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Il Natale è passato e adesso si avvicina Capodanno e quindi la partenza per l'Irlanda.
Io e Kevin negli ultimi tre giorni abbiamo mangiato come non ci fosse un domani e adesso stiamo stesi sul letto in camera mia, un po' per riprenderci dal tramestio di queste festività, un po' per sfuggire alle grinfie dei nostri parenti. Anche mamma e papà non ce la fanno più. Non che non sia bello avere la famiglia tutta qui riunita, ma tenere venti persone in casa non è affatto una passeggiata.
Dopo nonna Deborah e zia Augustine sono arrivati gli zii di Edimburgo con i bambini e poi quelli di Bath e Brighton.
Potete immaginare il delirio. La notte della Vigilia ci siamo scambiati i regali e come sospettavo zia Augustine anche quest'anno ha dato il meglio di sé. Mi ha fatta venire vicino all'albero, lontana dagli altri, e mi ha messo in mano la solita scatolina. Solo che questa volta non conteneva un tampax, ma un preservativo. L'ho guardata scioccata e in tutta risposta ho ricevuto solo uno sguardo divertito e malizioso. 'Per te e quel bel giovanotto biondo' mi ha spiegato.
Quando ho realizzato che si stesse riferendo a Justin sono avvampata, diventando rossa come un peperone, a malapena riuscivo a spiccicare qualche parola. E questa mia reazione deve averla in qualche modo persuasa ulteriormente nelle sue malsane convinzioni, perché mentre si allontanava l'ho sentita borbottare fra sé e sé 'Lo sapevo, ah lo sapevo!'

Tralasciando questo episodio, come al solito ne sono capitate di tutti i colori. Anche questo Natale Kevin ha quasi ucciso papà; sostanzialmente aveva messo dentro un bicchiere di champagne l'anello che io e lui avevamo fatto a mamma, ma non so come quel calice non è andato a mamma bensì a papà (una delle solite cazzate di Kevin) e questi, ignaro dell'anello, ha bevuto il contenuto del bicchiere tutto d'un sorso, rischiando di strozzarsi. Zio Peter, uno dei parenti di Brighton, ha praticato la manovra di Heimlich e fortunosamente è riuscito a fargli espellere l'anello. Inutile dire quale sia stata la reazione di papà, ormai lo conoscete abbastanza per poterla immaginare.

<<Ho un fratello davvero idiota>> sussurro ripensando a questo episodio
<<Smettila di insultarmi>> ribatte il diretto interessato al mio fianco
Resto in silenzio, lo sguardo fisso sul soffitto. Kevin ha la testa poggiata sulla mia pancia e per mezz'ora non ha fatto altro che lamentarsi dei gorgoglii che provenivano da essa, spiegando che non gli permettevano di addormentarsi.
<<Sembra che sei incinta di un mini Godzilla>> ha detto ed io, da brava sorella quale sono, gli ho mollato uno schiaffo in testa senza neanche guardarlo. Uno schiaffo abbastanza convincente da farlo tacere.
Ripenso agli altri regali che ho ricevuto. I parenti mi hanno fatto dei soldi, che non fanno mai male, ma devo ammettere che un po' mi dispiace perché non c'è il gusto della sorpresa visto che alla fine so di ricevere sempre quelli.
Invece quando è giunto il momento di scartare i regali dei ragazzi sentivo proprio il cuore battere per l'emozione. Alex mi ha regalato un paio di cuffiette ed è stato fantastico perché ne avevo proprio bisogno. Infatti le mie si erano rotte, o per meglio dire, Kevin le aveva rotte.
Amber ed Eleanor mi hanno regalato un vestito stupendo, anche se troppo corto per i miei gusti; sul bigliettino allegato al pacchetto c'era scritto 'Per l'Irlanda. Ricorda di metterlo in valigia ;)'
Blake e Andrea invece mi hanno fatto una splendida collanina, semplice ma elegante al tempo stesso, e ne sono rimasta veramente contenta. Appena scartati i regali ho chiamato tutti i ragazzi e li ho ringraziati infinte volte e quando mi hanno detto che anche i regali miei e di Kevin erano piaciuti tantissimo mi sono sentita soddisfatta.
La sera, mentre tutti dormivano stremati per la lunga serata e l'abbondante abbuffata, ho ripreso l'album di Justin e l'ho sfogliato lentamente, pagina per pagina, foto per foto. Non riuscivo a togliermi dalla faccia quello stupido sorriso che da un po' di tempo a questa parte ho sempre quando sto con lui. Allo stesso modo non riuscivo a smettere di pensare a noi due sul portico davanti casa, al suo volto, alla nostra vicinanza e .... ahhhh! Basta. Non ci capisco più niente.
La cosa peggiore è che da stupida quale sono gli ho anche inviato un messaggio, un semplicissimo 'Buon Natale Jus', che già gli avevo augurato. Non so cosa mi sia passato per la mente, fatto sta che la sua risposta è stata quasi immediata, come se stesse aspettando un mio messaggio...o forse sono io che mi sto facendo troppi film mentali.
'Buon Natale Grace' seguito da un 'Buonanotte💞', niente di speciale, eppure è bastato questo a farmi avvampare come una scolaretta e accelerare il battito cardiaco.
E lo stesso succede ora, mentre ci ripenso, e ... Dio, non so proprio cosa mi stia prendendo.
So solo che Justin era un casino già prima, adesso, se possibile, lo è ancora di più.

[Il giorno della partenza]

<<Avete preso tutto?>>
<<Si mamma!>> ripetiamo in coro io e Kevin, proprio come da bambini, quando dovevamo partire con la scuola e ci mettevamo in linea in corridoio attendendo la sua approvazione sull'organizzazione delle valigie. Che poi non le andavano mai bene perché doveva sempre aggiungere qualcosa che dal suo punto di vista era strettamente necessario -come la carta igienica- e che alla fine si rivelava essere sempre inutile. Ma se così sta più tranquilla perché non accontentarla?
<<La carta d'identità? Guardate che non v'imbarcano senza documento>>
<<Eccola!>> ribattiamo, nuovamente in coro, io e Kevin tirandola fuori dalla giacca nello stesso momento
<<Va bene, andate pure allora. Mi raccomando appena atterrate chiamateci, Kevin tieniti fuori dai guai e controlla tua sorella. Lo stesso tu Grace. Fate buon viaggio piccolini miei>> mormora infine schioccando un sonoro bacio sulle guance di entrambi.
<<Mamma ti ricordo che ho diciotto anni>>
<<E io diciassette>> replico
<<Si ma siete comunque i miei bambini>>
Sbuffando, senza però riuscire a nascondere un sorriso, apriamo la porta e percorriamo il vialetto di casa per caricare le valige nella macchina di Amber, con cui andremo all'aeroporto di Londra-Gatwick.

Arriviamo dopo una mezz'oretta e subito ci dirigiamo a fare il check in, la partenza è prevista fra un'ora. Nel tempo che abbiamo a disposizione facciamo un giro per i negozi, ridendo e scherzando l'uno con l'altro, in attesa che chiamino il nostro volo. Io, Amber ed Eleanor ne approfittiamo per andare i bagno e i ragazzi si offrono di aspettarci all'uscita, nel bar di fronte. Tra parentesi, posto strategico questo.
Quando usciamo sentiamo l'altoparlante chiamare il volo della Vueling che dovremo prendere e veloci corriamo ad imbarcarci al gate. Saliti sull'aereo veniamo accolti da un'hostess dal sorriso smagliante che ci indirizza ai nostri posti in base a quanto scritto sul biglietto. Io e Andrea dovremmo essere seduti vicino ma non so per quale motivo accanto a me non c'è lui bensì Justin. Lo guardo con aria interrogativa.
<<E Andrea?>>
<<Con Alex>>
<<Si lo vedo ma...come mai?>>
<<Ti dispiace che stia accanto a te?>> domanda dopo un istante di pausa volgendosi lentamente verso di me, fino a far incrociare il nostro sguardo.
Deglutisco, serrando le labbra in una linea sottile.
<<No, assolutamente>> riesco a mormorare, cercando di non farmi distrarre dal suo profumo inteso e tremendamente avvolgente. Invictus, ne sono sicura.
<<Bene, anche perché non mi sarei spostato lo stesso>> ridacchia, tornando a guardare davanti a se.
'Torna ad essere scontroso' penso fra me e me, imitandolo e focalizzando la mia attenzione sul sedile davanti a me.
Dopo le indicazioni degli steward e delle hostess finalmente decolliamo e quando il carrello abbandona l'asfalto istintivamente afferro la mano di Justin, poggiata sul bracciolo del sedile. Sento il suo sguardo su di me, ma non lo ricambio. Sicuramente ha dipinta in faccia la sua tipica espressione irrisoria, del tipo 'ma davvero hai paura di volare?', che almeno per il momento voglio far finta non esista.
Contro ogni previsione però sento la sua presa farsi salda sulla mia e la sicurezza che con questo gesto m'infonde in poco tempo mi permette di rilassare i muscoli e sistemarmi comodamente sul sedile, senza più alcun sintomo di ansia.
La cosa più sorprendente però è che la sua mano è rimasta intrecciata alla mia per tutta la durata del viaggio, con il pollice che disegnava cerchi concentrici su di essa con una delicatezza e una dolcezza che mi hanno provocato, fino a quando non abbiamo sciolto questo legame, continui piccoli brividi lungo la schiena.
L'ho seguito con lo sguardo per tutto il tempo che abbiamo impiegato ad uscire dall'aeroporto di Cork, la mente in subbuglio e il ricordo del suo tocco che ancora brucia sulla mia pelle come fosse un fuoco inestinguibile.

ANGOLO AUTRICE
Ragazziii sono disperata! Non so cosa pensate di questa storia perché non commentate e non votate, insomma non date segni di vita!!! Per favore i vostri suggerimenti sono importanti per migliorare la storia quindi so di risultare una scassa coglioni ma fatemi sapere...

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⏰ Ultimo aggiornamento: Dec 27, 2018 ⏰

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