Capitolo 18.

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Austin, vedendomi a pezzi, mi ha trascinato con la forza nella sua camera. Mi ha separato dal corpo di Renesme.

Sono sdraiato sul letto e gli occhi sono ormai gonfi dal pianto.

Ho il cuore a pezzi. Nel vero senso della parola, più passano i minuti e più mi sembra di morire, per davvero.

Sento la porta bussare e io non mi degno nemmeno di rispondere.

"Evan." La voce dura di Austin rimbomba in tutta la stanza scura.

"Cosa vuoi?" Dico bruscamente.

"Smettila di piagnucolare, non solo tu hai perso la persona che ami." Dice con un tono di voce a me sconosciuto.

Si starà riferendo ad Ansel. Ora capisco come si ci sente.

Si ci sente come se ti venisse sempre da vomitare.

"Non me ne sono pentito." Dico in un sussurro. L'ho detto così a bassa voce che credo non mi abbia sentito.

"Cosa hai detto?" Chiede avvicinandosi di due passi al letto.

"Ho detto che non me ne pento di averla uccisa." Ripeto ad alta voce.

Con un movimento veloce, mio fratello mi afferra per la maglia e mi scaraventa a terra contro il muro. Si avvicina con rabbia vicino al mio corpo e comincia a darmi dei calci sulle costole. Non mi oppongo, non ho le forze adatte. Comincio a ridere di gusto e chiudo gli occhi.

Dopo qualche minuto si ferma e io apro gli occhi sorridendo.

"Non ti fai schifo?" Dice con disgusto.

"In questo momento, non sento proprio niente."  Dico pulendomi il naso sporco di sangue con il braccio destro. Con le braccia mi sollevo e appoggio la schiena sul muro.

Sospirando, poggia le ginocchia a terra e si mette nella mia stessa posizione alla mia sinistra. Ha la gamba destra stesa mentre l'altra piegata. Poggia la testa sulla parete e socchiude gli occhi.

"Mi dispiace." Dice dopo vari minuti.

Mi sorprendo un pò e giro la testa verso di lui.

"Di cosa?" Chiedo guardando il soffitto.

"Non lo so, per tutto, credo." Dice chiudendo gli occhi.

"Ricordi da piccoli?" Chiedo pensando al passato.

"Certo. Eravamo così uniti. Non so cosa sia successo poi, sei cambiato, ma non te ne faccio una colpa." Dice alzandosi da terra.

"Austin, mi dispiace. " Dico guardandolo dall'alto.

"Lascia stare, non ti odio, non l'ho mai fatto, nemmeno quando l'hai uccisa." Dice per poi uscire dalla stanza.

Sono cambiato. Sono cambiato, ma non ho fatto niente per migliorare. Mi faccio pena da solo. Ormai sono solo. Sono sempre stato solo e non posso negare l'evidenzia.

Monster. (Sequel of Devil. )Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora