Ferrero

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Malfoy rigirandosi nel letto convenne che il lato al suo fianco era troppo freddo e vuoto per i suoi gusti. Aprì gli occhi venendo temporaneamente accecato dalla forte luce del sole che entrava dalla finestra, quando riacquistò le capacità visive apprese che Hermione non era più al suo fianco. Si guardò in giro per la stanza sperando di vederla seduta sulla poltroncina da lettura. Ma sfortunatamente non era nemmeno lì o in altri angoli della camera.
Si alzò correndo a vestirsi già preoccupato della sua assenza. Ad una velocità inumana si ritrovò alla reception per chiedere se l'avevano vista.
Per fortuna dietro al bancone non c'era più l'oca bionda della sera prima, bensì una donna di mezza età molto sorridente.
«Buongiorno, sto cercando una donna più o meno alta così, con i capelli ricci marroni e un caratteraccio che non raccomando a nessuno! Sono preoccupato da morire la prego...» quasi piagniucolò seriamente spaventato, poteva essere successo di tutto! Testarda com'era sarebbe potuta andare da sola alla ricerca della famiglia. O forse era scappata pur di non vederlo più. O magari era stata rapita da qualche mago malvagio. O peggio uccisa...
Si sentiva la testa scoppiare e gli veniva da piangere alla sola idea che le fosse accaduto qualcosa. Non se lo sarebbe mai perdonato.
«Malfoy? Che stai facendo?» la voce familiare alle sue spalle lo riportò immediatamente con i piedi per terra. Si voltò e senza pensarci l'abbracciò più forte che potè.
«Sei impazzita? Non puoi sparire così senza dirmi nulla! Mi ha fatto prendere un infarto!» sembrava arrabbiato ma allo stesso tempo sollevato e felice.
«Sono solo andata a prendere la colazione per entrambi... già che ero lì ho approfittato dell'internet caffè qui di fronte, e ho trovato la famiglia dove dobbiamo andare.» ridacchiò vedendo la sua preoccupazione. Solo quando lo osservò meglio notò che aveva indossato un calzino diverso dall'altro e la maglietta al contrario.
«Ora però torniamo in camera che non puoi girare vestito così...» gli fece notare con un cenno del capo scoppiando a ridere di gusto. Il biondo si passò una mano tra i capelli imbarazzato avviandosi verso l'ascensore seguito dalla strega.


Arrivati in camera mentre mangiavano i croissant appena acquistati volava un silenzio imbarazzante.
«Senti... riguardo a ieri sera...» cercò di iniziare la conversazione tanto temuta da entrambi. Ma si bloccò. Non riusciva proprio ad andare avanti. Cosa avrebbe potuto dire in fondo? "Hermione ieri notte è stata indimenticabile, sono anni che non aspettavo altro che le tue labbra. Sono quel che sono grazie a te, mia moglie ha solo completato il cambiamento che tu avevi iniziato in me... Dio non credo di poter più stare senza quel contatto. Penso a te ogni secondo della mia vita. Sei come una droga per me, e non posso più farne a meno" sarebbe stata la verità, ma sapeva già anche ciò che gli avrebbe risposto lei. E avrebbe evitato volentieri di sentirle per quanto inevitabili fossero. Non riusciva nemmeno a guardarla negli occhi.
«Draco... io... non posso. Sappiamo entrambi ché stato un errore, un bellissimo errore. Sono sposata dannazione. Hugo e Rose non si meritano tutto questo. Io ho bisogno di pensare, ti prego...» ripetè le frasi più a se stessa che a lui ma le si spezzò la voce interrotta da un singhiozzo, e le lacrime iniziavano a pizzicarle gli occhi. Si sentiva un ipocrita, aveva odiato suo marito per lo stesso peccato che aveva commesso lei. Ma come poteva essere sbagliato qualcosa che la rendeva così felice? Una felicità mai provata prima. Avrebbe dovuto rinunciare a tutto questo e a lui, per loro.
La sua unica ragione di felicità in questi lunghi anni, loro che dal momento della loro nascita l'avevano resa una donna migliore. Se sposare Ron era significato questo, non se ne pentiva nonostante tutto il resto. E adesso, avrebbe rinunciato ai suoi sentimenti verso di Draco per il loro bene.
Vedendo le lacrime rigare il viso della riccia, scattò stringedola di nuovo tra le proprie braccia. Mentre le accarezzava i capelli le sussurrò dolcemente nell'orecchio parole di conforto che sorpresero sia se stesso che lei. Ma la sentì rilassarsi e smettere di piangere quasi subito, confortata da quel morbido tocco. Cercò di ignorare per quanto possibile quella vocina nella testa che gli diceva di baciarla ancora e farle cambiare idea, lasciandola poi libera dalla sua stretta.
«Allora... quella famiglia?» cercò di cambiare argomento sperando che nel tono della sua voce non si percepisse la delusione che lo aveva colto aver assaggiato un po' della felicità e calma che tanto aveva bramato sognando Hermione, ma che poi gli era stata portata via in un soffio. Ma la capiva, non poteva nemmeno arrabbiarsi. Avrebbe fatto la stessa cosa per suo figlio.
«Si... allora la Famiglia Ferrero risiede nella periferia di Torino da generazioni. Per la cronaca potevi dirmi subito dove eravamo, avrei risparmiato tempo, poi vorrei poter visitare il museo egizio. Sai che è il secondo a livello mondiale? Solo dopo al Cairo!» si era già persa nei suoi pensieri scordandosi momentaneamente della loro missione.
«Hermione... se abbiamo ancora tempo lo vedremo, ora vai avanti!» la interruppe lui cercando di tagliare al minimo le divagazioni della donna. Sbuffò annuendo prima di tornare a parlare.
«Come stavo dicendo, sono qui da tanto tempo. E per fortuna non troppo lontani, solo che come già ci aveva avvertito la professoressa hanno appena subito un grave lutto. Quindi presentarci lì prendere il cappello ed andarcene mi sembra un po' indelicato... Quindi ho pensato di portargli questo come simbolo delle nostre più sentire condoglianze.» tirò fuori un semplice mazzo di fiori dalla busta in stoffa che aveva precedentemente appoggiato sul letto.
Draco la guardò stranito per poi fare spallucce e acconsentire silenziosamente alla sua idea.

After Harry Potter ~Dramione~Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora