Misunderstanding

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Era una normale giornata al ministero della magia, Hermione stava bevendo un caffè babbano amaro seduta alla sua scrivania mentre esaminava i fascicoli da approvare.
La sua attenzione venne attirata da un fascicolo in cima alla pila con sopra scritto "Segnalazioni Hogwarts", lo prese immediatamente e iniziò ad esaminarlo.
Riportava diversi eventi strani accaduti al castello: Due studentesse del terzo anno sono state rinvenute in condizioni gravi, sospetto avvelenamento. Alcuni alberi ultra centenari della foresta prima in perfetta salute, morti anch'essi per sospetto avvelenamento e uno completamente carbonizzato. Decine di altri esseri che vivevano nel lago e nella foresta trovati morti.
Senza pensarci due volte raccolse le sue cose ed il fascicolo e si smaterializzò immediatamente all'ingresso di Hogwarts. Si diresse verso l'ufficio del preside alla velocità massima consentitale dai fastidiosi tacchetti che portava ai piedi.
Sfondò quasi la porta dell'ufficio con un incantesimo senza nemmeno bussare, parandosi furiosa davanti all'enorme scrivania in mogano che riempiva la stanza, al di sopra della quale un bellissimo gatto soriano se ne stava seduto immobile. «Professoressa, dobbiamo parlare. Ora!» non fece tempo a terminare la frase che il gatto balzò giù dal mobile prendendo le sembianze di una donna anziana con i capelli grigi raccolti in uno chignon ordinato e coperti in parte da un grosso cappello a punta.
«Signorina Granger, nonostante l'occasione sgradevole è sempre un piacere rivederla!» la donna anziana si spinse ad abbracciare Hermione che in quel momento sembrava pietrificata dalla rabbia e non ricambiò. Sussurrando un "comunque ora è Weasley" riferendosi al modo in cui l'aveva chiamata, ma la preside non le prestò la minima attenzione
«Deve aver saputo di quello che è accaduto la sera del ballo immagino.»sospirò la professoressa intrecciando le proprie dita.
«Perché non ha detto nulla alle famiglie degli studenti? Devono sapere se i propri figli sono al sicuro! Un momento... la sera del ballo? Intende due giorni fa? Io non... non risulta nulla di due giorni fa» corrugò la fronte confusa e riesaminò velocemente il fascicolo che aveva in mano per controllare che non le fosse sfuggito qualche dettaglio, niente.
«Quello stolto di Errold deve essersi perso di nuovo la lettera in volo! Posso vedere?» l'anziana indicò il fascicolo che teneva in mano Hermione, che prontamente glielo porse, la professoressa si mise a leggerlo strizzando gli occhi dietro agli spessi occhiali per qualche tempo.
«Si... mi spiace veramente ma vi mancano il primo e l'ultimo reclamo che ho personalmente mandato al ministero, ne ho una copia proprio qui.» dalla lunga mantella scura che portava estrasse la bacchetta e la puntò verso il mobile con i cassetti che riempiva un intera parete della stanza, pronunciando un incantesimo di richiamo i fogli schizzarono fuori dai cassetti per finire direttamente nelle sue mani e li porse ad Hermione che li lesse immediatamente.
«Miseriaccia professoressa! Qui dice che l'acqua stessa del lago nero sia probabilmente stata avvelenata. E che l'altra sera un ragazzo di Serpeverde che si aggirava di notte è stato aggredito da qualcosa ed è stato ustionato. Da quanto va avanti tutto questo? Si rende conto della gravità della situazione?» scioccata, fissava la professoressa incredula.
«E perché crede che abbia mandato la segnalazione al ministero? Certo che me ne rendo conto, lei è qui per questo signorina Granger. Tutto è iniziato nemmeno una settimana fa. Ora mi segua, la accompagno personalmente in infermeria» uscirono insieme dall'ufficio dirigendosi al primo piano del castello dove era ubicata l'infermiera.

Entrarono nella grande stanza e nei primi due letti si trovavano due ragazze che dormivano una tassorosso e una corvonero, molto simili tra di loro probabilmente sorelle, entrambe verdognole in viso.
«Nei rapporti non erano presenti i nomi per questione di privacy, comunque loro sono Astrid e Jennifer Queen. Le due ragazze che sono state probabilmente avvelenate vicino al lago, ora stanno molto meglio grazie alle cure di Madama Chips. Ma hanno ancora qualche sintomo come forte nausea ed emicrania.» Non appena la preside terminò la frase una delle due pazienti si svegliò all'improvviso si voltò verso il secchiello posizionato al fianco del letto e ci vomitò all'interno per poi crollate addormentata un altra volta. Hermione dovette voltarsi nella direzione opposta per non vomitare anche lei, le aveva sempre fatto impressione nonostante ci avesse fatto l'abitudine quando Rose e Hugo erano piccoli.
Inutili da interrogare in quel momento le sorpassarono e proseguirono lungo il corridoio centrale arrivando davanti ad un ragazzino biondo platino che si stava facendo cambiare le bende sul braccio dall'infermiera.
Hermione lo osservò qualche secondo prima di realizzare i tratti inconfutabili del ragazzo, serpeverde biondo e con la pelle più bianca del latte. Senza dubbio un Malfoy.
«Io ti conosco, sei Scorpius. Il figlio di Draco Malfoy. Ti ricordi di me? Ero una compagna di scuola del tuo papà, ci siamo visti alla stazione lo scorso anno.
Oh tesoro, come ti senti? Sapresti raccontarmi cosa è successo? Se non te la senti non importa tranquillo» Hermione tirò fuori il sorriso più materno che le riuscì in quel momento, accucciandosi sulle ginocchia davanti al ragazzo e strofinandogli una mano sulla gamba per incoraggiarlo.
«Sto bene grazie, sono rimasto addormentato un bel po' dopo la botta che ho preso, ma ciò che ne rimane è solo una piccola bruciatura.
Non so come sia successo, tutto quello che ricordo è solamente che ero vicino alla foresta perché volevo vedere se... se mio padre era venuto alla serata come aveva promesso. Quindi l'ho seguito fuori quando l'ho visto andare via ma lui si è smaterializzato a casa e io naturalmente sono rimasto la fuori da solo. Poi ho sentito un rumore alle mie spalle ed è stato tutto così veloce che non ho visto niente, mi sono svegliato qui con un forte dolore al braccio. Mi dispiace...» il ragazzo scivolò giù dal letto con fare sconsolato.
«Scorpius non importa, hai già fatto abbastanza. Sei stato bravo. Tuo padre sa che sei qui? Vuoi che vada a chiamarlo?» gli fece una dolce carezza materna sul viso. Fino a che, come da copione la porta dell'infermeria si spalancò alle spalle della donna.
«Sanguesporco! Stai lontano da mio figlio.» Quella voce la congelò sul posto. Di nuovo quello spregevole soprannome che l'aveva perseguitata per anni. Lo aveva già detto poche sere prima, ma in quel caso non gliene aveva fatto una colpa, era stato lei a provocarlo in un certo senso.
Si alzò voltandosi verso la fonte del suono, trovando Draco che percorreva il corridoio a grandi falcate.
«Malfoy. Sei sempre lo stesso stronzo vedo. Tuo figlio è stato aggredito a causa tua! E tu ti comporti ancora come l'adolescente odioso e viziato che eri.» Sentenziò la riccia sputando finalmente fuori quello che pensava, furente di rabbia l'uomo estrasse la bacchetta puntandogliela contro, ma lei restò immobile con aria di sfida.
Il piccolo Scorpius si parò davanti alla donna bloccando l'avvicinamento del padre a nemmeno un metro da loro.
«No papà! Calmati. È stata carina con me, lasciala stare per favore.» in tono quasi supplichevole il figlio lo fece fermare abbassando la bacchetta.
Certo, non avrebbe mai attaccato una donna, in presenza di suo figlio per di più. Ma quell'odiosa so-tutto-io riusciva sempre a fargli fare cose stupide, odiava il suo atteggiamento strafottente, come se non avesse paura di nulla. Lo imbarazzava il confronto con lei, per questo fin da bambino l'aveva aggredita in ogni modo cercando di ferirla, eppure il risultato fu un pugno sul naso al terzo anno. Nonostante ciò sembrava restio ad imparare dai propri errori.
Ripose la bacchetta e fece un respiro profondo cercando di distendere i nervi tesi come corde di violino.
Solo successivamente portò la propria attenzione voltandosi verso la preside e folgorandola con lo sguardo
«Perché non mi ha avvisato immediatamente della faccenda?» la McGranitt alzò le mani in segno di resa.
«talis pater, talis filius.» sussurrò la vecchia professoressa ricordando le bravate che aveva fatto il padre alla sua stessa età. Draco contrasse la mascella irritato e alzò gli occhi al cielo esasperato.
Hermione che fino a quel momento era rimasta in silenzio ad osservare sogghignò divertita a quel battibecco, senza volerlo attirò l'attenzione dell'uomo su di sé.
«E tu Granger? Che ci fai qui? I tuoi figli stanno bene?» Notò immediatamente che la voce del biondo si era rilassata e le sembrò quasi preoccupato veramente.
Lasciò perdere la discussione appena avuta con lui ed annuì, per fortuna i suoi bambini erano rimasti illesi fino ad ora e lei intendeva risolvere al più presto per proteggerli.
«Lavoro al ministero della magia, non appena ho visto le segnalazioni mi sono precipitata qui» disse facendo spallucce e stringendo il fascicolo al petto imbarazzata.
«Forza, fammi vedere...» l'uomo si porse in avanti per prendere il fascicolo, ma Hermione si ritrasse velocemente guardando male, il viso del biondo si era currugato, mutando in un espressione confusa.
«Non puoi vederlo... È confidenziale» strinse ancora di più il fascicolo contro il suo petto stropicciandolo leggermente, sentendosi un po' la bambina che era un tempo quando stringeva gelosamente i suoi amati libri.
«Dai... non fare la bambina, è anche di mio figlio che si tratta. Quindi aiuterò a risolvere questo problema, che ti piaccia i meno» con fare autoritario tese la mano verso di lei, che controvoglia alla fine gli cedette il plico di fogli lasciando che lo esaminasse.
«Okay... Professoressa McGranitt crede di riuscire a far restare tutti gli studenti all'interno del castello? Limiti le uscite negli spazi esterni al minimo e solo se accompagnati. Qualsiasi cosa sia è fuori dal qui, e non possiamo farlo entrare.» iniziò a dare le direttive Draco restituendo il caso alla donna che lo stava fissando stupita, cioè ci era già arrivata anche lei ma non aveva ancora esposto la sua teoria andava poteva esaminata e comprovata, lui non poteva dare ordini in quel modo.
«Granger tu organizza una squadra il prima possibile, bisogna iniziare a setacciare tutta l'area» concluse. Quando si accorse dello sguardo truce che aveva la donna fece una faccia confusa anche lui, domandandosi la ragione di tale espressione. La riccia lo prese per un braccio e lo trascinò fuori da lì cosicché non potessero sentirli discutere.
«Forse non lo sai. Visto che eri e sei rimasto un bambino viziato ed egocentrico di un tempo. Ma per dare ordini bisogna averne il potere, e tu non c'è l'hai! C'è bisogno di permessi, c'è una burocrazia da rispettare.» non sapeva perché si stava scaldando tanto, in fondo era la prima a non seguire le regole in casi di questo genere. Ma lui aveva sempre avuto questo potere di farle perdere le staffe.
«Forse è proprio questo il problema! Tra me e te ci sono decisamente delle incomprensioni, ti ho già detto prima che avrei aiutato con o contro la tua volontà.
Non metterò di nuovo in pericolo la vita di questi ragazzi e di mio figlio come facevano con noi!» Draco l'aveva stretta per le spalle furioso. Gli occhi color ghiaccio sembravano volerla accoltellare, la sua testa le urlava terrorizzata di scappare o difendersi, eppure lei rimase immobile a guardarlo sapendo perfettamente che non le avrebbe mai fatto nulla di male.
«Non ti faceva schifo toccare una sanguesporco come me? Lasciami, non vorrei ti infettassi.» sputò velenosa ritrovando improvvisamente le parole.
Dopo pochi secondi lasciò la presa e scosse la testa come a voler scacciare qualcosa.
«Siamo cresciuti. Ti assicuro che mi fai tutt'altro che schifo» sussurrò assorto nei suoi pensieri. Per la seconda volta nel giro di una settimana l'uomo se ne andò lasciandola da sola nel corridoio del castello che in quel momento stava iniziando a riempirsi di studenti. Poveri ragazzi ignari della minaccia che c'era al di fuori di quelle mura.
Tornò in infermeria dove c'erano ancora la preside e Scorpius che parlavano, notò solo in quel momento che gli occhi del ragazzo ricordavano parecchio quelli del padre.
Pochi secondi dopo di lei entrò in infermeria anche sua figlia Rose che non notò la presenza della madre e corse ad abbracciare Scorpius
«Oggi stai meglio vero? Tornerai a lezione presto?» nel vederla così sorrise teneramente pensando che per sua fortuna non aveva dato retta a quella testa vuota di suo padre, che le aveva intimato di non affezionarsi troppo a quel ragazzo. Decise di non farsi notare e andarsene senza metterla in imbarazzo.
Uscita si diresse immediatamente in ufficio a coordinare una squadra come le aveva detto di fare Malfoy, non poteva crederci nemmeno lei di avergli dato ascolto. Ma sarebbe stata una sciocca irresponsabile a non farlo, aveva ragione. E se lei aveva iniziato a lavorare per il ministero dopo aver giurato a se stessa che non ci avrebbe più messo piede, era solo perché voleva migliorare il funzionamento del ministero impedendo altre ingiustizie e stragi di innocenti.

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