Capitolo 3

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Jungkook's pov
Stavo percorrendo la solita strada per tornare a casa, quando vidi lui proprio davanti le scale della mia scuola. Allora, corsi il più velocemente che potessi verso una via secondaria, che conducesse comunque alla mia dimora.

Io, Jeon Jungkook, non potevo assolutamente definirmi un ragazzo timido.
Ero molto socievole e sorridente ma, da quando misi piede in quella scuola, qualcosa o meglio, qualcuno, portò in me un'incredibile voglia di mimetizzarmi.

Mi ero innamorato di uno splendido ragazzo, due anni più grande di me, che frequentava la mia stessa scuola.
Il suo nome? Kim Taehyung.
Al solo pensare a lui diventavo incredibilmente rosso.
Tutto di lui mi affascinava:
Il bellissimo colore dei suoi capelli;
Il suo sorriso quadrato, tanto insolto quanto mozzafiato;
La sua calda voce.

Avrei tanto voluto avere il coraggio sufficiente per parlargli ma, come per magia, tutto quello in mio possesso svaniva ogni volta che mi trovavo a meno di dieci metri da lui e non riuscivo a capirne il perché.
Amavo le sfide e tutto quello che si poteva definire estremo. Allora perché non riuscivo a parlare ad un semplice ragazzo di quinta?
Forse perché avevo paura che mi prendesse in giro, infondo c'erano tanti motivi per farlo:
Poteva dire a tutta la scuola che io fossi gay;
Poteva disprezzarmi per il mio poco pudore nel dichiararmi a scuola;
Poteva mettersi a ridere poiché io ero più piccolo di lui.

Tutti quei pensieri non aiutavano il mio povero cuore, tanto forte prima di incontrare Taehyung e altrettanto debole dopo essersi innamorato di quest'ultimo.
Tuttavia, il colpo di grazia a quel piccolo organo pulsante fra i miei polmoni, lo diede il venir a conoscenza che, non solo io e il ragazzo dai bellissimi capelli grigi frequentavamo la stessa scuola, ma che per qualche scherzo del destino abitavamo persino nello stesso palazzo.

Quando venni a conoscenza di questo particolare, ero proprio intento ad andare nel mio appartamento.
Lo vidi salire le scale in tutta la sua bellezza e allora pensai che quella fosse la mia occasione.
Inutile dire che non conclusi nulla e mi ritrovai a nascondermi ogni qualvolta che me lo ritrovavo davanti.

I mesi passavano e nulla fra di noi cambiava.
Io continuavo ad osservare da lontano il ragazzo dei miei sogni, mentre lui continuava la sua vita, a parer mio felice.
Pensavo che mi bastasse vivere così, infondo cosa poteva pretendere un ragazzino di terza?
Purtroppo scoprii presto che la situazione mi stava sfuggendo di mano.
Riuscivo sempre a nascondermi e a passare inosservato agli occhi del grigio, ma comunque non riuscivo a reprimere i miei sentimenti.
Non volevo smettere di essere innamorato di lui, ma non potevo di certo permettermi di essere geloso!

Un giorno, vidi Taehyung fare il suo solito giro davanti le scuole in zona.
Non sapevo che scopo avesse ma non mi importava, purché io avessi l'occasione di vederlo ogni giorno.
Quella volta tuttavia, proprio quando Tae ebbe finito la sua ronda, vidi un ragazzo, dai capelli biondi e più basso di me, fiondarsi sul mio amato e abbracciarlo fino a cadere al suolo.
La cosa che più mi infastidii era che Taehyung non sembrava affatto adirato con il biondino.

Seguii entrambi furtivamente, fino a quando entrambi non entrarono nell'appartamento del grigio.
La mattina seguente rischiai quasi di venir scoperto. Ero talmente distrutto e abbattuto da quello che i miei occhi avevano visto il giorno prima, che la mia guardia incautamente si abbassò.

Quella mattina vidi, sia Taehyung che il biondo, uscire insieme e dirigersi verso scuola.
Dopo qualche indagine, venni a conoscenza dell'identità del ragazzo che tanto non sopportavo e suscitava la mia invidia e gelosia.
Il suo nome era Park Jimin.
Aveva la stessa età di Tae e veniva da una famiglia benestante. Successivamente venni a sapere del suo rapporto con il grigio: erano coinquilini.
Quando lo scoprii tirai un sospiro di sollievo.

Nonostante mi fossi leggermente tranquillizzato, non riuscivo ancora a stare sereno.
Infondo quei due potevano avere una relazione ed aver deciso di convivere.
Più ci pensavo e più mi ritenevo uno sciocco.
Sciocco per non aver parlato prima con Taehyung, sciocco per essermi innamorato di lui e sciocco per essermi illuso.
La mia tristezza saliva sempre di più, senza che io potessi metterle un freno. A dir la verità, non volevo smettere di essere triste. Pensavo fosse la giusta punizione per aver aspirato a tanto, senza aver mai provato veramente a conquistarlo.
Mi accorgevo di tutti i miei errori proprio ora che ero convinto di averlo perso.

I giorni passavano e io decisi infantilmente di andare ad affogare tutta la mia sofferenza in un'enorme tazza di cioccolata fumante.
Mi incamminai verso la caffetteria che frequentavo abitualmente e lì incontrai di nuovo quel ragazzo dai capelli azzurri.
Andai incontro a quello hyung e mi inchinai, ringraziandolo ancora per avermi aiutato a raccogliere i libri che sbadatamente avevo fatto cadere, dopo essermi scontrato con lui.
«Non devi, davvero» Provò a persuadermi lui, ma io non cedetti.
«Che ne dici se invece di inchinarti, mi offrissi un caffè?» Tentò ancora, con un piccolo sorriso gengivale. Io accettai e insieme ci sedemmo ad un tavolo libero, ordinando e godendoci in silenzio le nostre bevande.

«Non dovresti essere a studiare tu giovanotto?» Chiese improvvisamente l'azzurro e io scossi la testa.
«I miei voti sono tutti più che sufficienti, non si preoccupi signore»
«Oh andiamo, mi fai sentire vecchio. Chiamami solamente hyung, infondo non avremo mica tutti questi anni di differenza»
«Io ho sedici anni, signore!»
«Ancora con questo 'signore'? Io ho solamente vent'anni» disse lui ridendo.
«Comunque piacere, io sono Min Yoongi»
«Piacere mio hyung. Io sono Jeon Jungkook»
«Si, questo lo so» disse ancora ridacchiando e io lo guardai con faccia stranita.
«Oh tranquillo, non sono uno stalker. L'ho semplicemente letto dalla divisa che portavi la prima volta che ci siamo incontrati» spiegò lui e io annuii, sfoggiando uno dei miei sorrisi che, a detta dei miei amici, erano come quelli di un coniglio.

«D'accordo, io vado. Altrimenti il mio ragazzo mi scuoierà» affermò Yoongi-hyung, alzandosi dal divanetto.
«Fidanzato?» Chiesi io perplesso.
«Si, sono gay. Perché? Questo ti crea fastidio?» Chiese, mostrando un'espressione del tutto seria.
Io scossi animatamente la testa in segno di negazione.
«No, no. Nessun fastidio hyung! Se devo dire la verità anch'io credo di esserlo» risposi imbarazzato.
«Davvero? E dimmi, c'è qualcuno che ti interessa?» Chiese, ritornando a sedere.
«B-beh, diciamo di sì»
«È una splendida cosa Jungkook! Sopratutto alla tua età! Spero che anche tu possa essere corrisposto, come io lo sono con il mio Jiminie» mi augurò lui rialzandosi.

«Hyung! Il tuo ragazzo per caso si chiama Park Jimin?» Chiesi spudorato io, facendolo sedere per l'ennesima volta.
«Si, perché? Come lo conosci?»
«F-frequentiamo la stessa scuola e in più è il coinquilino di-»
«Kim Taehyung» mi interruppe lui.
«E-esatto!»confermai imbarazzato io.
«E allora? È per caso lui il ragazzo di cui sei innamorato?» Chiese all'improvviso Yoongi-hyung e io diventai completamene rosso.
«Capisco. Beh buona fortuna, è proprio arrivata l'ora che io vada. È stato un piacere rivederti Jungkook-ah. La prossima volta offro io» disse lasciando in fretta il locale e facendomi un occhiolino divertito.
«Hyun aspe-» provai a fermarlo, invano.

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