Rome

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«Ti passo a prendere sta notte e andiamo direttamente in aeroporto, fatti trovare pronta.» si allontanò da lei e si dileguò in pochi istanti lasciandole una sensazione di vuoto pesarle sullo stomaco.
Quando riacquistò le capacità motorie e razionali, uscì dal castello e si smaterializzò a casa sua per preparare una borsa per il viaggio.
Sarebbero stati via poco, quindi nulla di eccessivo.
Aveva appena inserito un kit da campeggio rapido in borsa quando sentì picchiettare sul vetro, un gufo grigio lasciò una lettera sulla finestra e volò via.
La aprì senza pensarci due volte, impaziente di saperne di più.

"Per questioni di sicurezza ho lasciato parte delle informazioni a lei e una parte al Signor Malfoy. Confido che non appena verranno apprese entrambi vi liberiate della lettera bruciandola.
Dovete rintracciare la famiglia Ferrero, Malfoy sa dove.
Vi chiedo la massima discrezione.

Minerva McGranitt"

Immediatamente dopo averla letta, estrasse la bacchetta ed incendiò il pezzo di carta come richiesto dalla professoressa. Si domandò spesso il motivo di tanta segretezza, non era mai stata così cauta. Oppure si? Forse Silente prima di lei semplicemente non glielo permetteva. Ma lasciò ben presto perdere questi suoi ragionamenti.
Sentì sbattere la porta del piano di sotto e diversi tonfi lungo la scalinata, suo marito doveva essere rientrato da lavoro. O qualsiasi altra cosa stesse facendo... era certa che avesse ripreso a vedersi con qualcuno, faceva sempre più tardi, o alcune volte non tornava proprio e poi era sempre avvolto da quella fragranza... Vaniglia. Inconfondibile, era così dolce da darle la nausea. O forse era lui a fargliela venire, ma poco cambiava.
Si affacciò dalla porta della cameretta cercando di vedere Ron e lo trovò con la faccia schiacciata sull'ultimo gradino delle scale, ubriaco fradicio. Sbuffando lo aiutò ad alzarsi ed arrivare fino al letto. Dove pensava di lasciarlo per allontanarsi cercando di non farsi notare, ma l'uomo per quanto ubriaco era più forte e più veloce. Infatti scattò verso di lei  trattenendola per un braccio, la spintonò con troppa forza e la fece sbattere contro il muro alle sue spalle.
«Dove stai andando? Con quella borsa poi? Tu devi stare a casa.» le alitò sul volto tirandole leggermente i capelli per farle alzare la testa. L'odore di Alcol e vomito le fece venire un conato che cercò di rimandare giù.
«Non sono affari tuoi.» ringhiò lei cercando di mantenere la voce più ferma che potè, nascondendo paura e disprezzo.
«Non rispondere così. Ti ho fatto una domanda. Dove stai andando eh? Con quel biondino del cazzo che ho visto l'altro giorno?» Le tirò i capelli più forte fino a farle male. Si appoggiò a lei schiacciandola contro il muro sempre con più peso, con l'altra mano le iniziò a stritolare le guance. Non lo avrebbe mai ammesso, ma aveva paura e stava iniziando a tremare.
Un suono avuto di un Clacson giunse alle orecchie di Hermione, sapeva benissimo di chi si trattava e seppur non lo diede a vedere era contenta che lui fosse lì.
«Ron adesso basta, mi stai facendo male. Levati» cercò di spingerlo via inutilmente. Le lacrime iniziavano a pizzicarle gli occhi, ma le trattenne con tutte le sue forze. Non gli avrebbe dato quella soddisfazione.
«Me ne vado quando lo decido io, e tu pure. Ma adesso... ho voglia di te» con queste parole si avventò sul collo della donna lasciandole baci umidicci senza mollare la forte presa che la stringeva bloccandole persino la circolazione. La donna cercò di divincolarsi disgustata e in preda al panico.
«No, lasciami!» urlò con tutto il fiato che aveva in gola. Ma il rosso non sembrava nemmeno sentirla, aveva preso a slacciarsi i pantaloni e premersi contro di lei sempre di più.
«Stupeficium!» Sentì una voce familiare urlare furente l'incantesimo, poi tutto accadde così in fretta che le ci volle un attimo per capire. Ron era appena stato scagliato contro il muro dall'altra parte della stanza e lei stava piangendo sulla spalla di qualcuno che la sorreggeva tra le sue braccia. Beh, non proprio qualcuno... sapeva benissimo chi era anche senza guardarlo, il suo profumo mentato era inconfondibile. Per una volta lodò l'impazienza dell'uomo che lo aveva spinto ad entrare in casa, si strinse a Draco cercando di calmare i singhiozzi che avevano preso ad uscire incontrollabili, che la strinse a se dolcemente cullandola tra le sue braccia e accarezzandole i capelli.
Non appena l'uomo riprese conoscenza e mise a fuoco la scena che gli si parò davanti scoppiò in un amara risata.
«Te la fai con Malfoy! Non uno qualsiasi, quella brutta serpe doppiogiochista! Mi fai schifo...» il rosso era rabbioso, ma l'alcol e la botta appena presa gli impedivano di alzarsi di nuovo. Al sentir pronunciare quelle parole non ci vide più... il biondo nascose Hermione dietro di se facendole da scudo umano sia fisicamente che metaforicamente. Puntando nuovamente la bacchetta contro Ron.
«Su di me puoi dire e pensare quello che vuoi. Ma lei è tua moglie razza di cretino! Come ti permetti anche soltanto di respirarle vicino senza che lei lo voglia. Sarò anche una serpe come dici tu, ma sempre meglio di essere un verme smidollato che violenterebbe la propria donna.
Avvicinati di nuovo a lei senza il suo consenso Weasley e credimi: mi farò pochi problemi a cruciarti.» ringhiò il biondo di tutta risposta. Se non ci fosse stata la donna a guardarlo probabilmente lo avrebbe già fatto, ma non voleva spaventarla ancora. Non poteva sopportare che qualcuno le facesse del male. Lo aveva fatto lui stesso per tanto tempo e se ne pentiva ogni giorno della sua vita, chiedendosi se sarebbe mai stata veramente in grado di perdonarlo.
Senza aspettare una risposta prese in braccio la donna ancora sotto shock e la portò fino alla macchina che aveva lasciato sotto adagiandocela come fosse stata una bambina.
Poco dopo essersi messo alla guida la riccia aveva smesso di piangere e si era addormentata sul sedile al suo fianco. La guardava alzare e abbassare il petto con movimenti lenti e regolari, il viso arrossato e ancora qualche lacrima che le rigava le guance. Era così indifesa... come aveva potuto dirle quelle cattiverie per anni? Si, era una so-tutto-io insopportabile ogni tanto, ma questa cosa aveva iniziato anche a piacergli col tempo aveva capito che poteva averci una conversazione spensierata, che era sempre pronta ad aiutare gli altri e che la sua intelligenza non aveva eguali. Lo affascinava in tutto e per tutto.
Prima di poter pensare ad altro di accorse di essere già arrivato in aeroporto e doveva svegliarla...
Si porse su di lei scuotendola leggermente, ma sembrò non prestargli la minima attenzione.
«Hermione? Sveglia... dobbiamo prendere l'aereo» riprovò. Ancora nulla. Le accarezzò una guancia con il dito perso nei suoi lineamenti, non riusciva a pensare ad altro se non a lei. Ma ora era decisamente il momento per svegliarla o non avrebbero fatto in tempo.
«Granger!» le urlò scuotendola più energicamente. Si alzò di scatto risucchiando un respiro e tirandogli una testata. Confusa si massaggiò la fronte prima di mettere a fuoco gli occhioni grigi davanti a lei che la fissavano accompagnati da un sorrisino nascosto.
«Ma che stai facendo? Sei impazzito?» lo spinse via ridendo.
«Ti dovevo svegliare o perdiamo l'aereo, e perché non un bacio come il principe alla bella addormentata?» sghignazzò mentre mandava bacetti al vento, scendendo dalla macchina. Involontariamente si portò le dita sulle labbra chiedendosi se alla fine l'aveva baciata veramente o era solo un sogno il suo... eh si, aveva proprio sognato di baciare ancora e ancora e ancora, Draco. Sicuramente era meglio che ricordare quello che era appena successo. Le sembrò incredibile pensare a quanto le persone potessero cambiare così in fretta. Da quando aveva colto in flagrante Ron quel poco di relazione che era rimasta è crollata come un castello di carte con un soffio di vento.
Tornò immediatamente in se, scendendo anche lei.
«come la Bella e la Bestia semmai!» rispose lei facendogli la linguaccia mentre lui mise il broncio e poi bofonchiò qualcosa di simile ad un "Certo, lei rischia di farmi perdere l'aereo e la Bestia sono io che l'ho svegliata" ma lasciò perdere.
Si diressero verso l'ingresso "partenze" dell'aeroporto già con i biglietti in mano, pronti per il check-in e l'imbarco. Draco sapeva già la destinazione e non aveva preso tempo.
Una volta a bordo, prima ancora di sistemare le borse nella cappelliera l'uomo si era già seduto e aveva allacciato la cintura. La cosa non passò inosservata agli occhi della riccia che lo osservava ridacchiando mentre sistemava i bagagli di entrambi.
«fammi indovinare... è la tua prima volta su un aereo babbano?» gli chiese prendendo posto al suo fianco mostrandogli un sorrisetto divertito.
«Cosa?! No! Perché lo pensi?» mentì il biondo cercando di sembrare il più naturale e perplesso possibile, ma il suo nervosismo era troppo evidente per passare inosservato. Continuava a guardarsi attorno e stringere sempre più forte la cintura. La donna si sistemò allacciando anche la sua e gli prese una mano stringendola dolcemente nella sua. Incredibilmente sembrò calmarsi al solo contatto con la sua pelle.
«Mi tieni la mano allora? È da tanto che non ne prendo uno, sono un po' nervosa...» stava chiaramente mentendo, lo capiva benissimo dai suoi occhi calmi e materni più che mai. Però lo stava facendo per calmare lui e di questo le era infinitamente grato.
Draco Malfoy terrorizzato da un mezzo di trasporto babbano... se solo lo avesse visto suo padre. Probabilmente lo avrebbe cruciato facendogli capire che c'era di peggio di morire precipitando da un aereo babbano. E poi, nel caso fosse andata male sarebbe morto con la sua Hermione.
Ma che andava pensando? Non potevano mica morire! Chi avrebbe pensato a Scorpius se lui fosse morto? Cavolo: Non ci aveva mai pensato... ma quali sarebbero state le sorti di suo figlio senza di lui? Non avrebbe mai voluto facesse la fine di Potter, con una famiglia che lo odiava e non lo capiva. Istintivamente fissò Hermione che invece stava seguendo attentamente le istruzioni di sicurezza che davano Hostess e Stewart prima di partire. Lei forse... beh, è un ottima madre. Ma quel Weasley non avrebbe mai dovuto avvicinarsi ne a lei ne ai ragazzi! Gli raggelava il sangue solo all'idea di cosa sarebbe potuto succedere se non fosse intervenuto. Viscido, lurido verme.
No, no... non poteva proprio lasciare tutto così! Inconsciamente strinse più forte la mano della donna pervaso da un improvvisa rabbia e paura. La moretta sentendosi strizzare la mano si voltò a guardarlo perdendosi un altra volta in quelle bellissime iridi Grigie come il cielo in tempesta.
«Draco... cioè volevo dire Malfoy. Stai bene? Perché... cioè... Nulla...» perfetto, ora si era persino messa a balbettare per il nervosismo. Si diede della stupida, nemmeno fosse stata una bambina alla sua prima cotta. Il ragazzo le sorrise passando il pollice sul dorso della sua mano.
«Mi piace quando mi chiami per nome... Sto bene tranq...» non riuscì a finire la frase che l'aereò iniziò ad accellerare,l fino a prendere il volo. Ed il biondo si schiacciò immediatamente contro il sedile, strizzando gli occhi, trattenendo il respiro e piantando le unghie della mano nel bracciolo con tutta la forza che aveva in corpo.
Ma lei sembrò quasi non farci attenzione, stava ancora ripensando a quello che aveva appena detto. "Mi piace quando mi chiami per nome" la sua voce le echeggiava in testa, il suo stomaco sembrava non volerle dare un secondo di pace. Le si stava contorcendo in quella ormai comune sensazione che provava ogni qualvolta si trovava in certe situazioni con lui.
«Granger? Perché quella faccia? Okay. Ammetto che è la mia prima volta su un aereo babbano! È innaturale che riescano a fare volate questi cosi senza magia!» sventolò una mano davanti gli occhi della donna per riportarla al presente fino a quando non riuscì a riottenere la sua attenzione.
«Tutto bene? Ti vedo strana...» le chiese scostandole una ciocca di capelli.
Andava tutto bene? No... forse no. Non lo sapeva bene. Quando era con lui sembrava dimenticarsi dei problemi che invece doveva affrontare nel bene o nel male.
Sospirò annuendo e rimettendosi comoda sul sedile a sonnecchiare.
Dopo poco più di un ora o due erano atterrati in un aeroporto straniero.
Erano in Italia! Sognava di vederla fin da bambina. Culla della cultura classica e dell'arte. Presa dalla felicità si mise a saltellare sul posto come una bambina.
«Siamo atterrati a Roma, ma solo perché era il primo volo per l'Italia. Ci aspetta un treno nel pomeriggio per portarci a Destinazione. Quindi abbiamo circa 8 ore, cosa vuoi vedere per primo? Il colosseo o il vaticano?» lo guardò per qualche secondo incredula prima di saltargli al collo abbracciandolo più forte che poteva. Aveva proposto diverse volte al marito di andare a visitare l'Italia almeno un volta, ma non ne aveva voluto sapere ritenendola una vacanza noiosa e non rilassante come invece lo sarebbe stato rimanere in spiaggia a dormire tutto il giorno. Ed ora era lì! Nella città più magica del mondo! Ancora non poteva crederci... e tutto grazie a Malfoy. Okay forse anche un pochino della McGranitt... ma atterrare lì era stata un idea di Draco! Ripetè almeno un centinaio di volte "Grazie" correndo a prendere un taxi per il centro città.

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