Il Ballo Delle Incertezze

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26/10/18

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26/10/18

"Il mare di ghiaccio", o "Il naufragio della speranza". Il primo è il titolo effettivo di questo dipinto, il secondo è il titolo più simbolico. Questo è uno dei miei dipinti preferiti di Friedrich. Caspar David Friedrich è un pittore tedesco ottocentesco. E' uno dei massimi esponenti dell'arte romantica. Nasce il cinque settembre del 1774 a Greifswald, cittadina della Pomerania svedese.  Era il sesto di dieci figli dei due coniugi  Adolf Gottlieb Friedrich e di Sophie Dorothea Bechly, che morì il 7 marzo 1781 quando il pittore era ancora un bambino. In seguito morirono altre due sorelle, Elisabeth e Maria. Ma per Friedrich la perdita più pianta fu quella del fratello Johann Christoffer nel 1787. Aveva tredici anni all'epoca e vide il fratello morire davanti ai suoi occhi. Stavano giocando su una lastra di ghiaccio, stavano pattinando, ingenuamente pattinando. Ma a volte la vita può essere crudele e la lastra di ghiaccio si ruppe. Friedrich rischiò di morire in quel momento, ma non successe: il fratello andò in suo soccorso. Purtroppo, questo gli costò la vita. Annegò, inalando il suo ultimo respiro davanti al fratellino. Quest'avvenimento segnò molto il pittore, che non si riprese più dai sensi di colpa. In questo dipinto commissionato dal collezionista Johann Gottob van Quandt, oltre a cogliersi l'allusione alla forza primordiale della natura e quella di un significato prettamente politico, agli osservatori più attenti è dato di sapere il vero significato di questo quadro. Quest'opera ha un' accezione morale molto forte per il pittore. Ora, non sono un critico d'arte e non sono nemmeno la persona migliore per descrivere il quadro con obbiettività, ma sono un semplice ammiratore e appassionato del pittore. Secondo me, questo quadro urla il nome del suo creatore. Qui si vede l'essenza peccaminosa di Caspar. Ma peccaminosa, non vista da un punto giuridico o morale, ma vista dall'ottica di Caspar David Friedrich. Come ho detto prima, lui non si è mai perdonato la morte del fratello. Quella piccola nave, quasi invisibile, nel lato destro del dipinto ormai pronta ad affondare, a parer mio si può identificare la figura del pittore, ormai in balia di mali inguaribili talmente radicati nella sua anima. E' una nave pronta al naufrago, pronta alla distruzione, una distruzione in mezzo alla bellezza più fredda e silenziosa del ghiaccio. Ma è piccola, piccola e indifesa davanti a tutta quella grandezza. E' una nave che si nasconde, per la vergogna, per la rabbia, per la paura, per la timidezza, questo dipende dall'interpretazione che si affida a questo disegno. Il ghiaccio è la maestosità fatta natura, ma è anche la morte, la morte di  un'anima pura e giovane, di un'anima ingenua e genuina. E ancora mi chiedo come una nave, torno a ripetere, così piccola ed indifesa, possa generare una catastrofe così grande come la rottura di un capolavoro solitamente tranquillo e semplice. Ogni volta che osservo questo quadro, rabbrividisco, che sia inverno o estate. Rabbrividisco per i colori utilizzati, per come mi fanno sentire spaesato e spaventato, a disagio e suscettibile al freddo che emana il quadro. Ma rabbrividisco anche per come mi sento coinvolto in questo movimento d'affondo. A volte mi sento anche io così, una nave pronta a sprofondare, sprofondare schiacciata da ricordi che credevo aver cancellato. Sprofondare schiacciata da sensi di colpa che sembrano eterni. Sprofondare schiacciata da consapevolezze. Schiacciata da una solitudine talmente distante e silenziosa quanto presente e assordante. Chissà se Friedrich in sua moglie ha trovato un'ancora di salvezza, giusto per rimanere in tema, chissà se ha trovato quel salvaggente che gli è servito a salvarsi da un morte certa. E chissà se io lo troverò. Per il momento viaggio in un sentiero di sogni infranti nella quale l'unica luce sei tu. Eppure sembri tanto lontano, forse sei realmente così lontano se non di più. Non sai nemmeno della mia esistenza, non sai che la mattina mi sistemo i capelli biondi, anche se non so esattamente nemmeno io di che colore sono, solo per sembrare presentabile davanti ai tuoi occhi se mai ti incontrassi per strada e come se non ti guardassi solo attraverso la vetrina del ristorante davanti a casa tua. Non sai che passo ore davanti all'armadio solo per scegliere alla fine, come ogni volta, una felpa troppo grande perché mi vergogno del mio corpo e dei jeans totalmente neri, che ormai ho più paia di pantaloni uguali che altro, solo per non sembrare un cialtrone ai tuoi occhi se mai mi incrociassi per strada. Non sai come arrossisco osservando il tuo sorriso, quello che rivolgi sempre al tuo amico, mentre parlate sempre nello stesso tavolo. Il tuo è un sorriso tanto carino e genuino, che mi migliora la giornata al solo pensiero. E rimarrei lì ore, ore appoggiato con la testa alla mia mano ad osservare come i tuoi occhi si chiudono leggermente quando contrai le labbra. Labbra dello stesso colore dei boccioli di rosa che risaltano sulla tua pelle bianca come la neve. Vorrei non essere una persona tanto timida, così potrei avvicinarmi a te e parlarti e sorriderti. Mi basterebbe anche un semplice sorriso. Oh non immagini quanto mi farebbe fremere il cuore. 

Fa#

 E ci sarà
Tra la gente che aspetto
Chiunque ha
Rischiato tutto ed ha perso
Che per stare in pace con te stesso e col resto
puoi provare a volare lasciando a terra te stesso  

Il ballo delle incertezze, Ultimo. 

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