Quei sussurri riempiono tutto il mio essere, facendo vibrare le corde tese di un terrore di cui non riesco più a trattenere le redini.
Nascosto nell’antro piu buio sotto il letto, attendo. Attendo di poter fuggire, di poter sopravvivere, di poter dimostrare di non essere la creatura reietta in cui mi sono ridotta nei secoli.
Ma questa notte c’è qualcosa di diverso. Li ho sentiti confabulare, quando il sole stava calando all’orizzonte, quando pensavano non potessi udirli. Ma io sento e vedo ogni cosa.
Esisto in questo luogo da ben prima che essi edificassero la loro dimora di mattoni e cemento. Questo è il mio regno, sono loro gli usurpatori.Eppure, il potere che sembrava indurli al terrore più puro e profondo ogni qual volta la luce del giorno si spegneva sembra essere del tutto svanito dai loro cuori.
Lontane sono oramai le epoche gloriose in cui pronunciare il mio nome era proibito. Il tempo in cui il solo pensiero di me era in grado di portare alla follia fanciulli e uomini.Perché quando gli umani smettono di credere, noi creature dell’Oltremondo mutiamo, diventiamo inermi, vulnerabili, evanescenti.
Il trascorrere delle stagioni e la dimenticanza dei mortali ci hanno marchiati. Ci siamo affievoliti, avvizziti, ridotti a un vago ricordo di fiaba.
E ora mi ritrovo a essere io la creatura indifesa che giace spaurita e sgomenta, alla ricerca di protezione nei recessi più oscuri di questa stanza che è divenuta riparo precario e prigione perenne.
Chi avrebbe mai immaginato l’avvento di un così scellerato destino? Quale mente avrebbe mai avuto l’ardire di vaticinare un tale rovesciamento degli eventi?
Il signore delle tenebre ridotto a poco più di uno spauracchio relegato in una favola per bambini che riscuote solo risatine e strizzate d’occhi.Il tempo, l’oblio ci hanno consumato, rattrappito come la pagina accartocciata di un vecchio libro fra gli implacabili tizzoni di una brace ardente.
Il sole è calato oltre l’orizzonte e i loro mormorii si fanno più intensi. Risuonano nelle mie orecchie vividi e distinti, come se stessero sussurrando le loro maledizioni proprio lì, a un passo da me. I loro propositi sfiorano la mia coscienza, ridestando un desiderio di vita che non avvertito da secoli. Se questa deve essere la fine, non sarà la mia.
Purtuttavia, per quanto lo neghi, questa notte i loro passi sono forieri della fine. La mia.
Con un'arma che non ha eguali per forza e devastazione. La disillusione che tutto annienta, anche noi, progenie del buio.Il più piccolo di loro avanza con una sicumera che dovrebbe essere ignota a una creatura tanto giovane. Minuto e esile, simile a un fuscello, solca il pavimento di legno con i suoi piedi nudi, lo sguardo vuoto, sorretto dall’appoggio dei suoi che attendono sull’uscio. Non scorgo fratture nel suo cuore, non c'è innocenza in lui. Egli è ora il mostro.
Schiude le labbra e la mia condanna è decretata.Solo tre parole, parole di potere, pronunciate con animo saldo e io non esisto più.
«Tu non esisti.»
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500 words -Tiny Stories Collection
Short StoryRaccolta di novelle brevissime create per il contest indetto dal profilo AmbassadorsITA "Mettiti in Gioco anche Tu! #2". 15 prompt. Molte prove, molte idee. Mettetevi comodi e buona lettura.