Capitolo 7

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E' una settimana che sono qua e le cose non sono cambiate più di tanto.

Ho scoperto che i ragazzi fanno tutti il mio stesso liceo, ma io sono all'ultimo anno mentre loro no.

Anche Lexa è nella nostra scuola, ma come insegnante. Quando me l'ha detto sono rimasta un po' sorpresa perchè non l'ho mai vista in giro per i corridoi...

"non mi hai visto perchè non ci vai quasi mai a scuola Clarke", sì.... questa è proprio stata la sua risposta.

Colpita e affondata, 1 a 0 per Woods.

Ho sentito spesso mio nonno, lo chiamavo quasi tutti i giorni, voleva sapere come andavano le cose e come stessi io, poi mi raccontava delle sue giornate, dei programmi in televisione e di quanto sia aumentato il prezzo del latte nel supermercato vicino casa. Niente di diverso dal solito.

Per quanto riguarda la vita all'interno del clan non ho ancora socializzato più di tanto con gli altri e per ora non mi interessa farlo, preferisco stare per conto mio. Raven cerca sempre di coinvolgermi in qualche attività o semplicemente di fare due chiacchiere, è incredibile come non si dia per vinta, ogni volta volta riesco sempre a trovare una scusa.

Non mangio insieme a loro, anzi, ultimamente non sto proprio mangiando, è come se avessi costantemente la nausea. Anya è preoccupata per questa cosa ma Kane pensa che sia a causa "dell'imminente trasformazione" a detta sua. Questo è ancora da vedere.

Una settimana che sono qua...

In questi giorni il mal di testa è aumentato in maniera esponenziale, sono stata tutto il tempo sdraiata sul letto al buio, cercando di trovare un po' di sollievo in esso, ma senza successo.

Oggi poi sto particolarmente male... molto probabilmente ho la febbre.

Sono coperta da un panno, alterno brividi di freddo a momenti di estremo calore e come se non bastasse i medicinali non sembrano fare alcun effetto. Sono anche sicura di essere svenuta un paio di volte nel corso della mattina... non ho la forza per muovermi.

Non so che ore siano, probabilmente è primo pomeriggio perchè c'è più luce che passa attraverso le finestre. Qualcuno ora sta bussando alla porta, non riesco a dire niente, rimango in silenzio, poi sento dei passi allontanarsi e subito dopo più nulla.

Cado nel sonno.

"Clarke...ehy Clarke mi senti?"

I suoni sono un po' ovattati, con quello che sembra un enorme sforzo apro un occhio e vedo la figura sfocata di una donna, ma non riesco a riconoscerne la voce. Mi parla ma non riesco a capire quello che dice. Sento una mano posarsi sulla mia guancia, ma poi la sonno ha la meglio su di me e mi addormento nuovamente.

Non so quanto tempo sia passato.

Mi sveglio di soprassalto madida di sudore ansimando, ho la testa in fiamme e il corpo dolorante è bollente. Vorrei chiamare qualcuno ma non credo riescano a sentirmi dalla mia camera.

"Lexa..."

mi esce spontaneo, non so neanche io il motivo, è quella più vicina a me d'altronde...

"Lexa..."

la mia voce è quasi un sussurro, sono molto debole.

Ci rinuncio...

Passano giusto pochi secondi e poi qualcuno entra in camera quasi di corsa. Ancora una volta non riesco a vedere chi sia, ma non mi importa.

Sento cassetti e armadietti aprirsi, dei passi farsi sempre più vicini al mio letto fino a fermarsi e poi una piacevole sensazione di sollievo sulla fronte, chiunque ci sia qua al mio fianco mi ha appena messo un asciugamano bagnato sul viso. Grazie.

The wolf's breathDove le storie prendono vita. Scoprilo ora