ᐯᙓᑎTIᙅIᑎᑫᙀᙓ

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oramai era pomeriggio, entro poco tardo.

i tre amici si erano spaparanzati sul divano a giocare con i videogiochi, senza muoversi o faticare per niente.

dopo ore di litigi avevano preso la decisione di sparecchiare la tavola,lavare i piatti e le stoviglie tutti assieme, dividendosi come al solito i compiti.

poi erano tornati stravaccati l'uno su l'altro, sul divano.

quando jaebum e youngjae tentavano di scambiarsi smancerie, jinyoung tossiva o faceva versi disgustati e schifati, per fargli capire di smettere.

jaebum inizialmente avrebbe voluto tirargli una testata o zittirlo a malo modo, me dopo la piccola, tenera, dolce risata di youngjae anche il cioccolatino più amaro si trasformava in un marshmellow.

ora stavano giocando con la psp. nessuno di tre si definiva fanatico o ancora peggio, fissato, però a tutti quanti piaceva giocare.

il pomeriggio, per quanto potesse sembrare monotono o noioso, procedeva bene.

fino a quando, velocemente, qualcuno prima tentò di aprire la porta, e poi, trovandola chiusa, la aprì.

inserì in modo caotico le chiavi nella serratura, facendola scattare e aprendo piano la porta.

"youngjae~" fece entrando mingsung, il "fratello" di youngjae.

istintivamente jaebum strinse più forte il minore al proprio petto, mentre jinyoung si posò leggermente più avanti rispetto a loro.

"...jae?! chi sono loro?!" strinse i pugni il fratello, spalancando gli occhi.

era quasi stupito, estrefatto.

"s-sono..sono miei amici.." disse a bassa voce il più piccolo, spostando lo sguardo ovunque tranne che in faccia al fratello, non voleva proprio guardarlo.

"no! fuori di qui! non voglio saperne di amici o chissà che!" iniziò a strillare, mingsung.

inizialmente i due si piantarono sul divano, senza alcuna intenzione di lasciare la casa e youngjae.

piano piano, invece, si ritrovarono costretti dal comportamento e dalle parole di mingsung.

jaebum scosse la testa e pronunciò: "no, io non me ne vado. non lascio da solo youngjae con uno come..te." e guardò con sguardo da far invidia ad una serpe mingsung.

"è casa mia! decido io!" replicò nuovamente, prendendo dal braccio jinyoung, come per mandarlo fuori.

in tutto questo youngjae non diceva nulla, non sentiva nulla se non che il battito del proprio cuore.

stava sicuramente pensando al peggio.

jaebum lo baciò velocemente "vado a prendere la macchina e poi torno.. ti porto via di qui." sussurrò al suo orecchio, per poi essere spinto fuori casa da mingsung.

youngjae era nuovamente nel panico più totale.

mingsung si girò verso di lui, infuriato.

lentamente si avvicinò al corpo del minore, stringendo a mano a mano sempre di più i pugni.

"i-io..i-io non ho fatto niente di mal-" neanche la frase di youngjae fece in tempo a finire che le dita dei maggiore finirono a tirare i capelli del più piccolo.

lo prese dai capelli costringendolo a mettersi a terra, quasi lanciandolo sul pavimento.

"youngjae. tu sei solo mio." strinse più forte la presa tra le sue ciocche, facendogli- di conseguenza- stringere gli occhi.

"quando lo vorrai capire.." sospirò, quasi esasperato e in modo triste.

avvicinò la mano libera alla prorpia cintura, indeciso sul da farsi.

si atteggiava come se non sapeva se farlo o no. poi decise che era "giusto" così.

si slacciò e si abbassò i pantaloni e poi anche i boxer.

youngjae nel mentre sbarrò gli occhi, cercando di indietreggiare nonostante la presa ferrea sui suoi capelli.

qualche lacrima iniziò a percorrere le sue guance, mentre lui continuava imperterrito a cercare di liberarsi dalla morsa del maggiore.

"ora stai zitto e fai quello per cui sei qui, chiaro? zitto e buono." lo spinse fino al muro, avvicinando sempre di più il membro alla sua bocca.

per il resto, del fastidio, del dolore fisico e mentale, del rancore, dell'odio che si fecero spazio nel corpo di youngjae, solo le mura di quella lurida casa ne sapevano qualcosa.

cercava di scappare, di urlare, invano.

talvolta cercava anche di svegliarsi, sperando che fosse tutto un incubo, ma non era così.

perché era riuscito a mandare via i suoi amici? perché tutto stava succedendo perché a lui?

non lo sapeva, era così scosso che non sapeva più nulla.

lo abbandonò per l'ennesima, la millesima volta , sul pavimento freddo.

si sistemò i vestiti, di lavò le mani aggiustando anche i capelli e poi uscì, lasciando persino la porta aperta.

incredulo il minore giaceva a terra, riusciva solo a chiedere aiuto.

voleva il suo jaebum.

❥elyxxmeda🍒

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