2017.
Fabrizio
Nuovo anno nuovo concerto e con loro anche nuove interviste. Sono avanti alla giornalista e alla telecamera visibilmente seccato anche perché stanno tardando ad iniziarla e io invece vorrei ricominciare con i miei pensieri.
Ecco, finalmente iniziamo; per fortuna è un'intervista breve per una piccola testata quindi cerco comunque di cambiare atteggiamento e mostrarmi affabile appena inizio a parlare del mio imminente tour "Pace".
La pace appunto.. - "E' un sentimento, una condizione che rincorro da diverso tempo che a tratti riesco a trovare. Adesso, che ho 42 anni, riesco a trovare nelle cose più semplici. L'ho detto tante volte: la pace è una visione un po' utopica della vita, per lo meno se sei una persona abbastanza ambiziosa e competitiva, però magari la trovo in un bicchiere di vino con un amico, la trovo mentre sto con mia figlia, la trovo nelle piccole cose di tutti i giorni." Spiego, mentre però dentro di me so che non è di nuovo così, poiché ho intenzione di prendere una decisione che potrebbe cambiarmi la vita... e non solo a me. Continuo l'intervista - "Questo è il tour più importante del mio percorso fino ad oggi", importantissimo perché mi sono fatto affidare un compito tale; chiamare chi dovrà aprirmi il concerto ed esibirsi con me in qualche canzone se lo vorrà. "Insomma, sarà proprio un tour meraviglioso, pieno di sorprese, vi aspetto" dico per farla più breve possibile e sottolineando la parola 'sorprese'.
Finalmente finisce l'intervista, ringrazio mettendo ancora un bel sorriso e poi mi richiudo nei miei pensieri mentre prendo il taxi che mi riporta a casa.
<Amore sono tornato> urlo mentre chiudo la porta di casa aspettandomi di vedere arrivare i miei due figli urlando "papà'" e la moglie che ti chiede com'è andata la giornata come nei vecchi film anni '50. Ma oltre a non essere così non ho proprio alcuna risposta, entro in cucina però e come i film attuali vedo un bigliettino scritto sul tavolo: -Sono con Libero e Anita al parco perché insistevano tanto, non ti ho chiamato perché avevi un'intervista, a dopo ti amo-
Bene, almeno sono libero di riorganizzare i pensieri e studiare bene la mia chiamata all'artista che voglio che mi apra il concerto al Palalottomatica.
'Chiamo o non chiamo, chiamo o non chiamo' penso per mezz'ora sulla poltrona prima di premere quel tasto verde. Alla fine lo premo, anzi il mio dito lo preme quasi per disperazione come se avesse vita propria e mi dicesse 'adesso basta fare il codardo'. Squilla.
<Pronto?> risponde il ragazzo dall'altro capo del telefono
<Pronto, ciao, sei Niccolò> gli chiedo come se non lo sapessi
<Sì.. ma chi è?>
<Ciao Niccolò sono Fabrizio, Fabrizio Moro famo a capisse, il tour manager mi ha dato il tuo numero e non solo lui ovviamente avevo già ascoltato i pezzi che mi mandasti> 'sì ma non avevo il coraggio di chiamarti ancora' pensai attendendo la risposta del ragazzo dall'altra parte che si fece attendere essendo rimasto incredulo
<Non ce credo Fabrì sei proprio tu? Mi chiami per i miei pezzi, te piacciono?>
<Non ti chiamo proprio per quello anzi, mettemola così, mi so piaciuti talmente tanto che te chiamo pe ditte na cosa però non me svenì>
<Oddio dimme>
<Ti volevo chiedere se ti andrebbe di aprire il mio Pace Live Tour al Palalottomatica. E magari fa pure qualche pezzo insieme a me>
Non ebbi risposta per un tempo ancora più prolungato di quello di prima <Aò sei svenuto Niccolò?>
<Nono te giuro che ce sto, solo che non ce sto ancora a crede né della chiamata né addirittura mo questo. De certo non te dico che ce devo pensà perché è sì a prescindere. Oddio grazie Fabrì che vuoi credere in me, grazie. Te voglio ringrazia de persona tanto se vedemo no? Altrimenti come se organizzamo>
Rise. Una risata un po' isterica ma ugualmente simile a quella di una persona...
<E certo che se vedemo. Anche già domani se puoi, al bar che sai tu a San Basilio così non te sposti tanto. Magari alle 10 pe fa colazione. A domani Niccolò>
<A domani Fabrì, grazie ancora>
Chiusi prima io per paura che aggiungesse altro, mi dovevo un attimo riprendere dal risentire la sua voce e sentirmi chiamare più volte per nome. E ancora da quella risata.. poi ripensai anche che ho detto 'per colazione', ma se non ho già fame neanche adesso? Domani con lui davanti sarà uno sforzo incredibile. Già fu uno sforzo anni prima ad un mio firmacopie
*flashback*
<Ciao, tutto bene?>
<Ciao sìsì, e tu?>
<Bene grazie> lo squadrai <Dimmi il tuo nome così ce faccio la dedica sul cd>
<Niccolò>
Lo guardai ancora meglio ma prima finii la dedica per paura di non riuscire a scrivere per un attimo ricevendo la risposta che temevo alla domanda che avrei dovuto porgli
<Scusami, ti posso chiedere Niccolò come?>
<Moriconi, perché?>
Mi sentii il cuore in gola, in un secondo ho cominciato a sudare freddo, lo fissai per un tempo indefinito prima di essere richiamato all'attenzione da un suo <Oh Fabrì> ridendo. La stessa risata della madre e da quel poco che lo avevo avuto accanto c'era un pizzico dei miei atteggiamenti. Il cappello sicuro. E quei capelli lunghi.
<No niente così> gli sorrisi e ci facemmo una foto ma mi lasciò con un <Grazie Fabrì, te voglio bene>
Mi venne istintivo abbracciarlo e rispondere <Pure io Niccolò> come se fossimo uniti da sempre.
Saaaalve, si vede che è la prima volta che scrivo? Beh dai ci ho provato ahah spero che i prossimi capitoli che ho scritto siano più decenti.
Ovviamente è tutta pura fantasia, alcuni eventi sono veri ma il resto, magari fossi stata là per sapere ogni chiamata e ogni parola!
Peace (giustamente).
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L'abbraccio di un figlio al padre || Ultimo e Fabrizio Moro
Short StoryFabrizio voleva riprendersi tutto il tempo che aveva sprecato utilizzando la sua, la loro, arma migliore: la musica.