capitolo 5 - L'affetto

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L'affetto. Ricordo ancora le prime sensazioni di interesse verso un compagno che incontravo a scuola nei corridoi. Era la terza elementare, eravamo bambini ma così spontanei e puri. La mia prima vera "cotta" l'ho avuta proprio in quell'anno lì con un bambino biondo con occhi nocciola di nome Davide.

Era una di quelle storie da bambini dove ci si salutava con la manina da lontano nel corridoio o nel giardino della scuola, oppure ci si regalava un oggettino significativo ma senza spiccicar parola e scappando via dopo esserselo scambiato. Insomma, proprio il primo vero affetto genuino e naturale della mia vita. Beh, diciamo il fatto che non ci parlavamo non ha aiutato molto nel proseguimento della nostra storia per così dire "a distanza" ma anche se ci fossero state più conversazioni tra noi (oltre alle letterine o ai messaggi cartacei che ci lasciavamo in classe sul banco) sarebbe stato inutile perché l'anno successivo mi trasferii in un'altra scuola e rividi solo dopo molti anni il Davide della mia terza elementare.

Questo breve excursus (=divagazione) in realtà mi fa inevitabilmente approdare al mio primo vero amore. Avevo 15 anni, mi sentivo già grande e in cerca di qualcosa. Dalle storie e dai romanzi d'amore che leggevo in quel periodo mi ritrovavo spesso a fantasticare su un principe azzurro e su un futuro amore. E così inaspettatamente arrivò lui, Simone.

Siamo stati insieme così tanto per la giovane età che avevamo, siamo cresciuti e abbiamo vissuto moltissime delle prime esperienze giovanili assieme. Io ho assistito alla sua prima vera sbronza di Capodanno, e avrei davvero voluto risparmiarmela sai, ma ero fatta così. Ero sempre presente, ero la sua migliore amica prima di tutto. Parlavamo moltissimo e condividevamo ogni momento possibile insieme. Il nostro primo viaggio appena compiuti diciott'anni è stata un'esperienza unica ma non indimenticabile. Perché? Beh, perché eravamo così diversi dopotutto.

Iniziammo ad essere molto amici sin da subito. Lui mi faceva così ridere. Era una bella sensazione: era tranquillo e pacifico, era dolce e buono. Tutto quello che mi serviva e che cercavo in quel momento così burrascoso della mia vita, cioè il periodo clou della mia adolescenza e dei litigi con mio padre.

Simone era il fidanzato perfetto. Mi scriveva lettere d'amore, mi faceva i regalini, mi portava al cinema nel weekend, mi aveva presentato ai suoi genitori e mi considerava proprio come la sua vera fidanzata. Ero felice in quel momento, lo ammetto. Ma non durò per sempre. Ben presto gli anni passarono: io crescevo, mi responsabilizzavo, studiavo e mi diplomai. Lui rimase adolescente.

Eravamo molto diversi dopotutto, più di quello che pensavamo all'inizio appena conosciuti. Avevo 19 anni e la differenza tra noi era diventata incolmabile. Mi sentivo piena di energia e d'intraprendenza, ero alla continua ricerca di qualcosa, di risposte. Lui rimaneva fermo, io andavo avanti e ad una velocità incredibile. Così, dopo circa un anno e mezzo di alti e bassi e quando arrivammo al punto in cui io ero una studentessa universitaria lavoratrice, avevo la mia macchina che pagavo a rate e il mio futuro era lì davanti a me che mi tendeva le braccia, decisi di farla finita. In tutti i modi provai e riprovai a risolvere i nostri dissidi, ad appianare quel baratro che stava aumentando sempre più ma senza nessun risultato.

Così mi ritrovai davanti ad un bivio. E quello che sto per scrivere è il primo vero insegnamento amoroso che imparai nella mia vita. Immagini già qual è, vero? Mi feci coraggio, mi strinsi il cuore nel petto e andai dritta verso il mio futuro, da sola questa volta.

Lui era sempre stato parte di me, della mia vita. C'era stato quando avevo provato così tanta gioia da sentirmi in paradiso e così tanto dolore da pensare di morire. Fu lui a correre ad abbracciarmi quando mi arrivò la chiamata che annunciava la morte di mia nonna. C'era lui sempre in realtà. Immaginavo che ci saremmo sposati un giorno e che avremmo avuto i nostri bimbi felici con noi. Ecco così il primo sogno infranto.

Decisi di essere forte, ne valeva del mio successo, di questo ero certa. Così, davanti a quel bivio davanti a me, decisi di scegliere con la mente e non con il cuore. Decisi di mettere quest'ultimo a tacere per quella volta e di essere forte.


Ad oggi posso dire che quella fu la decisione che cambiò radicalmente la mia vita, che mi fece elevare come persona, che mi fece crescere ad una velocità incredibile e che mi portò ad essere libera, finalmente libera di inseguire le mie mete e i miei sogni senza più sentirmi frenata o rallentata.

Questo è quello che posso lasciare, questo è quello che è importante sapere quando si tratta di primi affetti e soprattutto in giovane età. Mai lasciarsi rallentare, mai lasciarsi frenare o demotivare. Non rinunciare al proprio scopo per un amore che invece di migliorarci e di elevarci ci sembra stia solo bloccando l'esplosione che sentiamo dentro.

Continuando lungo il percorso di crescita ovviamente si sono presentati dei bivi simili a questo appena descritto ma come poter non spendere alcune parole sul momento di crescita per eccellenza, ovvero...


//spazio autrice//


Ciao a tutti!

Ricordate il primo amore? Beh, come dimenticarlo dopotutto...

Chi era? Cosa è successo? Scrivete nei commenti sono curiosa!!!

Sono in partenza  perciò aggiornamento previsto per la prossima settimana... (o lunedì o martedì, I promise you)

good night :)


Eccomi di nuovo ragazzi! Voglio fare un breve annuncio dell'ultima battuta...

questa storia è iscritta al CONCORSO PLUMP WORDS 2019, iscrizione fatta il 22.02.2019...

DAI, AIUTATEMI A VINCERE! Votate e commentate!

Baci,

SC


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