Capitolo 12

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Il bunker era innaturalmente vuoto, i componenti del branco erano usciti, Jackson trasportando il corpo di Ethan fra le braccia, avvolto in un lenzuolo, gli occhi rossi che ancora non avevano finito di piangere le loro lacrime. Sam e Dean si erano offerti di preparare un funerale da cacciatore, ma il fuoco avrebbe attirato troppo l'attenzione sulla loro base segreta, quindi decisero di optare per una classica tomba. Avevano tutti guardato Jackson per prendere questa decisione, ma lui sembrava perso nei suoi pensieri, incapace di ragionare, annuì debolmente, dando il permesso agli altri di attrezzarsi per scavare, e organizzare una veglia quantomeno decorosa. Stiles, però, nonostante avesse voluto accompagnarli, si sentiva troppo debole per stare in piedi, e decise, o meglio fu costretto, ad aspettarli lì, facendo le sue condoglianze a Jackson, non sicuro che l'altro le avesse sentite. Era rimasto solo da appena qualche minuto quando sentì la porta aprirsi nuovamente. Alzò leggermente la testa, facendo uno sforzo immane anche per quel piccolo movimento, e fu colto dalla sorpresa vedendo entrare un Derek cupo, le mani nascoste dentro le tasche dei pantaloni

"Cosa ci fai qui?" chiese, posando nuovamente la testa sul cuscino, incapace di tenerla ancora sollevata

"Qualcuno dovrà pur tenerti d'occhio moccioso" il tono voleva essere quello di sempre, un po' strafottente, sicuro di sé ma il lupo mannaro non fu in grado di nascondere un'incrinatura alla voce

"Non ho bisogno di un'infermiera" commentò l'altro, anche lui cercava di essere il solito Stiles spensierato e divertente, ma la voce roca e affannata lo tradiva. Derek si sedette al suo fianco, puntando lo sguardo su di lui. La pelle era sempre più bianca, le occhiaie sempre più profonde, l'occhio esperto del lupo riuscì a cogliere anche un accenno di barba che cominciava a crescere sul volto solitamente liscio

"Mi dispiace" disse senza quasi rendersene conto

"Non è colpa tua" rispose l'altro in automatico. Molte persone erano andate da lui, a parlargli, a rassicurarlo e a dispiacersi, come se avessero qualcosa a che fare con tutto questo

"Invece sì" il lupo mannaro aveva distolto lo sguardo, mentre quello confuso del ragazzo rimaneva puntato su di lui "Avrei potuto fermarla, avrei dovuto ucciderla immediatamente"

"Ma non sapevi cosa avrebbe fatto-"

"Avrei dovuto immaginarlo!" stava quasi ringhiando, il corpo completamente in tensione "E' solo colpa mia" non riusciva a guardarlo, non poteva vederlo in quello stato, il suo cuore si faceva sempre più pesante, un nodo gli si era bloccato in gola. Improvvisamente sentì la mano dell'altro sulla sua, era fredda e delicata. A quel contatto non poté fare a meno di voltarsi incontrando il suo sorriso comprensivo

"Non potevi immaginarlo, e anche se avessi potuto, non sapevi che il nogitsune avrebbe fatto questo" la mano di Stiles era ancora sopra alla sua, il ragazzo era sorpreso che l'altro non l'avesse ritirata immediatamente, anzi la mosse per poterla tenere nella propria

"Io..."

Stiles spalancò gli occhi, non aveva mai visto Derek in quello stato, così vulnerabile, così triste. La voce gli tremava, probabilmente nemmeno lui sapeva cosa volesse dire. Avrebbe voluto rimediare, avrebbe voluto trovare una soluzione, avrebbe voluto salvarlo, ma non poteva. Niente avrebbe potuto farlo. Si sentiva perso, impotente, e Stiles lo percepì. Strinse forte la sua mano, riuscendo a far tornare quegli occhi verdi su di sé, e non poté evitare di far sorgere un triste sorriso sulle labbra rendendosi conto che stavano diventando lucidi

"Non è stata colpa tua" ripeté, cercando di trasmettergli tutta la sua sicurezza. L'altro si limitò ad annuire, incapace di parlare, serrando la mascella e stringendo la mano di Stiles nella sua.

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