Lo aveva visto per soli 10 minuti e già non lo sopportava più, si sentiva mancare l'aria e la stanza sembrava farsi sempre più stretta. Corse fuori dall'edificio in preda a quello che capì dover essere un attacco di panico. Sentiva il peso delle sue scelte premerle contro il petto soffocandola, il disgusto verso suo marito attanagliarle in una morsa lo stomaco. Riuscì a barcollare fino alla fontana nel centro della piazza e buttandosi un po'di acqua fredda addosso, nella speranza di riprendere il controllo del suo corpo.
Lo detestava. Era inorridita anche solo dalla presenza. Ma doveva mandare giù tutto il risentimento ed andare avanti come meglio poteva.
«Granger ma dove eri finita? Pensavo di trovarti ad Hogwarts e invece quando sono arrivato la McGranitt ha detto di non averti visto tutto il giorno. Stai bene?» riconobbe immediatamente la voce alle sue spalle, chi altro poteva essere se non Draco Malfoy. Le comparve un leggero sorriso spontaneo vedendo il suo volto preoccupato.
«Sto bene, ho solo informato tutta la squadra delle nostre scoperte. Tranquillo. Io vado» l'uomo annuì e lei si alzò avvicinandosi, gli lasciò un innocente bacio sulla guancia, prima di superarlo e proseguire lungo la strada. Lasciandolo con la stessa espressione che aveva avuto lei quella stessa mattina.
Draco seguì con lo sguardo la donna che si stava allontanando posando lo sguardo sulle sue curve cinte da un semplice jeans e una felpa sportiva rosa. Adorava quando di vestiva così, al naturale ecco. Ebbe un deja-vu però non capì di cosa si trattasse.
Lasciò perdere e la seguì in silenzio.
Ormai si stava facendo buio e non si fidava certo a farla girare da sola.
«Aspettami, è pericoloso. Ti accompagno a casa» la affiancò e lei si fermò all'improvviso fissando il pavimento. La donna iniziò a ripensare a ciò che era accaduto, doveva veramente tornare a casa da quel lurido viscido scarafaggio.
«E che... Non voglio tornare a casa. Non da lui...» Draco cercò di intercettare il suo sguardo, che però sembrava voler rimanere piantato al suolo.
«Guardami quando mi parli... voglio poter vedere i tuoi occhi.
Perché dovresti tornare da quel verme schifoso?» dolcemente le alzò il viso prendendo il mento tra pollice e indice incatenando nuovamente i loro sguardi. Ultimamente stava succedendo troppo frequentemente ed ogni volta lo stomaco della strega si contorceva in una piacevole ma fastidiosa sensazione.
«Non voglio che i bambini sospettino qualcosa... Hugo durante la settimana non c'è ma ogni weekend si, e sono già quasi tre settimane che lo vado a prendere a scuola passiamo la giornata insieme e scappo appena si addormenta sperando di non vedere mio marito. Tra poco staranno a casa due intere settimane per le vacanze di Natale... io non so se ci riesco» una lacrima le rigò la guancia, che prontamente venne fermata dal pollice dell'uomo che l'asciugò. I loro nasi quasi di sfioravano, e i loro fiati caldi si univano nella nuvoletta di condensa provocata dalla temperatura dell'ambiente esterno.
«Non permette a niente e nessuno di importi una scelta. Io so cosa si prova ad essere così codardi da accettare qualunque cosa, e sono certo che tu non lo sia. Sei una Grifondoro! E hai salvato il mondo! Che vuoi che sia un marito traditore in confronto?» nel grigio dei suoi occhi passò un lampo di rabbia mentre pronunciava l'ultima frase, ma venne ben presto sostituita da uno strano luccichio accompagnato da un sorriso dolce.
Si allontanò da lei cercando di mantenere il controllo del suo corpo.
«Andiamo... ti accompagno a prendere le tue cose e poi a casa tua.» le porse la mano chinandosi leggermente come un vero gentiluomo, la riccia ridacchio a quel gesto così antico ma allo stesso tempo dolce e afferrò la mano. Si smaterializzarono prima nel momentaneo alloggio e poi dopo aver preparato una piccola borsa con delle cose che le sarebbero servite, direttamente davanti alla casa di Hermione.
«Carina la casa Granger. Ti sei sistemata bene! È più grande della mia» constatò il mago ammirando la villetta a schiera.
Hermione alzò un sopracciglio perplessa, si ricordava bene l'abitazione di Draco, e il Manor era tutt'altro che piccolo. Forse tetro ed inquietante, ma senza dubbio era una villa enorme.
«Non fare quella faccia... potevi immaginare che dopo tutto quello che è successo in quella casa me ne fossi liberato. Non... non potevo rivedere i luoghi dove vi hanno torturato...
Comunque ora ho una piccola baita su un laghetto al nord. Ti piacerebbe sicuramente...» soffocò quasi le ultime parole temendo la risposta, spostò lo sguardo esaminando la casa e notò una figura alla finestra del piano di sopra che li stava osservando.
«Granger... credo che qualcuno ci stia guardando» le fece notare facendo un cenno con il capo indicando la posizione nella quale si trovava. La donna si voltò e quando la vide sbuffò scocciata.
«È quel capoccione di Ron... gli voglio bene, ma deve capire che dopo quello che ha fatto non torneremo insieme e che sicuramente ho bisogno di tempo prima di poterlo anche solo guardare di nuovo in faccia» sottolineò lei. L'uomo guardò corruciato prima la figura e poi lei soffermandosi sul suo volto. La luce del lampione sulla strada le illuminava il viso facendo sembrare i suoi occhi nocciola, dorati. Le sembrò così bella con i capelli boccolati scompigliati, le labbra screpolate dal freddo e le occhiaie di chi aveva passato la notte sveglia. Così vera, non come tutte le altre che curavano ogni minimo dettaglio del proprio aspetto e nascondevano i difetti sotto chili di trucco. Lei era diversa, in tutto. Lo era sempre stata. Si avvicinò di nuovo a lei pericolosamente.
«Se vuoi gli diamo qualcosa da guardare...» le sussurò sfoderando un sorrisetto malizioso disarmante. La tentazione di baciarla era quasi incontrollabile, ma non avrebbe fatto niente di così avventato di fronte a suo marito.
La donna sentiva il suo fiato caldo sul viso e gli occhi di ghiaccio penetrarle l'anima distruggendo ogni briciola di autocontrollo da lei in possesso.
Aveva il fiato corto e il cuore le batteva all'impazzata. L'uomo si sorprese di riuscire a mantenere il controllo nonostante la vicinanza, si limitò ad abbracciarla e nascondere il viso tra i suoi capelli inebriandosi del suo profumo dolce e rosato. La donna a quel contatto trattenne il fiato per qualche secondo prima di realizzare e stringerlo a sua volta appoggiando la testa nell'incavo del suo collo e chiudendo gli occhi per godersi il momento. Venne pervasa da una sensazione di calore e sicurezza familiare che da tanto non provava.
Restarono così per un lasso di tempo indefinito finché Draco non si decise ad allontanarsi lasciandole un tenero bacio sulla fronte, la guardò di sottecchi un ultima volta ammirando le gote arrossate.
«Se hai bisogno... io ci sono. Ora vai, ci vediamo tra qualche giorno per cercare la spada, ho un paio di cose da fare prima...» fece per andarsene ma venne trattenuto da una manina esile che le teneva la manica, Hermione fissava il pavimento sempre più rossa ed imbarazzata sussurò un "grazie" e lo lasciò andare, correndo dentro casa e sbattendo la porta alle sue spalle lasciando Malfoy a fissare il punto dove prima si trovava lei.
Scosse la testa turbato e si smaterializzò.
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After Harry Potter ~Dramione~
FanfictionSono passati vent'anni dalla seconda guerra magica, e tutto procede normalmente: i figli del Golden Trio sono tornati ad Hogwarts per il nuovo anno e i genitori alle loro routine. Ma una serie di incidenti attira l'attenzione del ministero. Qualcosa...