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Katsuki era ritornato a Kyoto e Keiji si era sentito un po' solo. I giorni passati con il fratello era stati belli e tranquilli anche se si vedevano solo la sera dopo gli allenamenti di Keiji. Aveva promesso al fratello di andarlo a trovare anche perché il Katsuki voleva presentargli la sua ragazza. E Keiji non vedeva l'ora di conoscerla. Conosceva i gusti difficili del fratello ed era felice che qualcuna fosse riuscita ad attirare l'attenzione del ragazzo. Per il momento però doveva pensare solo alle partite che doveva affrontare per poter arrivare ai nazionali. Aveva scoperto che la Fukurodani era una di quelle squadre che arrivava spesso ai nazionali, quindi doveva assolutamente far vincere i suoi compagni di squadra e far arrivare in alto Bokuto.

Era arrivato presto in palestra infatti c'erano solo Konoha e l'allenatore che stavano parlando tra di loro. Appena si accorsero della sua presenza l'allenatore gli fece segno di avvicinarsi. Il ragazzo lo fece incuriosito. Stavano parlando di Bokuto?

-i ragazzi del secondo anno hanno scelto il loro capitano della squadra-disse l'allenatore con aria preoccupata. Keiji non capiva il perché della sua preoccupazione. -ed è Bokuto- okay Bokuto come capitano era davvero il colmo. Il moro guardò Konoha in cerca di spiegazioni.

-era l'unica scelta possibile perché nessuno di noi lo vuole fare- gli rispose il biondo con un'alzata di spalle.

-Akaashi saresti disposto a diventare il vicecapitano della squadra l'anno prossimo?- Keiji sgranò gli occhi. Vicecapitano? Davvero volevano lui come vicecapitano?

-ma io non so cosa dovrei fare come vicecapitano- disse il ragazzo preoccupato.

-quello che fai ogni giorno con Bokuto- gli rispose Konoha ridacchiando -sei l'unico che riesce a capirlo quindi sei anche l'unico che potrà farlo ragionare quando sarà capitano- Akaashi annuì al ragionamento di Konoha, infondo si trattava di fare quello che aveva sempre fatto con Bokuto, e forse svolgere tutti i lavori di capitano che Bokuto non avrebbe fatto, ma si poteva fare tranquillamente.

-va bene- disse alla fine il ragazzo vedendo la faccia dell'allenatore rilassarsi. Davvero contavano così tanto su di lui? Infondo era solo un primino. Alla sua vecchia scuola non l'avevano mai considerato più di un semplice alzatore di riserva per i suoi problemi di anoressia.

-Hey gente!- Bokuto era appena entrato in palestra con il suo solito sorriso ed entusiasmo.

-Akaaaaaaaaaashi mi fai qualche alzata!- disse il grigio non appena vide l'alzatore. Keiji sorrise e annuì in direzione del ragazzo per poi andarsi a cambiare.

Erano rimasti solo Akaashi e Bokuto in palestra come al solito. Bokuto appena aveva sentito che a partire dal suo terzo anno sarebbe diventato capitano aveva fatto i salti di gioia e aveva trascinato l'intera squadra in un allenamento scatenato. Alla fine nessuno era rimasto ad allenarsi per la stanchezza, a parte ovviamente alzatore e asso.

-uffa non c'è gusto senza un muro da sfondare- disse ad un certo punto l'asso dopo aver schiacciato un altro lungolinea.

-sei tu che li fai stancare molto Bokuto-san- gli disse Akaashi iniziando a recuperare i palloni visto che nella cesta erano finiti.

-ma tu rimani sempre!- disse di rimando l'asso aiutando il più piccolo.

-perché se no non potresti allenarti con le schiacciate-

-mi stai dicendo che nemmeno tu voi rimanere oltre l'orario ad allenarti?- chiese il ragazzo con gli occhi pieni di tristezza come se stesse per scoppiare a piangere. Akaashi si diede mentalmente dello stupido.

-non ho detto questo Bokuto-san- a Bokuto ritornò il sorriso sul volto e corse ad abbracciare il suo alzatore lasciando cadere a terra tutti i palloni che aveva raccolto. Akaashi si irrigidì nell'abbraccio del ragazzo. Perché aveva tutta quella voglia di manifestare affetto a destra e manca. Akaashi sobbalzò non appena sentì le mani di Bokuto sui suoi fianchi.

-Akaashi sei sicuro di mangiare?- gli chiese l'asso puntando i suoi occhi dorati in quelli blu dell'alzatore.

-si Bokuto-san non ti preoccupare- gli rispose Keiji.

-mi sembri più magro- fu il sussurro di Bokuto mentre lasciava Akaashi e raccogliendo i palloni. A Keiji non sfuggì il commento di Bokuto. Lo sapeva perfettamente di essere dimagrito, ma non voleva farlo preoccupare troppo aveva il campionato da giocare, doveva farlo giocare nei migliori dei modi.

Si allenarono per un'altra mezzora per poi andarsi a cambiare più stanchi che mai. Si incamminarono come al solito verso la metropolitana, ma iniziò a piovere e si bagnarono completamente prima di riuscire a raggiungere la fermata. Keiji starnutì più volte dandosi dello stupido per non essersi portato appresso l'ombrello che proprio quel giorno aveva tolto dalla borsa perché troppo pesante.

-Akaashi tutto okay?- gli chiese Bokuto fracido anche lui dalla testa ai piedi. Anche i suoi capelli si erano ammosciati e gli ricadevano sulla faccia. Akaashi dovette ammettere che sembrava ancora più bello con i capelli abbassati.

-si Bokuto-san, forse mi sono preso un raffreddore, ma è tutto okay- gli disse il più piccolo cercando di tranquillizzarlo. Bokuto lo guardò per un po' per poi iniziare a frugare nel suo borsone. Dopo poco uscì una felpa asciutta e la mise ad Akaashi.

-Bokuto-san cosa...- ma il più grande non lo fece finire.

-io ho gli anticorpi serve di più a te per non ammalarti. Cosa faccio senza il mio alzatore?- gli disse Bokuto facendo arrossire Akaashi che nascose il viso nel cappuccio della felpa. Aveva un buon odore, sapeva di Bokuto. In quel momento arrivò la metro e i due ragazzi vi si infilarono dentro. Per fortuna era quasi vuota e riuscirono a sedersi senza troppo problemi. Akaashi guardava il suo riflesso nel finestrino che aveva difronte. Con la felpa di Bokuto, che gli arrivava fino a metà coscia, sembrava ancora più magro. Non parlarono per tutto il tragitto, ma comunque arrivò subito la fermata di Bokuto.

-Bokuto-san ti devo ridare la felpa- disse Akaashi prima che il ragazzo scendesse.

-me la riporti un altro giorno- gli disse Bokuto salutandolo con la mano. Akaashi sorrise e si strinse sempre si più nella felpa che gli aveva dato il ragazzo.

Tutta colpa del destinoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora