Io sono Deàk Endre Dàniel, ho 18 anni mentre sto scrivendo questo libro.
questa idea mi è venuta mentre mi stavo facendo un bagno nella mia villa, con la finestra aperta che si affacciava su una BMW M5 piuttosto costosa di mio padre.
Una Toyota chr e la mia BMW M3, ed ancora neanche ho la patente.La prima domanda che potrebbe venirvi in mente è:
"È un libro dove parli di depressione e blocchi mentali e ti descrivi subito come un riccone?"
Bhe avete presente quando tutti dicono:
"i soldi non fanno la felicità"?
Non è del tutto falso, certo adoro avere sempre soldi a portata di mano, adoro non dover risparmiare.. Ma... In tutto questo c'è un "ma.."
È cioè che non sempre è stato così
Sono nato in una bellissima città chiamata Budapest (avete presente la capitale dell'ungheria? Ecco quella)
Qui io vivevo con mia madre che mi vuole tanto bene, si chiama Blangy.
Ed un padre che non mi voleva tanto bene a quanto ho capito, visto che è scappato quando avevo 3 anni.
Mia madre diceva sempre che era un ubriacone.(Mah...sti padri non li capisco.)
Insieme a noi viveva anche mia nonna e mio nonno, cioè no.. in verità eravamo noi a vivere con loro, sapete com'è, c'è la crisi.
No ok a parte gli scherzi, quella casa era un buco, proprio piccola, mia nonna che pesava 120kg manco passava dal corridoio.
Ed il bagno era... Un bagno, nel senso che aprivi la porta e vedevi un cesso, e basta, sulla sinistra c'era un altro bagno ma senza gabinetto.
Con 2 vetri messi uno davanti all'altro che intrippavano di brutto.(intrippare per chi non sapesse cosa sia è tipo "bloccarsi" su una cosa in modo ossessivo)
Tipo quando vi fumate una canna e siete così carenti di energie da guardare il vuoto pensando:
"cazzo"
Ma facendo i seri.. era tipo una stanzetta 2m x 2m,
(una cosa ridicola) alla sua destra c'era la cucina.
Due persone ci entravano a fatica ed era tutta in lunghezza, quindi tipo 1m x 3m o qualcosa del genere.
Da una parte del corridoio e "blah blah blah".. che noia descrivere tutta sta casa, facciamo una cosa.
Io ve la descrivo, poi per chi vuole saltare sta parte scrolli fino a "QUI"Dicevo... Da una parte del corridoio vi era uno dei due saloni, dall'altra parte un'altra.
Nella prima ci ho passato tutta la mia infanzia.. giocavo sempre li perché era bella grande, l'altro salone invece non si usava, ne tantomeno si sporcava.(era dove lavorava mia nonna che al tempo insegnava spagnolo da privatista)
e quindi niente, li era off-limits.
Nel salone che ho citato prima invece lavorava mio nonno (che insegnava inglese da privatista).
Lui è sempre stato un tipo simpaticissimo...adoravo mio nonno.
Non che ora non lo adori, ma purtroppo sono successe delle cose che per l'appunto vedremo durante lo svolgersi di codesta storia.La mia stanza era accessibile dal salone di spagnolo, il che significava che ogni volta che vi era una lezione io non potevo ne uscire, ne quantomeno entrare.
In più era la porta accanto al salone, quindi io sentivo tutti e tutti sentivano me.
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Il Blocco
Short StoryCon questa autobiografia voglio trasmettere a tutti coloro che.. Incomprensivi nel rispetto di chi sta male.. Vede solo l'ombra di una sofferenza, andando così ad influire negativamente sull'umore di chi. Già affranto dalla vita. Non vede vie d'u...