Dove il mare finisce

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31/10/18

Ho pensato molto prima di scrivere ciò, ma alla fine mi sono reso conto che ho bisogno di esternare questo mio problema in un qualche modo. So che non mi risponderai, non ne avrei la possibilità e comunque non credo nemmeno la voglia. 

Soffro di attacchi di panico, da quando ho circa undici anni. Ogni volta che sento degli urli, sento il mio cuore che accelera, che siano urli di felicità, di gioia, di spensieratezza, di rabbia, di tristezza. Per i primi il massimo che succede è il cuore che sembra possa andarmi in tachicardia da un momento all'altro e la testa che scoppia. Per i secondi diventa un po' un problema un po' più importante. Quando queste urla arrivano al mio orecchio, sento automaticamente le gambe molli, sembra possano cedere da un momento all'altro. Lo stomaco sembra mettersi sottosopra e mi si chiude. Il mal di testa diventa martellante. L'aria non entra più nonostante io continui ad inspirare dalla bocca. Sento gli occhi che fanno male dal tanto bruciare. Cerco di fare in modo che le lacrime rimangano all'interno dei miei occhi, ma ogni volta vanno a scontrarsi con la pelle secca del mio volto. 

Non so come siano iniziati questi attacchi, sembra sia iniziato tutto con un battito di ciglia: la mattina prima era tutto normale, quando sentivo le urla dell'insegnante arrabbiata per il comportamento della classe , me la ridevo sotto i baffi. Poi il giorno dopo quando ho sentito le solite parole dette e stra-dette, mi sono sembrate più alte e taglienti del solito con quel tono. E mi sono reso conto che se la mia forza di volontà non avesse retto, sarei scoppiato a piangere un secondo dopo. 

Ero talmente fuori di me, con gli occhi fuori dalle orbite, che la professoressa ha interrotto la ramanzina che ci stava facendo, per mandarmi in bagno. Quel giorno, il primo di altri mille che avrebbero seguito, mi sono chiuso nella cabina del bagno e sono scoppiato a piangere. Come ho detto prima, le gambe non reggevano il mio peso che all'epoca tanto leggero non era, e i respiri sembravano incapaci di fare il loro dovere. Quando mi fui calmato, probabilmente era passato un bel po' di tempo, ma l'insegnante non aveva mandato nessuno a controllare, probabilmente non gliene fregava nulla. Sono uscito e ho fatto finta di nulla, come se non fosse successo niente, come sempre del resto.

Forse ti sembro solo una persona depressa che non ha niente da fare nella vita, oppure solo un bambino, non lo so, so solo che quando ho i miei attacchi basta pensare a te e alla calma che mi trasmetti e tutto sembra andare meglio. 

Fa#

Sai che non mi sento importante
Anzi son fragile
è la paura che insiste
E sai che non ho un posto nel mondo
Quindi cercarmi dove il mare finisce  

Dove il mare finisce, Ultimo.

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I capitoli sono sempre più corti e schifosi, it's not good.

❝ peter pan ❞Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora