Canzone stupida

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18/08/18  

I tuoi capelli sono come lo zucchero filato alla fragola di una sagra di paese, rosa che più rosa non si può. Sono soffici quanto questo? Sai vorrei accarezzarli come vedo fare alle ragazze per strada quando baciano i loro ragazzi. Perché non dicono nulla a loro, perché se ci provassi io inizierebbero a fare e dire le peggio cose nei miei confronti? E' sempre amore alla fine! Non importa ci sono abituato. Non esiste solo la Corea, posso andare in altri Paesi nella quale la mentalità è più aperta. Gli Stati Uniti sono la prima cosa che viene in mente. Ho sempre sentito parlarne come se fossero il sacro graal. Lo trovavo esagerato, infondo è uno Stato come un altro. Ok, ci saranno molte tecnologie avanzate, ma è uno stato relativamente nuovo. Ma ora, che mi rendo conto che là potrei vivere senza preoccuparmi di nulla se non arrivare a fine mese, mi sembra il Paradiso. Magari là troverò la mia bella Beatrice, a cui dedicherò i versi più belli che io abbia mai sentito. Oppure troverò il mio Virgilio, dato che sono gay e preferisco la Dantilio. Sì, mi piacerebbe trovare qualcuno come Virgilio, così aperto di mente e colto da fare invidia anche allo scienziato o scrittore più bravo. Nonostante ammiri Dante, preferisco di gran lunga Petrarca. Laura era una donna, Beatrice era un angelo. E a me non piacciono gli angeli, ma tu fai eccezione. Gli angeli sembrano irraggiungibili, ed effettivamente lo sono. Creature stupende che hanno le ali. Mia mamma, quando ero piccolo, mi diceva che ognuno di noi era un angelo, dovevamo solo avere la forza e il coraggio di aprire le nostre ali. Ci credevo, al fatto che fossimo tutti angeli, e a volte provavo ad aprire le mie ali, ma ogni volta giungevo alla conclusione che non avevo abbastanza forza e coraggio. Poi con il tempo ho capito, che di angeli ce ne sono pochi, quasi nessuno. Ma non li ho mai visti volare, tu voli? Io no, non volo, non sono nemmeno un angelo, sono solo un'anima del Purgatorio che ha ancora molte cornici da attraversare prima di arrivare alla Rosa dei Beati. Invidia e accidia sono i vizi capitali che mi affliggono. L'invidia è la tristezza per il bene altrui percepito come male proprio. L'accidia è il torpore malinconico, inerzia nel vivere e nel compiere opere di bene. Pigrizia, in parole povere, di commettere gesti così identificati come benevoli per le altre persone. E c'è un motivo però. Sono stufo, sono stanco. Qualcuno ha mai fatto del bene a me, a spese proprie ? No, quindi perché dovei farlo io? Non si risolve nulla, lo so, deve esserci qualcuno che fa il primo passo, ma credo di aver sofferto abbastanza nella mia vita, tanto da non fidarmi delle persone. L'invidia invece è data dal continuo chiedermi perché le persone sono così felici e spensierate e io no. Fin da quando ho ricordi chiari, perché ho sempre dovuto soffrire io? Dicono che la ruota giri, ma io non ho ancora visto i frutti. Quando ero piccolo però, un angelo l'ho conosciuto. Era più grande di molto. Mi ricordo che mi ha accompagnato a scuola fino alla terza elementare. Quindi deduco che fosse già maggiorenne all'ora. Mi ricordo che aveva i capelli e gli occhi neri come il carbone. Solo che lui era il carbone dolce che le nonne regalano ai nipotini nel giorno della Befana, oltre ai ciccolatini ovviamente. Mi ricordo che era tanto alto. Mi divertivo ad aggrapparmi al suo collo fingendo di essere su una giraffa. Era sempre gentilissimo verso chiunque, indistintamente. Non ha mai portato rancore a nessuno. Non l'ho più visto in giro però. A volte mi manca, sai. Ho ancora i peluche che mi regalava ogni volta che ci vedavamo. Non ne ho mai buttato nessuno. La notte, prima di addormentarmi li abbraccio, immaginando di stringere te. Immagino il tuo promufo alla vaniglia che mi avvolge, mentre io tengo le mie braccia strette alla tua vita. Se mai diventassimo quello che sogno da un po' non ti lascerei andare per alcuno motivo. Sarebbe come un sogno che si realizza. E forse sembrerà stupido e infantile, ma altro non riesco a dire. Queste sono lettere piene di un me che nessuno conosce. Sono piene di un me che nessuno mi ha mai chiesto davvero di mostrare. A volte mi dispiace, perché avrei molto da raccontare, ma nessuno me lo chiede mai. Nessuno mi chiede mai di parlare di me. Nessuno ha mai abbastanza tempo da dedicarmi nella quale mi ascolta rimanendo in silenzio, senza dire una parola. E non perché io voglia tutta l'attenzione per me, ma perché non riuscirei a parlare altrimenti. E sembrerà strano, perché le cose si dicono quando hai qualcuno con cui discuterne, ma io mi sento a disagio a parlare con gli altri. Facevo fatica a dire ti voglio bene a quell'angelo che ho incontrato da bambino, perché mi imbarazzavo assai, senza alcun motivo, perché un ti voglio bene è un ti voglio bene. Eppure perché riesco a dirti "ti amo" senza problemi in queste lettere? E probabilmente non te ne accorgi, ma io urlo che ti amo in ogni virgola o punto che mettto. In ogni parola che scelgo per far sembrare il tutto meno idiota di quanto sia. Però è prorpio questo mio modo di comunicare agli altri il mio affetto che li ha fatti allontare. Io sono troppo complicato e mi maledico per questo. Non c'è nulla di difficile in un "Ti voglio bene", eppure io faccio fatica a dire pure quello senza fare similitudini che solo io riesco a capire. E le persone hanno bisogno di sentirsele dire certe cose. Ma io non ne sono capace. Ho provato a cambiare, ma invano. Alla fine riuscivo sempre a deludere le persone. E io odio deludere gli altri. Riesco a deludere me stesso in tutti i modi possibili, ma gli altri no. Molti se ne fregano, perché la persona più importante della nostra vita, dovremmo essere noi. Ma io non ne sono capace. Non ci so fare con le persone, e alla fine se mi abbandonano ci stiamo male entrambi. Loro per un periodo minimo, perché alla fine non sono una persona che merita davvero tante lacrime. Io invece ci sto male una vita. Perché con il susseguirsi della vita, e della solitudine per il mio non saperci fare, il vuoto nel cuore si dilata. E chi mi dice che un giorno non mi inghiottirà?

Fa#

Canzone stupida
Canzone stupida
Come me, come quello che scrivo, oh

Canzone stupida, Ultimo.

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