CAPITOLO 18

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:"Jennifer alzati è tardi!" sento dire da una persona,che non riesco a capire chi sia, che è entrato in camera mia con la voce impanicata,apre le tende e le finestre per far entrare la luce.

:"E lasciami dormire" mugugno io, girandomi dalla parte opposta della finestra.

:"Alzati,tra un quarto d'ora inizia scuola...E siamo in ritardo." mi informa e se ne va. Io mi alzo dal letto e prendo i vestiti ed entro in bagno. Mi lavo e indossa la camicia nera a maniche corte che lascio aperta con sotto una cannottiera bianca e metto dei jeans chiari con le mie converse. Mi faccio una semplice coda alta perche fa veramente caldo e non ce la posso fare. Prendo la mia borsa nera a tracolla e ci infilo i libri, che mi ha dato ieri sera Trevis,il telefono e il portafoglio e scendo di sotto in cucina per vedeee se Trevis è pronto. É seduto a guardare il cellulare con adosso una maglietta rosso scuro e dei jeans neri.

:"Oh sei veloce" dice mentre si alza e viene verso di me per dirigerci in macchina.

:"Grazie... Ma ho fame..." dico sbuffando, Trevis torma indietro e dopo 30 secondi ritorna con una brioche in mano e me la da.

:"Tieni e andiamo" dice prendendo lo zaino praticamente vuoto in confronto al mio, e mettendo gli occhiali da sole neri in testa. Chiude la porta di casa e iniziamo a correre verso la macchina.

:"Come mai il tuo zaino e vuoto?" chiedo una volta dentro.

:"Perchè tanto non le seguo le lezioni" risponde facendo spallucce.

:"E come pretendi di diventare musicista...o scrittore?" chiedo tenendo lo sguardo fisso in strada.

:"Eddai non fare la secchiona" mi schernisce lui.

:"Io non sono secchiona" sbuffo alzando gli occhi al cielo. Il tragitto per scuola é corto,ci abbiamo messo si e no 5 minuti, ed è stato silenzioso. Una volta scesi dalla macchina.

:"Dobbiamo andare dal preside." dice Trevis mettendo gli occhiali da sole davanti agli occhi.

:"Andiamo dal preside"replico io con finto entusiasmo nella voce. Mentre ci avviamo all'entrata,noto la struttura della scuola. È enorme e colorata. Non come i colori di un asilo,ma sono colori che ti infondono gioia:giallo,verde,rosa ecc.. . Il giardino che lo circonda è quasi tutto circondato d'erba,con una fontana al centro.Entriamo dentro la porta in vetro della scuola e ci dirigiamo in presidenza. Percorriamo un lungo corridoio con le pareti bianche,ma che hanno diversi graffiti,come le note musicali,disegni di grandi musicisti, e alcune frasi di grandi scrittori. Arriviamo in fondo al corridoio,davanti una porta di legno di ciliegio con su scritto su una lastra d'oro 'Presidenza' in corsivo. Trevis bussa e sentiamo un 'avanti' dall'interno. Io prendo la maniglia di metallo e la spingo verso il basso. La presidenza è decorata come i corridoi, con diverse foto attaccate sul muro,ci sono molti scaffali che contengono libri e CD. infondo alla piccola stanza c'è una scrivania in legno che ha diversi fogli sparpagliati. Sulla sedia dietro alla scrivania c'è il preside. È un uomo sulla quarantina, secondo me un po' giovane per dirigere una prestigiosa scuola d'arte e musica.Ha una leggera barba nera sul mento,segno che l'ha fatta non molto tempo fa. Ha i capelli neri ben pettinati e gli occhi dello stesso colore. Pensavo che indossasse giacca e cravatta,ma indossa una semplice camicia bianca,con una cravatta blu allentata. Quando si alza per venirci incontro,noto che, invece di portare i pantaloni neri che si abbinano allo smocking, ha dei jeans con delle scarpe da ginnastica...Sembra un tipo strano. Ma cone dice il proverbio: mai giudicare un libro dalla copertina.

:"Buongiorno Trevis" esclama il preside stringendogli la mano con un sorriso.

:"Preside" lo saluta Trevis anche lui sorridendo.

:"Quante volte vi ho detto di non chiamarmi preside,ma semplicemente Damián." dice lui accigliandosi,ma poi ritornare a sorridere. Trevis annuisce.

Jen e Josh... is a love story❤Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora