La casa di un poeta

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29/11/18

Ho immaginato di poter guardare le stelle con te. E ti rivelo che è stato come realizzare uno dei miei sogni preferiti. L'erba era umida sotto i nostri corpi, riscaldati da pesanti giubbotti. Le nostre mani si stringevano in un legame amorevole e dolce, scaldandosi a vicenda. Il tuo viso era illuminato dalla leggera luce della Luna. Le nostre ombre si confondevano tra il blu della notte, mescolandosi con mostri in agguato alle nostre spalle acquattati tra fili d'erba portatori di rimpianti mai veramente perdonati. Il rumore di sottofondo creato da un esercito di cicale in una lieta frenesia. E le stelle erano sicuramente la cosa più bella dopo di te. Così timide e lontane e piccole. Così realmente poco ammirate, così poco amate da noi umani. Noi umani così piccoli in confronto a tutto questo. A noi che ci crediamo il centro dell'universo, non siamo nemmeno il centro della nostra galassia, siamo semplicemente un punto a fine di un periodo lunghissimo, un puntino che nemmeno sempre viene messo. Le galassie complessivamente sono circa 100 mila, sebbene il 90% non sia visibile. A questo punto, moltiplicando per tutta l'estensione del cielo si arriva a una nuova, incredibile, stima del numero di galassie nell'Universo osservabile: circa 2 mila miliardi, ovvero 2 trilioni. Ora, tu riesci a immaginarti tutto questo spazio immenso? Io sinceramente no. Ah, quanto si sbagliava Dante quando ha progettato la costruzione del mondo, non siamo il centro di nulla, nemmeno del Sistema Solare, figuriamoci di un'entità superiore. Sono sicuro che se dicessi questo ad alcune persone, gli crollerebbe il mondo. Non bisogna preoccuparsi di quello che si fa, non ci si deve preoccupare delle punizioni dell'universo, probabilmente lui non sa nemmeno della nostra esistenza. Ci siamo seduti, bagnandoci sempre di più, ogni volta che i minuti passavano. Non ci siamo detti nulla, non abbiamo avuto alcun tipo di conversazione, ma il solo vederti sorridere felice, mi ha comunicato della tua felicità in quel momento. Ho sempre trovato sorprendente la luce, una luce vecchia, che emanano le stelle che noi vediamo. Mi fa un certo che, pensare che i fasci luminosi che producono i corpi celesti che tanto amo vedere, non sono quelli immediati, ma quelli di anni, secoli fa. La luce non arriva subito, se una stella si trova a dieci anni luce dalla terra, la sua luce, quella che vediamo noi, sarà quella di dieci anni fa. Mi piace immaginare che cosa è successo alla stella, anche se l'unica fine che può fare è quella di disintegrarsi, mi piace pensare a come è avvenuto questo cambiamento nel cielo. E' esplosa come una regina o è stata risucchiata da un buco nero come una schiava? Oppure è ancora là e la luce di questo momento la vedrò tra dieci anni? C'è stato, ad un certo punto, un momento nella quale ho sentito il tuo fiato caldo, sul mio collo. Ho sentito anche i brividi di piacere e agitazione attraversarmi tutto il corpo. Mi sono voltato di scatto e ho notato la tua testa appoggiata delicatamente sulla mia spalla sinistra. Mi è dispiaciuto aver dato più attenzione alle stelle timide e pallide del cielo che alla stella gioviale e luminosa al mio fianco. Ho sorriso mentre accarezzavo rapito i tuoi capelli rosa come il colore delle tue guance. Ho sorriso mentre ho accarezzato il contorno della tua mascella definita. Ho sorriso mentre ho appoggiato le mie labbra screpolate sulla tua fronte. Ho accostato prima una mano al mio cuore e poi l'altra al tuo. Quando ho sentito che battevano in sincronia, ho percepito i taglietti delle mie labbra aprirsi di più a causa del sorriso enorme che mi era spuntato. Questo succede fra amanti, fra una madre e il suo bambino, ma anche fra maestro e discepolo, un rapporto profondo che va ben oltre le leggi di causa ed effetto, la sincronicità: qualcosa di misterioso che pervade tutta l'esistenza. I tuoi occhi chiusi donavano al tuo viso un qualcosa di regale e semplice allo stesso tempo, da farmi quasi credere che tu fossi un angelo o una creatura non realmente esistente. Stavi dormendo ed eri la cosa più perfetta che avessi mai visto. Sono rimasto sveglio. Ho visto la Luna che lentamente cadeva, che lentamente smetteva di risplendere da questa parte del mondo, che lentamente andava ad addormentarsi per lasciare spazio al Sole, che avrebbe inaugurato una nuova giornata. Ed è stato in quel momento, in quel momento dove tutto sembra sospeso in uno spazio temporale, dove la luce rosata del Sole si fonde con le tenebre della notte, quel momento in cui il mondo sembra riprendere vita e lasciare alle spalle le paure e le bellezze che la notte lascia e regala al suo passaggio, che ti ho svegliato. Ti ho svegliato per mostrarti quel punto bianco in mezzo ad una guerra di colori opposti, un punto bianco che con braveria invadeva il mezzo del cielo, che si sarebbe mostrato per ancora poco tempo. Quel punto aveva il nome di Sirio, ed era la stella più luminosa del cielo, che si mostra vivamente solo in quel lasso di tempo tra il tramontare della Luna e il risveglio del Sole. Una stella amata e temuta nell'antichità, una stella sublime, che trasmetteva attrazione e terrore. E mentre tutto si faceva sempre meno concreto e più evanescente intorno a me, segno che stavo per ritornare nel mondo reale, tu mi hai stretto ancora di più la mano e hai posato un bacio, con le tue pure labbra, sulle mie impure, facendomi credere di poter sciogliere quel groviglio di immensa naturalezza che il cielo aveva creato in quel momento.

Fa#

La casa di un poeta
È una luna nel deserto
È un diamante in mezzo al fango
È il segreto di un bugiardo
La casa di un poeta, Ultimo.

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