Tempo quattro giorni e la febbre di Akaashi era completamente sparita. Era riuscito a mangiare anche moto di più visto che ogni sera andava a trovarlo Bokuto e il ragazzo era in grado di far dimenticare a Keiji di star mangiando. Per miracolo Bokuto non si era preso la febbre stando a stretto contatto con l'alzatore e Keiji ne era felice. Non se lo sarebbe mai perdonato se per colpa sua l'asso della squadra fosse mancato durante le partite.
Anche Rei era felice di vedere Bokuto per casa. Da quando aveva scoperto che il ragazzo più grande riusciva a far mangiare suo nipote lo invitava a casa a tutti gli orari possibili e immaginabili per far mangiare Keiji, o meglio farlo ingozzare, come aveva detto una volta lo stesso alzatore quando aveva visto Bokuto sulla soglia della sua camera con un vassoio pieno di cornetti alla nutella preparati dalla zia apposta per loro.
Aveva rimesso su qualche chilo, cosa che veniva dimostrata dal fatto che la sua divisa della squadra, prima più grande di lui, gli calzava perfettamente a pennello e Bokuto appena l'aveva visto gli aveva detto che stava decisamente meglio. Non sembrava malato. In un primo momento Akaashi era indeciso se prenderlo come un complimento o come insulto. Ma alla fine aveva optato per il complimento conoscendo il carattere del suo asso. Anche gli altri ragazzi della squadra si erano accorti del cambiamento e ne erano rimasti tutti felici.
-avevo paura che ti potessi spezzare da un momento all'altro- gli aveva detto Konoha sorridendo. Keiji era rimasto sorpreso non scoprire che tutti i ragazzi lo ritenevano troppo magro. Pensava di essere riuscito a nascondere la cosa abbastanza bene e che Bokuto avesse scoperto tutto solo perché gli aveva messo le mani sui fianchi. Invece era una cosa palese. Da un lato Akaashi si sentì felice di scoprire la squadra si preoccupava per lui, ma dall'altro voleva essere abbastanza forte per potersela cavare tranquillamente da solo.
In quel momento avevano appena finito la loro seconda partita per le qualifiche ed erano riusciti a vincerla stracciando di più di 10 punti gli avversari. Akaashi si stava asciugando la fronte mandida di sudore con l'asciugamano quando il suo telefono prese a squillare. In un primo momento decise di ignorare la chiamata, ma poi vedendo che chiunque ci fosse dall'altro lato del telefono insisteva, decise di rispondere.
-pronto?-
-Keiji cosa stai facendo di bello?- il moro alzò gli occhi al cielo non appena sentì la voce di suo fratello.
-e tu mi chiami solo per chiedermi questo?- chiese il ragazzo abbastanza confuso. Dall'insistenza con la quale aveva fatto suonare il telefono Kaiji aveva pensato a qualcosa di più serio.
-non solo per quello, ma volevo anche sapere come stavi- gli disse il ragazzo abbassando di poco il tono della voce.
-sto bene Ka-chan, ho appena finito una partita-
-com'è andata? Non ti sei affaticato troppo vero?- Akaashi sorrise. Aveva chiesto alla zia di non dire niente dei suoi miglioramenti al fratello. Voleva fargli una sorpresa quando sarebbe andato a trovarlo.
-bene abbiamo vinto con un grosso distacco. Cosa volevi dirmi?- chiese poi il moro stufo del temporeggiare del fratello.
-li hanno presi- Akaashi sgranò gli occhi a quelle parole.
-davvero?- chiese infatti titubante. Non poteva crederci.
-si, l'altro giorno hanno chiamato a casa dei nonni e li hanno informati. Servono le nostre deposizioni il prima possibile per questo ti ho chiamato- il mondo di Keiji crollò all'istante. Pensava di non dover più raccontare cos'era successo quel giorno e invece a distanza di sette anni era costretto a rifarlo.
-adesso ho le qualifiche per il nazionale, non credo di poter venire subito- disse piano il ragazzo guardando attentamente i suoi compagni di squadra che sembravano non essersene accorti di niente.
-lo so, avvisami quando avete la pausa prima del nazionale così andiamo insieme. Sta tranquillo non ti lascio da solo- a Keiji vennero le lacrime agli occhi, come avrebbe fatto senza suo fratello?
-okay ti chiamo non appena so qualcosa- disse prima di chiudere la chiamata e guardare il campo con aria assorta.
-tutto okay Akaashi?- Konoha gli si era avvicinato titubante.
-si non c'è bisogno di preoccuparsi Konoha-san- gli disse il ragazzo cercando di mantenere un'aria tranquilla.
-okay, per qualunque cosa ricordati che noi ci siamo, sia io, Komi e Bokuto. Anche se Bokuto è un po' troppo su di giri in questo periodo-
-grazie mille-
-figurati, tu ci stai salvando con le partite. Il minimo che possiamo fare è aiutarti- Akaashi annuì incurvando di poco gli angoli della bocca. Aveva una squadra fantstica.
Akaashi alzò la palla davanti a se e subito il suo campo visivo fu invaso dalla figura di Bokuto che in volo, proprio come un gufo, arrivava e schiacciava la palla superando il muro avversario e segnando il punto della vittoria per la Fukurodani con un bellissimo lungolinea. Quel maledetto lungolinea che aveva fatto penare Akaashi visto che per più di metà partita l'asso non riusciva più a schiacciare. Era addirittura entrato nella sua emo-mode e c'era voluto tutto il suo autocontrollo e l'aiuto di tutta la squadra per far riprendere il gufo.
Bokuto corse verso di lui abbracciandolo. Però si sbilanciò troppo e caddero entrambi a terra e, per sfortuna di Akaashi, sul sedere dell'alzatore che aveva ricevuto un brutto contraccolpo.
-Akaaaaaaashi siamo al nazionale! Andremo al nazionale- iniziò a gridare il gufo senza lasciare la presa sull'alzatore che era ancora a terra.
-Bokuto-san non per qualcosa ma sei parecchio pesante- disse ad un tratto Akaashi ritrovandosi gli occhi ambra di Bokuto nei suoi.
-scusa Akaashi- disse lui alzandosi e tirando per un braccio anche l'alzatore che sbilanciato per la troppa forza che ci aveva messo l'asso si ritrovò spalmato sul petto di quest'ultimo. Fece per togliersi da li, ma Bokuto lo tenne stretto un altro po'. Poi sorridendo gli lasciò un bacio sulle labbra che fece diventare completamente rosso l'alzatore.
-Boku...Bokuto-san cosa?- chiese il ragazzo confuso che ricevette come risposta solo un altro bacio.
-ragazzi non per qualcosa ma abbiamo appena finito una partita dobbiamo andare a cambiarci. Dopo trovatevi una camera e fate quello che volete!- a parlare era stato Konoha che insieme a Komi se la ridacchiavano sotto i baffi per l'espressione imbarazzata di Akaashi.
Bokuto invece si mise a ridere e si trascinò dietro l'alzatore ancora intontito per i due baci.
Cos'era appena successo?

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Tutta colpa del destino
Fiksi PenggemarLa storia è incentrata su Akaashi Keiji che si è appena trasferito a Tokyo da Kesennuma, città dellaprefettura di Miyagi, nella quale ha vissuto dalla nascita. Una serie di eventi legherà Keiji a Bokuto il quale riuscirà a far uscire il vero caratte...