Call it magic, call it true

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Solo ora capiva, Roma è più di una città: è un museo senza mura. Ovunque girassero trovavano cultura pronta a sfamare ogni piccola curiosità della donna. È una città che ti resta nell'anima. Avevano ragione a dire che non puoi pensare di visitare Roma senza volerci tornare. La città eterna ti cattura il cuore.
Da quando erano saliti in auto Hermione aveva iniziato un monologo sulla storia della città degno di quel babbano famoso che faceva documentari in televisione, come è che si chiamava? "A" qualcosa... ah si, Alberto Angela! Quel tipo aveva un suo fascino quando spiega le cose, beh certo lei la trovava molto più attraente di lui. Ma ognuno ha i suoi gusti.
La osservava affascinato mentre indicava fuori dal finestrino tutte le attrazioni che riconosceva raccontando quanto più possibile su di esse. Ma si ammutolì improvvisamente quando si trovò davanti ad una delle 7 meraviglie del mondo, il Colosseo torreggiava imponente davanti a loro. Era magnifico, mai visto nulla di simile.
«Che c'è Granger? Ho trovato qualcos'altro che ti lasci senza parole oltre a me?» le sussurrò all'orecchio malizioso provocandole brividi lungo tutta la schiena. La superò per poi dirigersi alle casse ed acquistare i biglietti.
«Dai, dentro sarà anche meglio! Andiamo» la prese per mano allontanandola dall'Arco di Costantino per poi trascinarla dentro all'anfiteatro.
Beh che dire? L'interno era ancora più magico se possibile. Gli archi a volta circondavano l'arena ovale al centro, nella quale si vedeva la ricostruzione di una parte della pavimentazione in legno che poggiava sulle fondamenta in muratura.
Osservandolo si poteva viaggiare in dietro nel tempo con la mente e vedere i gladiatori lottare per la sopravvivenza.
Brutale, ma affascinante. Infondo i babbani non erano tanto diversi dai maghi. Il potere dava alla testa a chiunque. Un tempo facevano lottare i loro schiavi decidendo della loro vita... si ritenevano migliori di altri, proprio come il Signore oscuro.
Dopo qualche ora avevano completato il tour e si stavano spostando a piedi verso Città del Vaticano, fermandosi a guardare le attrazioni sparse per il percorso. La giornata sfortunatamente terminò troppo velocemente, verso le Diciassette infatti stavano aspettando il treno alla stazione di Tiburtina pronti per ripartire. Durante il giorno non avevano avuto vere e proprie conversazioni, principalmente erano precisazioni e descrizioni che faceva Hermione quando sentiva qualche Guida Turistica sbagliare.
Una volta sul treno si addormentò quasi immediatamente sulla spalla di Draco con ancora il sorriso sul volto mentre lui le accarezzava i capelli.
Nei sedili di fronte a loro c'era una strana vecchietta che li osservava attraverso le lenti degli occhiali.
«È bello vedere dei giovani amarsi così tanto...» gli disse ammiccando la vecchia. L'uomo seppur con qualche difficoltà visto il suo Italiano molto arrugginito, capì quello che gli aveva detto l'anziana e scattò drizzando la schiena e mettendo le mani avanti facendo però attenzione a non svegliarla.
«No no, sbaglia. Noi no insieme!» sbiascicò in una lingua molto approssimativa. La vecchietta sorrise annuendo mentre si alzava dal sedile.
«Ho detto innamorati ragazzo, non fidanzati... c'è differenza» terminò prima di attraversare le porte e scendere dal treno lasciando un po' confuso l'uomo che ci mise un po' a tradurre e capire cosa gli aveva detto.
Posò lo sguardo sul viso della donna incantadosi a guardarla, cercò di mettersi comodo e si addormentò anche lui.

Giunti a destinazione la voce registrata dell'altoparlante annunciò la loro fermata e scesero in stazione.
«Ho prenotato un Hotel, muoviamoci che qui non mi piace per niente... quelli ci guardano come si guarda una bistecca e non ho voglia di uccidere nessuno» indicò l'uomo con un cenno del capo un gruppetto di ragazzi dall'altra parte della banchina. Passò il braccio attorno alle spalle della donna e la condusse all'esterno verso un Taxi.
La riccia a bordo dell'auto cercava di capire in quale città si trovassero, ma il buio glielo rese quasi impossibile. Si maledisse mentalmente per non avere prestato attenzione alla voce del treno o alle scritte in stazione, ma forse era meglio così...
Arrivati all'albergo provvedette Draco a fare il check in alla reception, la receptionist era una donnina non tanto alta bionda visivamente tinta che stava facendo gli occhi dolci a Malfoy. Non seppe per quale motivo, o forse si, ma Hermione sentì l'impellente bisogno di far notare la sua presenza alla signorina. Si schiarì la voce avvicinandosi all'uomo e stringendosi al suo braccio per in fine lanciare una occhiata assassina alla ragazza dall'altra parte del bancone.
La receptionist abbassò immediatamente lo sguardo mettendosi a cercare tra le carte e sul computer, sentì l'uomo ridacchiare ma non gli prestò alcuna attenzione ancora impegnata a guardare male la ragazza che aveva iniziato ad imprecare qualcosa in italiano che non capì.
«Mi dispiace ma c'è stato un overbooking, abbiamo quindi solo una camera matrimoniale e non la doppia che avevate prenotato...» disse la biondina scoccando un occhiata infastidita alla riccia che rispose semplicemente con un largo sorriso a trentadue denti.
«Va benissimo quella...» Le rispose l'uomo afferrando le chiavi dal bancone e trascinando via la donna verso l'ascensore. Aspettò che si chiudessero le porte prima di parlare.
«Tranquilla gelosona, sto sul pavimento» ammiccò lui sorridendo. La donna sembrò risvegliarsi da una trance profonda sgranando gli occhi confusa. Un momento aveva appena detto che lei era gelosa? Lei non era gelosa! Non lo era mai stata. E perché avrebbe dovuto dormire sul pavimento? Improvvisamente riaffiorarono le parole della ragazza, era troppo occupata a guardarla male per prestarle attenzione, ma forse qualcosa riguardo ad una camera matrimoniale lo ricordava. Matrimoniale? Quindi con un solo letto? Uno per due? Lui e lei? No. Si, il pavimento era decisamente una bella idea... e in quel momento pregò che la risucchiasse facendola sparire da quella situazione.
Era diventata visibilmente rossa come un peperone imbarazzata a morte. Cercò di dire qualcosa, ma le parole le morirono in gola. Restò in silenzio guardandosi i piedi aspettando con ansia che la tortura in quello spazio così ristretto finisse al più presto. Quando si aprirono le porte quasi corse fuori anche se non sapendo dove andare si fermò quasi subito.
L'uomo la superò dirigendosi verso la loro camera per aprila e lasciare andare lei avanti, entrando e chiudendosi la porta alle spalle.
La donna non esitò a buttarsi sul letto nascondendo la faccia nei cuscini lasciando che un po' della sua esasperazione li inumidisse.
Ma che le stava succedendo? Perché era tutto così complicato ed assurdo? Nei suoi pensieri da quando l'aveva incontrato di nuovo a quello stupido ballo, c'era solo più Draco Malfoy. E quel bacio ormai lontano non faceva altro che peggiorare la situazione, lo sognava ormai ogni notte.
Lui era i suoi pensieri.
Lui che l' aveva portata a Roma. Lui che l' aveva salvata dal suo stesso marito. Lui che l'aveva saputa ascoltare. Lui che l'aveva protetta in quella grotta. Lui che la stava aiutando a proteggere Hogwarts.
Lui.
E nessun altro...
Improvvisamente la ragione abbandonò completamente il cervello della strega che tirò su il viso dai cuscini puntando i suoi occhioni nocciola in quelli grigi dell'uomo che la stava osservando preoccupato. Accadde tutto in una frazione di secondo che però sembrò un eternità, la donna era scattata in piedi aggrappandosi al collo del mago per poi appoggiare le labbra su quelle di lui. Quest'ultimo se subito rimase quasi paralizzato dal gesto improvviso, non perse poi tempo a farsi strada nella bocca della donna sollevandola persino leggermente da terra. Le emozioni che scorrevano in entrambi erano indescrivibili, quel semplice contatto aveva catapultato entrambi in un altro mondo, le scariche elettriche che attraversavano i loro corpi sarebbero state percettibili anche ad un babbano. Probabilmente anche troppo perché fecero saltare la lampadina senza volerlo rimanendo al buio, illuminati solamente dalle luci della città che entravano dalla finestra. Lo scoppio li fece separare e tornare con i piedi per terra. La donna si allontanò bruscamente spingendolo via. Con le mani tra i ricci si diresse all'enorme finestra che dava sull'esterno fissando fuori cercando di riordinare le idee.
«Non posso aver fatto questo a Rose e Hugo!» bofonchiò tra se e se quasi disperata. La confusione dell'uomo era oltre ogni immaginazione, lo aveva appena baciato? Si! Lo aveva fatto. Ed era stato dannatamente bello... non come il primo, questo era stato lei a darglielo. Era diverso. Ma ora se ne era già pentita? Probabilmente... ma se lo aveva fatto senza dubbio era perché lo desiderava anche lei in fondo.
Si avvicinò lentamente a Hermione cingendole la vita da dietro, la sentì rilassarsi al suo tocco e questo altro non poté fare che confermare le sue ipotesi. Iniziò a lasciarle dei leggeri baci sulla spalla lasciata in parte nuda dalla sottile spallina del vestito che indossava, istintivamente la riccia trattenne il respiro buttando la testa all'indietro dando così accesso alla pelle candida ed inesplorata del collo.
«Draco... Che stai facendo...?» riuscì a sussurrare mordendosi il labbro inferiore. Ma l'uomo non le prestò attenzione continuando a baciarla, fino al lobo del suo orecchio che mordicchiò succhiandolo dolcemente.
«Nulla che anche tu non voglia fare...» la voce roca del biondo le stava mandando in tilt il cervello, il corpo non voleva risponderle ma forse era meglio così, non avrebbe voluto fermarsi.
L'uomo la fece girare su se stessa trovando nuovamente i suoi bellissimi occhi, questa volta socchiusi e le gote arrossate. Dio quanto era bella.
Le lasciò un leggero bacio a fior di labbra attendendo una sua reazione.
La strega aprì di più gli occhi incatenandoli a quelli magnetici del mago.
«Draco non possiamo... sono sposata» gli poggiò i palmi delle mani sul viso mentre scrutava ogni dettaglio del suo volto quasi a volerlo catturare nella sua memoria per sempre.
«Anche io» asserì lui posando le sue mani su quelle minute della ragazza che gli sorrise dolcemente.
«È diverso, tua moglie è morta...» l'ultima frase le uscì con un filo di voce quasi impercettibile. L'uomo strinse gli occhi cercando di cancellare quella frase dalla sua mente, tempo fa avrebbe venduto la sua anima per passare un minuto in più con Astoria, ma ora gli sembrava quasi di non averla mai amata veramente. Quello che provava per Hermione era indescrivibile ed unico, sicuramente non voleva rovinare tutto per un passato senza futuro. Utilizzò la presa sulle sue mani per portarla più vicino a se.
«Tu meriti di essere felice Noi. Noi lo meritiamo!» strofinò dolcemente il naso contro il suo, facendo di nuovo aderire le labbra a quelle di lei. Sembravano incastrarsi perfettamente come due pezzi di un puzzle.
Draco era la serpe per eccellenza, e si sà cosa fanno i serpenti...
Tentano.
A quel punto nessuno dei due poteva più essere in grado di fermarsi.
Le lingue avevano iniziato a danzare insieme, le mani della donna cercavano disperatamente i bottoni della camicia. Ma finì per strappargliela di dosso violentemente, lasciando scoperto il suo torace. Lo contemplò qualche secondo percorrendo con le dita le cicatrici che sembravano pitturare il corpo perfetto del uomo, rendendolo unico. Draco per la prima volta non si sentì a disagio mostrando le sue ferite, di lei si fidava ciecamente e voleva che conoscesse ogni parte di lui. La riccia iniziò a concentrandosi sulla cinta dei pantaloni, mentre l'uomo non aveva smesso un solo secondo di baciarla ed accarezzare ogni angolo del suo corpo. Con un gesto fulmineo le alzò la gonna afferrandola per i glutei, la sollevò buttandola in fine sul letto. Le aprì la cerniera sul davanti del vestito mostrando i suoi seni perfetti ancora stretti nel reggiseno in pizzo che indossava. Iniziò a baciare e succhiare anch'essi spinto dall'insaziabile voglia di quel contatto. Le mani scesero rapidamente facendosi spazio prima tra l'intimo e poi dentro di lei, provocandole gemiti ad ogni movimento. La riccia con un ultimo sforzo di lucidità riuscì a liberargli la vita stretta dai pantaloni, lasciandogli finalmente la possibilità di finire ciò che avevano iniziato. Non perse tempo e limitandosi a spostare gli slip si unì a lei in un unica spinta le fu dentro. La donna cacciò un gemito di piacere che prontamente l'uomo silenziò con le labbra. Iniziò a muoversi ritmicamente dentro di lei, tirandole leggermente i capelli mentre le baciava il collo. Di tutta risposta le unghie della strega gli si conficcarono nella schiena, lasciandogli del segni rossi come ricordo.
Solo quando entrambi raggiungettero l'orgasmo si fermarono addormentandosi sfiniti, l'una tra le braccia dell'altro.
Chiamatela magia, o chiamatela verità.
Una notte così... beh non puoi cancellarla.
Sapevano che ci sarebbero state delle complicazioni e la mattina seguente sarebbe stata un problema, ma in quel momento non esisteva altro che loro due.
Per la prima volta dopo la guerra Draco riuscì a dormire tutta la notte, senza che i suoi incubi gli interrompessero il sonno.

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