Possibile che l'amore della mia vita mi ami?
Possibile che io sia così fortunato?
Beh, quella non la definirei tanto 'fortuna'.
Avevo già da prima intenzione di impegnarmi e trovarlo con le mie forze ma, a quanto pare, ero stato preceduto da qualcosa.
Chiamatelo come volete, destino, fato, o qualsiasi altra cosa voi crediate.
Per me, era solo quel qualcosa a cui ero debitore.Ero grato di essermi innamorato, nonostante ancora non sapessi con certezza se sarei stato accettato dal ragazzo.
Molti fattori esterni potevano influenzare la sua scelta e anche se sapevo mi amasse, ero a conoscenza del fatto che l'amore fosse un sentimento molto volubile.
Io continuavo a far affidamento sull'amore e lui in cambio richiedeva la mia piena fedeltà, che io concedevo volentieri.
Tutto per lui,
Tutto per un passante,
Tutto per JungKook.Avevo deciso di concentrarmi sulla ricerca a scuola di quel ragazzo, continuando senza sosta a spostarmi, da una parte all'altra dell'edificio, anche negli angoli più remoti, con scarsi risultati.
Era come se non appartenesse a una classe, come se non avesse compagni. Lo pensavo, perché non sapevo di cosa c'era sotto.Deciso più che mai di riuscire nel mio intento, mi venne la brillante idea di entrare in ogni classe dell'istituto, fino a quando, il nome di 'Jeon Jungkook', non fosse più stato solo il miraggio creato da un fantasma.
Sapevo benissimo che, in una sola giornata, non sarei riuscito a completare la mia missione, ma credevo che iniziare dalle classi del primo anno fosse la scelta migliore.
Non sapevo quanti anni avesse il mio passante e quindi preferivo non correre il rischio di saltare proprio la sua classe.
Ancora non mi capacitavo della folle coincidenza che era l'essere compagni di scuola, e la cosa mi faceva ridere.
Era un chiaro segno che mi incoraggiava nel provarci e mi diceva che ci sarei riuscito. Così decisi che non dovevo demordere e andare sempre più avanti.In men che non si dica le lezioni finirono e io mi dovetti subito dirigere al negozio dove lavoravo.
Una volta arrivato, andai a mettere l'elegante divisa e mi preparai ad accogliere i clienti con un ampio sorriso quadrato, mia più evidente caratteristica fin dalla nascita.
Mi piaceva lavorare lì, data la mia passione per i vestiti.
Avevo anche uno sconto e, ogniqualvolta che ne avevo l'occasione, andavo in cerca di qualcosa di nuovo da indossare.
Non credevo che l'impressione degli altri su di se fosse la cosa più importante, ma ero io a voler sempre cambiare. Come se, dopo tanto tempo che possedevo un determinato capo, quello risultasse stanco di essere indossato.
Adoravo in particolare collezionare cravatte, nonostante non le indossassi molto spesso.Quel giorno al negozio era tutto tranquillo. Il proprietario era una persona gentilissima e disponibile, al punto che si occupava anche di alcuni clienti, alleggerendo così il lavoro a noi dipendenti.
Come me, c'erano anche altri due ragazzi assunti part-time.
Ero un ragazzo molto aperto alla conversazione e quindi feci subito amicizia con i due e ogni tanto persino con i clienti.
Io a lavoro trovavo una situazione di serenità, ma lo stesso non si può dire per Jimin.Lui era praticamente schiavizzato in quel bar ma, per quanto io insistessi nel convincerlo ad andarsene, lui controbatteva, dicendo che in questo periodo non c'è molto lavoro in giro e che avevamo bisogno di quei soldi.
Il bar non era molto lontano da scuola e forse solo per quello Jimin era l'unico, idiota a parer mio, a non aver ancora mollato quel lavoro.
Veniva chiamato a tutte le ore del giorno e della notte, pretendendo l'immediato arrivo sul posto e la massima efficienza fin da subito.
Se mai Jimin, o qualunque altro dipendente, avesse commesso anche il minimo errore, sarebbe stato immediatamente incaricato dell'organizzazione del magazzino che a detta del mio coinquilino, era tutto fuorché una passeggiata.
Io provai ad insistere affinché lui lasciasse quel lavoro e mandasse a quel paese il proprietario, ma Jimin non ne voleva sapere.
Continuava a dire che il suo capo non era una persona cattiva, ma bensì sola, che aveva solamente bisogno di qualcuno su cui fare affidamento.
E fu dopo che udii quelle parole che non gli proposi mai più di andarsene dal bar. In primo luogo, perché sapevo che nulla avrebbe smosso la testardaggine di Jimin e poi, perché avevo compreso quanto il suo buon cuore di gli dicesse di aiutare quella persona avvolta dalla solitudine.
Chim infatti, non aveva solamente un fisico perfetto, ma era anche una persona fantastica, che io stimavo profondamente.Lui avrebbe voluto aiutare tutti, senza mai tirarsi indietro.
Non capivo infatti perché le persone si allontanassero spesso da lui, solo perché possedeva un carattere vivace.
Speravo davvero che Jimin potesse essere felice con Yoongi-hyung e, pensandoci, non avevo ancora avuto modo di parlare in maniera approfondita con l'azzurro, riguardo la sua storia con il biondo.Chiamai così il fidanzato del mio coinquilino e gli proposi un'uscita, sottolineando il fatto che avessimo bisogno di mettere in chiaro un paio di cose.
Ero sempre stato un ragazzo scherzoso ma, quando si trattava di questioni serie, riuscivo a tirare fuori il meglio di me.
Arrivai con dieci minuti di anticipo al locale prestabilito e mi sedetti in un posto abbastanza visibile dall'ingresso, in modo che Yoongi-hyung potesse vedermi e infatti, vidi dopo poco una piccola testa azzurra avvicinarsi a me.
«Ciao Tae, come mai volevi vedermi?» Chiese lui, sedendosi difronte a me.
«Volevo accertarmi di una cosa» risposi io, chiamando un cameriere con la mano.
«Ovvero?»«Tu ami davvero Jimin?» andai dritto al punto.
«Come scusa? Non è ovvio?»
«No Yoongi-hyung, non è ovvio. Voglio una risposta seria»
Lui sbuffò e si sistemò sulla sedia, drizzando la schiena.
«Perché pensi che non lo ami?»
«Non ho mai detto questo hyung. Voglio solo capire se il mio migliore amico corre il rischio di essere di nuovo ferito, e non credo che si riprenderebbe facilmente. Si è affezionato molto a te e mi parla in continuazione delle vostre uscite» spiegai pacato.
«Dato che te ne ha parlato dovresti sapere che sono serio.»
«Lo so e non sto dicendo che non lo sei. Ma non voglio vedere Chim soffrire di nuovo. Ti prego, assicurami che non lo stai prendendo in giro e che lo ami veramente» insistetti con gli occhi lucidi.
Lui sospirò per l'ennesima volta e dopo parlò:
«Kim Taehyung, ti garantisco che il mio amore per Park Jimin è immenso, un sentimento che io, Min Yoongi, non avevo mai provato prima. Quindi, fidati.» concluse diventando sempre più serio e io allora mi rasserenai.
Jimin aveva al suo fianco la persona giusta.Continuammo a parlare per un po' e io ritornai a comportarmi come al solito.
La nostra conversazione sembrava aver raggiunto un punto di quiete quando Yoongi-hyung ruppe improvvisamente quello strano silenzio.
«Ah Tae, quasi dimenticavo!»
Io lo guardai con sguardo confuso e lui continuò a parlare.
«Pochi minuti prima di incontrarti mi ha chiamato Jiminie, dicendomi che aveva urgentemente bisogno di parlarti, una volta finito con me ovviamente.» mi spiegò e io mi alzai, pronto a ritornare all'appartamento.«Aish, quel piccolo Mochi. Chissà che stupidaggine vorrà mai comunicarmi.» dissi io ridendo.
«Beh, non sembrava proprio una cosa da nulla...» intervenne l'azzurro.
«Sai cosa vuole dirmi?» Chiesi infine io e lui annuì.
«Mi ha detto che...
Sai che c'è?! Lascia stare, non so se posso dirtelo...»
«Oh andiamo Yoongi-hyung~» mi lamentai curioso.
«D'accordo, d'accordo. Mi ha detto che ha visto Jungkook baciare un ragazzo!»
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Passer-By
Romance«Chi è lui?» «Lui chi?» «Lui nello sfondo» «Oh, è solo un passante che è venuto per sbaglio nella foto» Dove una fotografia scattata dal tuo migliore amico ti cambierà la vita. --------------- •Vkook •boyxboy •don't like? Don't read! ...