Capitolo 9

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Lexa's pov

Clarke Griffin... chi l'avrebbe mai detto?

Non riesce ancora ad interiorizzare questa realtà, posso capire, questo mondo l'ha fatta soffrire parecchio, ma d'altronde tutti abbiamo perso qualcosa....qualcuno.

In passato la trasformazione era motivo di grande orgoglio e onore per le famiglie, ma col passare degli anni questa cosa è andata sempre più scemando, fino ad arrivare ad essere considerata come una maledizione e un doloroso fardello.

All'interno del branco rivesto una carica importante, essere l'alpha all'inizio mi spaventava a morte, ero convinta di non essere in grado di gestire la tensione, ma soprattutto temevo di non essere all'altezza di mio padre e ancora oggi ne sono convinta...

Lui ha sempre svolto il suo ruolo in modo impeccabile e tutti gli portavano rispetto, ma cosa più importante si fidavano ciecamente delle sue decisioni. Kane ogni tanto ne racconta le gesta, anche lui lo ammirava tanto e quando è morto ha sofferto parecchio. Da allora mi è sempre stato accanto e mi ha appoggiato in ogni occasione, era presente alla cerimonia del mio diploma e anche quando mi sono laureata.

Kane mi è stato vicino, è vero, ma mio padre continuerà a mancarmi. So cosa sta provando Clarke, anche se perdere entrambi i genitori è stato veramente un duro colpo e non la biasimo se all'inizio non ne voleva sapere niente, ma alla fine nessuno può sfuggire alle leggi della natura.

Quando abbiamo saputo che lei sarebbe stata la prossima ad unirsi al branco, ho cercato di tenerla d'occhio il più possibile senza farmi notare, soprattutto a scuola. Non essendo un'insegnante del suo corso non è stata proprio facile come cosa, i miei colleghi mi dicevano che frequentava poco le lezioni e con scarso interesse, portando pessimi risultati. Io riuscivo a vederla solo ogni tanto nei corridoi durante il cambio d'ora, sempre isolata rispetto ai suoi compagni, le cuffie nelle orecchie... lo sguardo perso...

ogni volta sarei voluta andare da lei, abbracciarla e dirle: non sei sola

ma kane mi ha sempre ripetuto di aspettare e che al momento giusto saremmo andati da lei per spiegarle tutta la situazione

e così è stato.

Non potrò mai scordare la sua faccia quando siamo andati a dirle la verità sul suo conto. Pietrificata, incredula... nascondeva la paura con la rabbia, ma si vedeva chiaramente che era spaventata.

Quel giorno non poteva ancora sapere di aver creato un legame importante con me.

E' successo tutto quando ci siamo strette la mano, da un semplice contatto, la mia mano che sfiorava la sua.... un attimo dopo ho sentito come uno spostamento di gravità, seguito da un turbinio di emozioni da far tremare il corpo. Clarke era chiaramente provata, evidentemente anche lei aveva provato lo stesso. Io cercavo di mascherarlo il più possibile, mi ci è voluto del tempo ma poi ho capito quello che era appena successo... non potevo dirglielo, sarebbe stato veramente troppo da sopportare quel giorno...

Più passava il tempo e più ero angosciata da questa cosa, sapevo che Clarke non aveva rimosso l'avvenimento, ha anche provato a chiedermelo una volta e io ho prontamente tergiversato. Ho chiesto aiuto a Kane, ma con scarsi risultati, infatti mi ha solo detto che devo essere io a capire quando e come dirglielo. Poi gli eventi hanno iniziato a prendere una direzione, la malattia seguita dalla trasformazione della ragazza mi hanno fatto capire che era ancora troppo presto per dirglielo, troppo presto per sapere di aver avuto l'imprinting con l'alpha del suo branco, con me...

già... io e Clarke abbiamo avuto l'imprinting.

E' bastato solo un attimo e adesso siamo legate per tutta la vita.

E' difficile da spiegare... dentro al petto sento il desiderio costante di starle vicino e proteggerla, di essere tutto ciò di cui lei ha bisogno... ma è così complicato...due estranee che si ritrovano ad essere unite da qualcosa più grande di loro.

Se solo sapessi Clarke...

Ho paura di quello che potrebbe provare una volta scoperta questa cosa, in fondo non si accetta ancora per quello che è...

bisogna solo aspettare. Mi ripeto questo. Magari più avanti sarà più facile.

Coraggio Lexa.

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Sono in salotto a leggere un libro, ma la testa è completamente altrove, spesso mi ritrovo a leggere più volte la stessa frase senza neanche accorgermene.

Guardo fuori dalla finestra, il lupo bianco è ancora lì in un angolino.

Mi stringe il cuore vederla lì fuori da sola, vorrei starle vicino, ma Kane è stato chiaro... è un momento che deve superare da sola.

Da un lato ha ragione, deve prendere confidenza con la sua nuova forma, ma dall'altro...

mi sento così impotente, sono l'alpha e non posso fare niente per lei.

Cerco di non pensarci, meglio tornare al mio libro.

30 minuti...

45...

Un'ora...

un'ora e mezza...

Mi alzo, non ce la faccio, devo almeno sapere se sta bene.

Faccio per aprire la porta quando una voce dietro di me mi chiama: "Lexa..."

è Anya.

"Kane è stato chiaro Lexa, non penso sia una buona idea..."

"Voglio solo assicurarmi che stia bene Anya, tranquilla, sarò di nuovo dentro in un batter d'occhio".

"Si ma..."

"Anya, io sono l'alpha e io decido. Se voglio andare a vedere come sta il mio beta lo faccio e basta, che Kane sia d'accordo oppure no. Argomento chiuso"

detto queso esco, sono stata un po' rude forse, ma Anya capirà, dopo le andrò a chiedere scusa.

Mi avvicino lentamente, Clarke alza la testa vedendomi, ma poi torna nella stessa posizione di prima.

"Come va Clarke?"

Il lupo si gira, dandomi la schiena, è evidente che non ha voglia di parlare. Provo ad alleggerire l'atmosfera...

"Sai, verso est c'è un piccolo rilievo, se ci sali sopra vedi un pezzo di città dall'alto. Di sera è molto bello, ti sembra di vedere delle piccole lucciole...."

Niente. E' ancora girata.

"Oppure se vai verso sud..."

- Lasciami da sola -

Sento le sue parole chiare e forti dentro la mia testa. Non voglio metterla a disagio e decido di ripettare la sua decisione.

Torno indietro verso casa un po' sconfortata, ma d'altronde non mi aspettavo chissà cosa...

Dopo cena non rimango insieme agli altri a guardare un film e vado direttamente in camera, un po' d'aria fresca forse è quel che ci vuole.

Vado sul balcone, la foresta è ricoperta da un manto di oscurità che la rende ancora più affascinante se è possibile.

D'istinto guardo verso il basso, ma di Clarke nemmeno l'ombra. Mi ripeto che probabilmente è solo andata ad esplorare la zona, ma sono comunque in pensiero per lei.

Spero che non si cacci nei guai...

Poi succede una cosa che mai mi sarei aspettata....

- avevi ragione, è bella la città dall'alto di sera -

sorrido

- te l'avevo detto, non potrei dirle fesserie signorina Griffin -

e con il cuore più leggero torno in camera.

The wolf's breathDove le storie prendono vita. Scoprilo ora