3° PRIMO BACIO

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POV JIMIN

Uscì dalla stanza sbattendo la porta, me ne andai in salotto sedendomi nel comodo divano, Rimasi seduto per non so quanto tempo finché il viso triste di Lilith mi ritornò in mente invadendo i miei pensieri. I suoi occhi tristi mi guardavano e il mio cuore batteva all'impazzata senza che sapevo realmente cosa stava succedendo.  Mi alzai dal divano andando in camera mia cambiandomi. Indossai dei semplici jeans neri con degli strappi nelle ginocchia, una maglia a maniche corte nera e le mie scarpe nere. La maglia a maniche corte lasciava intravedere alcuni dei miei tatuaggi, il mio corpo ne era coperto. Uscì dalla mia stanza  e andai in cucina a prepararmi il pranzo. Dopo aver mangiato lavai le cose e andai da Lilith che dormiva. Sospirai, restai a guardarla per non so quanto finche sentì dei piccoli mugolii uscire dalle sue labbra secche. Andai in cucina per poi ritornare nella stanza e poggiare il bicchiere d'acqua nel comodino accanto al letto.

Io- Scusa...-

Uscì dalla camera, uscì di casa andando a fare una piccola passeggiata. Stavo camminando per le strade di Seul che brulicavano di persone che si fermavano in mezzo al marciapiede, dei bambini che urlavano e delle coppiette che passeggiavano. Sentì i nervi salire alle stelle quando un gruppetto di ragazze mi passarono accanto guardandomi e ammiccando spudoratamente. Sbuffai irritato. Ripresi a camminare quando un annuncio alla grande televisione mi fece fermare.

ANNUNCIO

Ragazza di 20 anni, scomparsa nelle vie di Seul. Ultimo avvistamento verso le ore 22:30.

Il fratello chiede aiuto.

Questa è la ragazza scomparsa ( foto della protagonista che immaginate ).

FINE ANNUNCIO

Sentì il cuore riiniziare a battere, la paura iniziò a scorrere in me e la voglia di portare Lilith lontano di qui aumentò. Aspè.... da quando mi importa di quella ragazzina? Io... devo ucciderla. Non posso innamorarmene.

Sbuffai per poi ritornare sui miei passi e tornare a casa mia. Entrai nel salotto, dopo di che andai nella stanza di Lilith e appena aprì la porta trovai Lilith sdraiata a pancia all'aria che respirava affannosamente, la pelle bianca, gli occhi chiusi e la bocca semi aperta in cerca d'aria. Mi avvicinai a lei, sedendomi nel lettino, dopo un poco riuscì a farla sedere nel letto.

Io- Che hai??-

Lilith- N-Nulla.... N-Non... P-Preoccuparti...-

Io- Lilith, se stai male dimmelo. Non tenermi le cose nascoste.-

Lilith- Ma davvero? O-Ora ti importa? N-Non dovevi... U-Uccidermi?-

Sentì la rabbia crescere in me, così mollai la presa sulle sue spalle facendola di conseguenza cadere nel lettino. Un gemito di dolore uscì dalle sue labbra e io mi pentì della mia azione non appena vidi una lacrima solcare la sua guancia pallida.

Io- Per una volta che voglio aiutarti tu fai così! Arrangiati!-

Mi alzai dal lettino e velocemente uscì dalla stanza, chiusi a chiave la porta e mi lasciai scivolare a terra con la schiena premuta contro il freddo legno. Portai le mani tra i capelli tirandoli, chiusi gli occhi e sospirai. Alzai lo sguardo fissando il nulla. Rimasi seduto davanti la porta per non so quanto tempo finchè sentì le gambe indolenzite. Mi alzai da terra e andai in cucina a preparare qualcosa. Dopo aver mangiato misi del cibo avanzato in un piatto, presi delle bacchette andai da Lilith a farla mangiare. Aprì la porta, trovando Lilith seduta nel letto che fissava il nulla, i suoi occhi erano lucidi e nelle sue guance potevo notare benissimo la scia delle lacrime. Appena sentì la porta aprirsi cercò di asciugare le lacrime con le maniche dalla felpa oramai logora. Mi avvicinai al letto, posando il piatto sul comodino, mi sedetti nel lettino posando il piatto sulle sue ginocchia e aspettando che mangiasse, ma vedendo che non accennava a mangiare presi le bacchette, presi il cibo e lo avvicinai alla sua bocca che non accennava a voler mangiare. Leggermente irritato con la mano libera gli presi il mento schiacciandolo leggermente per fargli aprire la bocca e una volta che l'aprì gli misi il cibo nella bocca facendola mangiare. Dovetti fare così finche il piatto si svuotò. Una volta finito di farla mangiare rimasi seduto nel suo lettino per qualche minuto, finche stanco del silenzio presente sbuffai insiziando una conversazione.

Io- Non ringrazi che ti ho fatto mangiare?-

Lilith- No. Avevi detto che non m iavresti fatto mangiare finche non ti avrei trattato come volevi.. eppure mi sembra di non averti trattato bene.-

Io- E possibile che uno ti tratti bene e tu devi rispondere così? Non penso che a tuo fratello tu lo tratti così.-

Di scatto si girò verso di me guardandomi con preoccupazione.

Lilith- Cosa sai di mio fratello?!-

Io-Ho visto la foto sul tuo cellulare.-

Lilith abbassò il viso, facendo scivolare i suoi capelli davanti al viso. 

Io- Cosa nascondi?-

Lilith non disse nulla. Rimase ferma a fissare il nulla mentre i suoi capelli biondi le oscuravano il viso. Sospirai sconfitto all'idea che non avrebbe detto nulla, così mi alzai dal lettino, mi girai per uscire dalla stanza ma Lilith prese la mia mano tirandola leggermente. Mi girai a guardarla e quando vidi i suoi occhioni verdi ricoperti di lacrime sentì il cuore spezzarsi. Mi sedetti nel lettino prendendo la sua mano nella mia e stringendola cercando di trasmettergli un poco di coraggio. Lilith sospirò e guardò le nostre mani unite, notai le sue guance diventare rosse e sentì le mie andare a fuoco mentre il mio cuore batteva freneticamente.

Lilith- Qualche giorno fa... litigai con mio fratello James. Il nostro non fu un litigio come gli altri... James... non aveva mai usato la violenza su di me e su nessun altro, ma quel giorno...-

Io- Cosa è successo?-

Lilith- I miei genitori stanno divorziando... James lavora in un ristorante... mio padre vuole James con se, mia madre pure vuole lui... nessuno vuole me. Stavamo parlando quando lui ha tirato fuori l'argomento del divorzio. In quel momento mi sono arrabbiata, perché nessuno dei miei genitori vuole me e così gli ho detto che doveva smetterla. Il suo comportamento mi ferisce. Ma lui non mi ha ascoltato... continuava a ripetere che io dovevo stare con entrambi i nostri genitori e io mi arrabbiai dicendogli che lui non sapeva cosa significasse non esser voluti. James si arrabbiò e mi spinse. Non usò troppa forza ma quella che usò bastò a fari cadere. Mi chiese scusa ma io me ne andai a fare una passeggiata... ma poi... incontrai te... e ora eccomi qui.... a pensare alla mia famiglia...- 

Guardai i suoi occhi e notai i sensi di colpa. La loro lucentezza bastò a farmi sentire un mostro. Io l'avevo portata via dalla sua famiglia, certo a quanto pare loro non la volevano ma io ho sbagliato.

Io- Scusa. -

Lilith alzò la testa guardandomi confusa e sorpresa.

Io- Ti ho stappato alla tua famiglia... I-Io...-

Lilith- Jimin... non fa nulla.-

Mi alzai dal lettino e mi girai pronto per andarmene quando la sua voce mi fece bloccare. 

Lilith- Se esci da quella porta... mi perderai. Non starò qui buona ad aspettare un tuo movimento. Non starò qui ad aspettare la mia fine.-

Mi girai verso di lei.

I miei occhi incontrarono quelli chiari di lei, le lacrime scorrevano da essi mostrando tutto il dolore che possedeva il suo piccolo corpo scosso da spasmi. Mi avvicinai a lei sedendomi sul bordo del letto, portai una mano sul suo viso asciugandole le guance solcate da lacrime.

Guardai i suoi occhi specchiandomi al loro interno, mentre il mio cuore non accennava a calmarsi. 

Portai una mano sul suo mento, toccando con un dito il suo labbro inferiore tastandolo.

Lentamente mi avvicinai al suo viso, pochi centimetri ci dividevano, sentì il suo fiato mischiarsi col mio mentre le mie labbra bramavano le sue. Lentamente azzerai la distanza tra noi, facendo combaciare le nostre labbra in un piccolo bacio. 

PRIGIONIERA DEL CUORE~PARK JIMIN~ BTS~Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora