5 anni dopo
Scorpius si agitava sulla sedia tamburellando la penna sul tavolo.
Si passò una mano tra i biondi capelli scompigliandoli.
Spazzientito si alzò di scatto dalla sedia, come guidato da una forza invisibile corse fuori dal castello, e lì la vide... la causa dei suoi tormenti.
La folta chioma rossa e riccia era dolcemente mossa dal vento mentre correva dentro carica di libri. Rimase incantanto a guardarla, ancora non capiva come fosse possibile ma la trovava bellissima.
La rossa si voltò attirata dallo sguardo che sentiva su di sé. I suoi occhi azzurri cercavano di individuare la fonte di tale sensazione, incrociando alla fine quelli grigi di Scorpius con un espressione confusa. Si avvicinò a lui a grandi falcate, con la grazia di un elefante e il viso arrossato dalla fatica. Una volta a pochi metri da lui si fermò ad osservarlo.
«Scorp, abbiamo lezione di trasfigurazione. Si può sapere dove stai andando?» il biondo si limitò a sorridere impacciato
«Devo parlare con mio padre, farò un po' tardi» la tranquillizzò allontanandosi, correndo via fuori dai confini.
Appena li superò si smaterializzò a casa propria, trovando Draco che sostava contro lo stipite della cucina. Gli si accostò per vedere cosa stesse guardando: Hermione teneva in braccio una bambina di circa cinque anni, dai lunghi capelli castani e ricci ed gli occhi grigi tempesta. La pelle diafana colorata solo da un leggero rossore sulle guance. La piccola stava colorando un disegno con i pastelli, mentre la madre leggeva un libro.
Lo sguardo sereno del padre era incorniciato da un sorriso sincero, mai lo aveva visto così rilassato. Nemmeno quando sua madre era ancora in vita.
Gli posò una mano sulla spalla richiamando la sua attenzione, quando il padre finalmente si rese conto della sua presenza si voltò mutando radicalmente la sua espressione. Il grigio dei suoi occhi si rifletteva in quelli del figlio, lo sguardo sereno ed allo stesso tempo triste lo scosse profondamente. C'era qualcosa di diverso in Draco.
«Mi dispiace averti sempre dato la colpa della malattia di tua madre, sono stato un padre terribile. Non voglio commettere gli stessi errori con loro, e voglio rimediare con te.» terminate queste parole abbracciò il figlio per la prima volta dopo anni. Il ragazzo rimase immobile qualche secondo prima di lasciarsi andare e abbracciare a sua volta il padre. Quando si allontanò cercò di riordinare le idee per non rovinare quel momento, non aveva un vero confronto con suo padre da troppo tempo.
«Papà devo parlarti di una cosa importante... da soli» accennò con la testa un saluto alla donna che li stava guardando ancora seduta con la bambina. E lasciò che suo padre lo guidasse lontano dalla cucina.
Uscirono in giardino appena scaldati dal timido sole di maggio, si sedettero sui gradini osservando il paesaggio.
Nel silenzio che si era creato il padre riusciva quasi a percepire i rumori del cervello del figlio che elaborava come iniziare il discorso
«Papà io non so bene come dirvelo, e soprattutto come la prenderete tu ed Hermione ora che volete sposarvi...» iniziò titubante. Passò le mani tra i capelli in modo compulsivo, l'idea di dire ad alta voce quello che provava lo terrorizzava, lo rendeva reale.
«Io... io credo di provare qualcosa per una ragazza. Cioè... non lo credo. Lo so. Ma è complicato.» lasciò stare i capelli quando sentì in braccio del padre appoggiarsi sulle sue spalle.
«Ti rende felice?» gli chiese l'uomo al suo fianco interrompendo il flusso sconclusionato dei suoi pensieri.
Al solo pensiero delle lentiggini e di quegli occhi azzurri, gli crebbe un gran sorriso.
«Si, lo fa. Anche se mi picchia per la metà del tempo. Ma papà è più difficile di così» sorrise quasi impercettibilmente al pensiero di quella tappetta rossa che lo picchiava prima di una partita a Quidditch, o mentre studiavano insieme. Ma al pensiero di chi in realtà fosse il sorriso si spense.
«Figliolo non fare le stesse stronzate che ho fatto io, se ti rende felice... Non c'è nulla che può impedirvi di stare insieme» cercò di rassicurarlo.
Ma si allontanò dal pare balzando in piedi e posizionandosi davanti a lui.
«No cazzo! È di mia sorella che mi sono innamorato porca puttana! Quella stupida grifondoro testarda!
È Rose... lei mi fa impazzire, è l'unica che riesce a tenermi testa, è così dannatamente intelligente. E sono perdutamente innamorato di lei» urlò infuriato più con se stesso che altro. Lo sguardo del padre se all'inizio era sconcertato alle parole volgari usate dal figlio, si trasformò velocemente in un leggero sorriso. Riconoscendo nel ragazzo gli stessi sentimenti che per per troppo tempo lui non aveva avuto il coraggio di esprimere ad Hermione.
«Scorpious. Non venirmi a raccontare puttanatate, non lo accetto!
Non è tua sorella. È la figlia di Ron ed Hermione. Non avete alcun legame di sangue quindi vedi di finirla di fare il cagasotto. Io sposerò comunque quella donna e nostra figlia vivrà anche se voi due vi metteste insieme.
E... per quello vale. Lo sapevo già. Ora vai da lei e diglielo, ad Hermione ci penso io» gli fece un leggero cenno del capo verso qualcosa dietro di lui, il ragazzo si voltò notando una esile figura dai capelli rossi sul vialetto. Lanciò un ultimo sguardo per ringraziare il padre che gli stava sorridendo incoraggiandolo.
Si avvicinò alla ragazza che invece era rimasta immobile a guardarlo.
«Rose...c-che ci fai tu qui? Non volevo farti perdere l'ora» gli tremava leggermente la voce, erano a meno di un metro e aveva il serio timore che avesse sentito tutto. Lei continuava a fissarlo senza proferire parola, stringendo di più i libri che teneva tra le braccia.
«Rose?» tentò di nuovo avvicinandosi di più fino a sfiorarle il braccio con la mano, la sovrastava di almeno venti centimetri ma i suoi occhi grigi rimanevano incastrati a quelli azzurri di lei.
«Ho-o capito... hai sentito tutto, vero? senti n-non è un problema se non ricambi. Lo capisco, forse è meglio così» balbettò cercando inutilmente di non fare trasparire la delusione. Lei continuò a non muovere un muscolo spostando freneticamente gli occhi dai suoi alle sue labbra.
Poi accadde in un secondo, la rossa lasciò cadere al suolo i libri e gettò le braccia al collo del ragazzo alzandosi sulle punte, e finalmente premette le labbra contro le sue zittendo ogni pensiero del ragazzo.
Rimase spiazzato da quel gesto ma nel giro di pochi secondi le aveva passato un braccio sulla vita e l'aveva sollevata dal suolo portandola alla sua altezza, la ragazza intrecciò le dita ai morbidi capelli biondo platino del ragazzo.
Sull'uscio di casa Draco avvolgeva le spalle di Hermione con il braccio, mentre lei teneva in braccio la piccola Elizabeth. Osservavano i figli sul vialetto, Draco la avvicinò di più a se lasciandole un bacio sulla fronte.
«Sono come noi...» le sussurrò all'orecchio prima di lasciarli soli.
STAI LEGGENDO
After Harry Potter ~Dramione~
FanfictionSono passati vent'anni dalla seconda guerra magica, e tutto procede normalmente: i figli del Golden Trio sono tornati ad Hogwarts per il nuovo anno e i genitori alle loro routine. Ma una serie di incidenti attira l'attenzione del ministero. Qualcosa...