Capitolo 1

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Quel giorno era il mio turno per le pulizie.
Mentre io, Kim Taehyung, mi spaccavo la schiena in giro per l'appartamento, il mio coinquilino, nonché migliore amico Park Jimin, era sicuramente in giro a zonzo per la città, insieme al suo nuovo ragazzo.

Jimin non era di certo il tipo da cambiare fidanzato continuamente, ma molti lo lasciavano nel giro di una settimana, a causa del carattere infantile e appiccicoso del biondo.
Conoscevo Chim da sempre ed era inevitabilmente diventato il mio più caro amico, per cui io potevo definirmi l'unica persona al mondo che era riuscita a sopportare quel piccolo ammasso di dolcezza.
Ne ero stato in grado perché sapevo che persona fosse davvero Jimin:
Altruista, servizievole in diverse occasioni e sempre in forma.
In effetti, nei ricordi che ho della nostra amicizia, non c'è stato giorno in cui il biondo non si allenasse, per mantenere il suo fisico tonico e appetibile.

Io invece, avevo come unico segno particolare la curiosità.
Ero sempre stato attratto da qualsiasi cosa a me sconosciuta, con tanta voglia di apprendere e di conoscere. Non a caso, anche col passare degli anni, a scuola i miei voti erano sempre molto alti, nonostante la mia attenzione fosse carente durante le lezioni.
In ogni caso, la diversità fra me e Jimin non fu mai di impiccio.
Riuscimmo sempre a trovare un compromesso qualsiasi cosa facessimo e, per l'appunto, quel sabato mattina, io stavo svolgendo il mio dovere, contribuendo ad una convivenza serena.

Una volta finito, andai a posare tutti gli oggetti che avevo utilizzato per pulire.
Attraversai lo stretto corridoio e mi soffermai un attimo a fissare la mia immagine allo specchio, appeso proprio vicino camera mia.
Notai quanto la mia figura sembrasse incredibilmente stanca e trascurata già di prima mattina, così costatai che avevo urgentemente bisogno di una doccia.
Diedi un'ultima occhiata al mio riflesso e mi accorsi anche della necessità che i miei capelli avevano nel dover ricoprire la ricrescita troppo scura, che rovinava il bellissimo grigio cenere della mia chioma.
Una volta fuori dalla doccia, decisi di riposare, stendendomi sul comodo divano in salotto, nonché l'unica cosa in casa per cui, io e Jimin, non avevamo badato a spese.

Non ebbi neanche il tempo di toccare il morbido tessuto nero, che qualcuno suonò il campanello.
Guardai dall'occhiello della porta e scorsi subito la piccola figura del mio migliore amico, sgargiante come al solito e pronto a travolgermi con delle novità.
Una volta varcato l'uscio, si fiondò sul mio corpo, abbracciandomi e comunicandomi tutta la sua felicità.
«Devo raccontarti tante cose Tae~» disse prolungando il suono del mio nome.
«Sono tutto orecchie» risposi io, lasciandomi trascinare dal suo entusiasmo.
«Andiamo in camera mia! Devo farti vedere» aggiunse Chim, afferrando con le sue piccole mani le mie, enormi in confronto.

Una volta che fummo seduti sul letto singolo del ragazzo, quest'ultimo prese delle foto dal suo zaino e me le mostrò.
«Questo è Yoongi-hyung!» Annunciò fieramente, mostrandomi un ragazzo giovane, sicuramente più grande di me e Jimin, ma alto più o meno quanto il biondo e con la pelle candida, dal colore molto chiaro e i capelli di un azzurro sbiadito.
«È il mio nuovo ragazzo!» Continuò Chim, raccontandomi come si erano conosciuti e della giornata che avevano appena trascorso insieme. A quanto avevo potuto capire dalla descrizione euforica del mio migliore amico, Yoongi-hyung era un ragazzo riservato ma dolce e sincero, a cui piaceva dormire e fare musica, non a caso lavorava presso una delle più rinomate case discografiche di Seoul.

Sfogliando le foto, notai un particolare che mi saltò all'occhio, senza un apparente motivo.
Notai qualcuno essere inquadrato nella foto in questione e subito la mia attenzione si focalizzò su quella figura.
«Chi è lui?»
«Lui chi?»
«Lui nello sfondo»
«Oh, è solo un passante che è venuto per sbaglio nella foto» Mi spiegò Jimin, con tono stranito, essendo rimasto alquanto perplesso da quella mia insensata domanda.
Non ero a conoscenza neanche io dei motivi che mi avevano spinto a fare tale domanda, semplicemente sapevo che la mia curiosità aveva preso il sopravvento, per l'ennesima volta.
Quella volta però fu diverso;
Provai sensazioni strane, mai provate prima.
Era pur vero che la mia curiosità non aveva limiti, ma infondo sapevo benissimo che si trattasse di un passante e non riuscivo a capire perché mai avevo voluto una conferma, tanto sciocca e scontata.

Decisi comunque di ignorare quei miei pensieri per un solo istante e feci le mie più sincere congratulazioni al mio migliore amico per l'avvenimento, augurandogli che questa fosse la volta buona e che Yoongi-hyung fosse veramente diverso, come sosteneva il biondo.
Mi diressi in camera mia e allora i pensieri si ripresentarono a tonnellate nella mia mente, portandola al punto di rottura e facendomi sentire ancora più stanco di prima.
Cercai di addormentarmi, ma ogni mio tentativo si concludeva con l'immagine del passante in quella fotografia.
Portai le mani fra i capelli e li scombinai velocemente, muovendo contemporaneamente il corpo e, stufo della situazione, rimasi qualche minuto seduto sul materasso, con lo sguardo perso a guardare il nulla.

Non riuscivo a capire cosa mi prendesse. Mi era capitato tante volte di vedere qualche persona a me sconosciuta in delle foto e pensavo che capitasse a tutti.
Eppure quella volta era diverso.
Ero rimasto totalmente rapito da quella figura, da quel ragazzo così bello e da tutto quello che avevo potuto vedere di lui:
I corti capelli castani, i vestiti non troppo colorati accompagnati da un grande zaino nero alle spalle e la sua statura perfetta, non troppo muscolosa ma neanche troppo esile. Un ragazzo che dedussi essere più piccolo di me, con particolari e tratti ben marcati.

Dopo aver composto quella descrizione tanto dettagliata, mi resi conto di aver scrutato a fondo la figura di quel passante, senza neanche essermene reso conto.
Ero rimasto davvero attonito da come, il mio interesse verso il ragazzo, fosse così alto. Era uno studente come tanti, ma bello come pochi. Grazie al suo abbigliamento riusciva sicuramente a passare inosservato ma, chissà per quale motivo, ai miei occhi quel ragazzo non era indifferente.

Mi scervellai tutta la notte, continuando a pensare al castano e fu inevitabile che nel mio viso, la mattina seguente, fossero presenti due evidenti occhiaie.
«Buongiorno» dissi, con un tono che avrebbe fatto intuire a chiunque la mia notte insonne.
«Buongiorno~ Dormito bene vedo» disse sarcastico Jimin, iniziando a ridere una volta vista la mia faccia sconvolta.
«Non sono riuscito a dormire per colpa tua!» sbottai io.
«Cosa c'entro io?!»
«Sei stato tu a mostrarmi quelle foto ieri»
«E allora? Volevo solo farti vedere Yoongi-hyung!»
«Lo so Jimin, ma dopo quelle foto non sono più riuscito a togliermi dalla mente quel ragazzino»
«Intendi il passante?» Chiese infine il mio coinquilino e io annuii animatamente.
«È una persona come tante Tae! Vedrai che tra qualche giorno non ci penserai più» Cercò di rassicurarmi e io decisi di provare a seguire il suo consiglio.

Ahimè, fu tutto inutile.
Passò una settimana da quella mattina e io continuavo a passare le notti in bianco oppure, quelle poche volte che riuscivo a prendere sonno, sognavo la figura del passante.
«IO NON CE LA FACCIO PIÙ» urlai esausto.
Avevo bisogno di dormire, ma allo stesso tempo avevo bisogno di risposte.
Perché provavo tutte quelle emozioni?
Cosa mi spingeva a voler sapere sempre di più su quell'individuo?
Perché ero così attratto da un insignificante sconosciuto?

Trascorsi un'altra settimana a rimuginare su quelle domande, ma ancora non volevo accettare la verità.
Verità che il mio cuore aveva oramai costatato e che aveva deciso di comunicarmi solamente dopo l'ennesima orribile settimana:
Mi ero innamorato di un passante.

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