Capitolo 12.

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Appena i suoi occhi incontrano i miei, sento un buco nello stomaco. Nessuno dei due distoglie lo sguardo e lui mi sorride.

"Bene signor Ergot, si sieda vicino alla signorina Smith." Dice il professore di lettere sedendosi e afferrando il registro di classe.

Appena lo vedo avvicinarsi alla sedia accanto alla mia, abbasso la testa imbarazzata.

Si siede accanto a me e il suo buon odore di menta mi invade le narici.

"A quanto pare è destino." Mi sussurra in un orecchio.

Io ridacchio e annuisco.

Poggia il suo zaino a terra, si tira su le maniche e poggia le braccia sul banco. Ha un sacco di braccialetti. Sono tutti molto belli, ma uno in particolare mi attira. È un bracciale tutto nero con la mezza luna. Non so perché mi affascina, ma mi piace molto.

"Ti piacciono i miei bracciali?" Dice il ragazzo notandomi a fissare i suoi gioielli.

"Si, sono molto belli." Dico prendendo il suo braccio e toccando uno ad uno i bracciali e soffermandomi sul mio preferito.

Ad un certo punto, si toglie tutti i bracciali fino a quello che mi piace tanto.

" Tieni, te lo regalo." Dice rimettendosi tutti i bracciali e porgendomi il mio preferito.

Lo guardo negli occhi e sorrido come una bambina di due anni.

"Oh, no no è tuo, deve piacerti tanto." Dico senza smettere di sorridere.

"Si, mi piace questo bracciale, ma un bracciale bello deve essere indossato da una ragazza bella." Dice affermando la mia mano e facendo scivolare il regalo fino al polso.

"Grazie." Dico arrossendo e osservando il mio polso.

"Voi due smettetela di parlare!" Ci rimprovera il professore.

Io e il ragazzo ci guardiamo negli occhi e scoppiamo a ridere.

Il professore riprende a spiegare e io, dalla noia mi metto a disegnare dei scarabocchi.

Il ragazzo dagli occhi azzurri prende una matita e sul mio libro disegna una patata con gli occhi e la barba e scrive sopra il nome del professore.

Provo a trattenermi dal ridere, ma con scarsi risultati la mia risata rimbomba per tutta la classe.

"Voi due, in presidenza, ora!" Ci urla l'uomo di mezza età.

Ci alziamo dal banco e attraversiamo tutta la classe strisciando i piedi.

Appena chiude la porta ci guardiamo negli occhi e scoppiano a ridere.

"Hai visto la sua faccia?" Dice fra le risate.

"Si, a momenti gli usciva il fumo dalle orecchie." Dico con le lacrime agli occhi.

"Già, dai andiamo dal preside." Dice asciugandosi le lacrime.

Durante il tragitto mi viene in mente che non so il suo nome.

" Come ti chiami?" Gli chiedo infilandomi le mani nelle tasche della felpa.

"Austin, tu?" Dice bagnandosi le labbra con la lingua.

"Renesme, lo so è strano come nome e fa pure cagare, ma non prendermi in giro." Dico sospirando.

"Non è vero, invece è bellissimo, è particolare e sei fortunata. Il mio è Austin, come tanti altri." Dice ridacchiando.

Sospiro e gli sorrido per l'ennesima volta.

Arriviamo in presidenza e io titubante busso alla porta.

"Avanti." Sentiamo la voce severa del preside.

Entriamo e ci sediamo sulle sedia. Mi sudano le mani. Non sono mai finita in presidenza.

"Signorina Smith, mi sorprendo a vederti qui." Dice incolpandomi. Abbasso lo sguardo fino alle mie mani e le comincio a torturare.

"Qual'è la regola numero due del regolamento di questa scuola?" Dice il professore poggiando le mani sulla scrivania.

" Non disturbare mai durante le lezioni." Sussurro con un filo di voce.

"Lo ripeta ad alta voce." Mi dice alzando il tono di voce.

"Non disturbare mai durante le lezioni." Ripeto ad alta voce.

"Lo ripeta un'altra volta più ad alta voce!" Sta volta mi dice urlando.

Sento le lacrime salirmi all'orlo degli occhi, ma io impedisco loro di uscire.

"Non le sembra abbastanza?" Mi difende Austin.

Volto la testa di scatto verso di lui e gli mimo un "che diavolo stai facendo?".

"Come scusi?" Il preside lo fulmina con lo sguardo.

"Ha capito che non deve più disturbare, ora la lasci in pace senza essere ridicolo." Mi sorprendo dalle parole di Austin. Mi lancia un'occhiata e gli sussurro un grazie. In cambio ricevo un suo sorriso.

"Se lei pensa che io sia ridicolo, allora per il resto della settimana, starete il pomeriggio qui a scuola a pitturare l'aula di recitazione." Dice l'uomo anziano sorridendo maliziosamente.

Prima che noi potessimo rifiutarci , il preside ci caccia dal suo ufficio.

"Che palle, non mi va di pitturare quell'aula enorme." Mi lamento poggiando la schiena contro il muro e sedendomi a terra.

Austin si mette accanto a me e ridacchia.

"Dai, ci divertiremo." Prova a confortarmi.

"Speriamo." Dico girando la testa verso di lui.

I nostri visi sono vicinissimi e posso tranquillamente sentire il suo dolce odore alla menta.

I nostri occhi non smettono di staccarsi. Sembra come se siano legati fra di loro. Come se si completassero.

Sentiamo la campanella suonare e io distolgo subito lo sguardo.

Lui si alza di scatto e mi porge la mano. La afferro e mi tira su con talmente tanta forza, che vado a sbattere contro il suo petto.

"Grazie." Sussurro ridacchiando per la botta.

Spazio autrice:

Hi guys! <3

Come va? Io sono esausta, sto in macchina da 11 ore e mi annoio a morte. Odio fare i viaggi di ritorno dalla Slovenia, sono troppo lunghi.

Va beh cooomunque come ve ne pare Austin? Dai in fin dei conti e dolshee.

Non vi preoccupate, molto presto ritornerà in scena il nostro amatissimo Evan. *-*

Beh che dirvi, oggi sto ritornando a Roma e domani riparto. Lo so, lo so, non sono una che viaggia molto :')

Beh, non voglio rompervi quindi ciaoo <3

#Spaziopubblicità #

"Brave" che è mia.

"You are the only exception." Pure questa è mia.

"Scars" di Debby Grey.

"The dream of Lucy" di AnnamariaEK.

"I'll be your angel" di ciaodada.

"Lady Miller" di mynightbecome.

"La ragazza che osservava la vita degli altri" di itsjessicapittaro.

E ricordate che se volete pubblicità, basta scrivermi per messaggio privato e io sarò onorata di aiutarvi. <3

Un abbraccio a voi \(^0^)/

A presto, un bacio, Veronica.

Monster. (Sequel of Devil. )Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora