. Lui si voltò, gli occhi arrossati, le guance bagnate di lacrime. La ragazza gli portò immediatamente le braccia al collo, stringendolo forte a sé. Lui si abbandonò al suo abbraccio, ma senza lasciare il corpo del fidanzato nemmeno per un secondo.
Castiel fece un passo indietro, cercando di lasciare ai due un po' di privacy, facendo cadere lo sguardo su Bobby. Il cacciatore si alzò, appoggiando a terra la terza bottiglia ormai vuota

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Paure Immortali
Fanfiction"Sei un cacciatore" la voce di Bobby era secca e con un tono di rabbia che non sfuggì all'altro. "Non hai risposto alla mia domanda" rispose Argent sorridendo, ma non c'era niente di allegro nel suo sguardo. Entrambi gli uomini avevano ancora le arm...