Akaashi era felice alla Fukurodani. Non tanto per i suoi compagni di classe che per lui restavano solo delle persone che non avrebbe mai conosciuto bene, ma per la squadra di pallavolo. Aveva ripreso a sorridere, o meglio incurvava di poco gli angoli della bocca all'insù molto più spesso di prima. Tutto merito di Bokuto e delle sue stupidaggini. Si trovava bene con quella squadra e ne era davvero felice. L'unica cosa che lo preoccupava era sua zia. Sapeva che la donna era preoccupata per lui, ma lui non voleva che disturbasse Ka-chan. Doveva pensare all'università e non a lui. Keiji poteva cavarsela benissimo da solo. Aveva però il bruttissimo sospetto che sua zia avesse già chiamato Katsuki per avvisarlo. E i suoi sospetti furono confermati quando si trovò il fratello difronte a casa che lo guardava con un sorriso colpevole.
-che ci fai qui?- gli chiese Keiji senza troppi giri di parole.
-sono venuto a trovare il mio fratellino, non posso?- gli chiese il ragazzo aggiustandosi gli occhiali che nascondevano i suoi occhi blu identici a quelli del fratello.
-no se ti ha chiamato Rei- disse il più piccolo poggiando a terra il borsone. Era appena ritornato a casa da un duro allenamento e anche quel giorno era rimasto qualche ora in più insieme a Bokuto e voleva solo buttarsi nel letto e dormire tranquillo.
-è preoccupata per te, e anch'io. Sembri più magro- gli disse il fratello avvicinandosi a Keiji.
-non riesco a mangiare perché vomito, ma è tutto normale lo sai. Non credo che riuscirò ad uscire da questa cosa- disse il più piccolo allontanandosi.
-invece ci riuscirai. Quello che abbiamo visto ci ha segnati è vero però devi riuscire a passare oltre a tutto ciò-
-dammi tempo Ka-chan!- gridò Keiji per poi massaggiarsi le tempie per il mal di testa che gli era appena venuto. Perché doveva sempre andare a finire in quel modo? Con loro due che litigavano per la sua salute? Keiji stesso sapeva che doveva combattere l'anoressia, ma come poteva fare se per ogni cosa che mangiava il suo corpo rigettava tutto? Non proprio tutto, aveva notato che se mangiava i pomodori riusciva a non vomitare, ma non poteva fare una cura di pomodori!
-okay, Rei mi ha detto che finivi gli allenamenti alle sette, sono quasi le dieci e mezza dove sei stato tutto questo tempo?- gli chiese il ragazzo sedendosi a una sedia e porgendo al fratello una tavoletta di cioccolato bianco, altra cosa che riusciva a mangiare tranquillamente. Keiji si sedette difronte al moro e rispose:
-ad allenarmi, sono diventato titolare della squadra come alzatore e l'asso mi chiede ogni tanto di allenarci un po' di più del solito-
-e non ti stanchi troppo? Sono quasi tre ore togliendo il viaggio in metro e la doccia-
-si, ma spero sempre che tutto il lavoro extra mi faccia venire fame e che in questo modo non rigetti tutto quello che mangio-
-e funziona?- chiese Katsuki mentre mangiava tranquillamente una barretta di cioccolato fondente.
-più o meno, però sono più le volte che non funziona- disse l'alzatore con un sorriso amaro sulle labbra.
-avete una partita in programma in questi giorni?- gli chiese dopo qualche minuto di silenzio Katsuki. Keiji lo guardò confuso.
-si domani pomeriggio, però è un amichevole contro la Nekoma, perché?-
-rimango qui fino a venerdì quindi pensava di fare un passo-
-come stai qui fino a venerdì?- chiese Keiji sconvolto -e l'università?-
-tranquillo abbiamo una pausa in questo periodo e la mia ragazza è andata a trovare la sua famiglia, quindi ho un po' di tempo libero. Non posso fare il tifo per mio fratello?-
-certo che puoi. Ma la prossima volta se succede qualcosa ti avviso io- disse Keiji alzandosi dal tavolo seguito da Katsuki. Senza dire niente i due ragazzi si incamminarono verso la stanza del più piccolo e dopo essersi cambiati si buttarono nel letto ridendo.
-questo letto è troppo piccolo- disse Katsuki ridendo.
-sei tu che sei diventato enorme- gli disse Keiji scoppiando a ridere alla faccia arrabbiata del più grande.
-nemmeno tu con questi muscoli scherzi. La pallavolo fa il suo lavoro- disse Katsuki dando un piccolo schiaffo sul braccio del fratello che gli fece una smorfia di dolore.
-mi mancano- disse ad un certo punto il più piccolo stringendosi di più al fratello.
-anche a me Keiji, ma dobbiamo andare avanti anche senza di loro- gli rispose lui stringendolo sempre di più a se.
-lo so- disse in un sussurro keiji prima di addormentarsi seguito subito dopo dal fratello.
La partita contro il Nekoma stava andando alla grande. Bokuto era in perfetta forma e non aveva avuto nemmeno bisogno delle parole di Akaashi per fare delle schiacciate fantastiche già da inizio partita. Anche Akaashi si sentiva motivato per la presenza del fratello e ne era felice visto che avrebbe potuto dimostrare al ragazzo che stava bene e che non aveva bisogno che lui si preoccupasse troppo. Come aveva previsto Akaashi la partita finì bene e la Fukurodani vinse anche la sua seconda partita contro la Nekoma.
-cavolo Bro che avevate tutti oggi?- chiese Kuroo avvicinandosi a Bokuto e Akaashi che era li vicino.
-niente Bro abbiamo solo vinto com'era normale che fosse- gli rispose il gufo sorridendo per poi mettere un braccio intorno alle spalle di Akaashi facendolo trasalire e poi sorridere lievemente.
-è tutto merito di Akaashi, lui mi fa arrivare la palla dove voglio e quando voglio. Nessuno è migliore di lui-
-ora stai un po' esagerando Bokuto-san- gli disse il ragazzo imbarazzato al massimo per i commenti del suo asso.
-io non esagero mai Akaashi- il moro alzò gli occhi al cielo conscio come tutto il resto della squadra che Bokuto esagerava sempre. Anche Kuroo ridacchiò all'affermazione dell'amico.
-allora Akaashi da dove vieni? Il tuo accento non è di Tokyo- Akaashi rimase un attimo sorpreso dalle parole di Kuroo. Gli altri della Fukurodani non gli avevano mai chiesto niente del suo accento.
-da Kesennuma nella prefettura di Miyagi- disse Keiji.
-davvero? Il tuo accento mi sembrava più quello di Kyoto- gli disse Bokuto sorpreso tenendo sempre il braccio fisso sulle sue spalle.
-mio fratello studia a Kyoto forse mi ha un po' influenzato- disse tranquillamente il moro che non si era mai accorto di avere l'accento di Kyoto.
-è stata una partita bellissima! Niente in confronto a quelle che giocavi alle medie. E l'asso della tua squadra è fantastico. Non ha mancato una schiacciata- Keiji si trovava steso sul divano dell'appartamento della zia insieme a Katsuki. Rei era andata a lavorare e i due fratelli finita la partita erano ritornati a casa per parlare tranquillamente, anche perché Akaashi non aveva molta voglia di camminare.
-l'anno scorso per poco non entrava nella top 5 degli assi del paese e quest'anno ci riproverà- disse Keiji mangiucchiando la sua cioccolata bianca. Suo fratello lo viziava troppo con tutta quella cioccolata.
-allora sarà tuo compito portarlo fino alla vetta- gli disse Katsuki sorridendogli e facendo sorridere anche Keiji.
-spero di riuscirci sarebbe una bellissima soddisfazione- lo so bene anche perché un asso non è niente senza il suo alzatore- finì il più grande ricevendo un'occhiata confusa da parte del fratello.
-e dove l'hai trovata questa frase?-
-su internet- scoppiarono entrambi a ridere. Forse e per la prima volta dopo tanto tempo Keiji riuscì a non vomitare per un'intera giornata. La presenza di suo fratello gli faceva davvero bene.

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Tutta colpa del destino
Fiksi PenggemarLa storia è incentrata su Akaashi Keiji che si è appena trasferito a Tokyo da Kesennuma, città dellaprefettura di Miyagi, nella quale ha vissuto dalla nascita. Una serie di eventi legherà Keiji a Bokuto il quale riuscirà a far uscire il vero caratte...