Capitolo 6

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«AL DIAVOLO KIM TAEHYUNG» Sentii queste parole uscire con tutta la collera possibile, dalla bocca di quello sconosciuto.
Allora lo vidi rigirarsi verso il parco e calciare un sasso dalla rabbia, prima di allontanarsi nuovamente. Fu in quell'attimo che mi concentrai sul suo viso e allora lo riconobbi.
Quel ragazzo sull'albero non era altri se non Jungkook in persona.

Quando realizzai mi sentii mancare, le gambe cedettero e mi risedetti sbadatamente sulla panchina.
Con gli occhi e la bocca spalancati portai una mano al petto, come per cercare di frenare quel mio cuore, che batteva a più non posso.
Non riuscivo a credere a quello che avevo sentito.
Il mio passante era innamorato di me.
Pensava che io non fossi gay.
Pensava che io non lo degnassi di uno sguardo.
Pensava che non l'amassi.
E invece era esattamente il contrario.

Dopo cinque minuti buoni riuscii a calmarmi e a tornare di un colorito che non fosse sulle tonalità del bordeaux.
Misi le mani fra i capelli e li scompigliai frettolosamente.
«Jungkook mi ama...» ripetei ad alta voce, ancora incredulo.
«Jungkook ama Kim Taehyung...» continuai, facendo nascere un ampio sorriso quadrato sul mio viso.
«Jungkook ama me» mi alzai e, mantenendo quella curva delle mie labbra, iniziai a camminare a passo veloce verso casa.
Ancora non ci credevo. Era come se tutti i miei sogni si fossero avverati, o meglio, che una parte di essi lo fosse, poiché ancora non sapevo nulla di lui, però, fui incentivato a continuare ancora più ostinatamente, dalla grande notizia che il mio amore fosse reciproco.

Più camminavo e più acceleravo.
Come il mio sorriso si ampliava, lo facevano anche i miei sentimenti, più forti che mai.
Ero ancora più sicuro di ciò provavo e pensavo solo che non avrei dovuto assolutamente lasciarmi sfuggire questa grandissima occasione.

Tornai all'appartamento e lì vi trovai Jimin, dormiente sul divano.
Io allora gli saltai addosso e lui si svegliò di colpo, emettendo un forte verso di dolore.
«Tae! Ti ricordo che pesi il doppio di me!»
«Lo so, mio caro Jiminie, ma non credi sia proprio una bella giornata per abbracciare il mio migliore amico?»
«Hai bevuto per caso?» Chiese divertito il biondo.
«Ma no! Sono solo felice~»
«E a cosa dobbiamo tutta questa felicità?»
«Oh, niente di che, ho solamente scoperto che Jungkook mia ama»
«Ah capito, non è nulla di particol-EH?!» si interruppe da solo Chim, una volta che ebbe veramente realizzato cosa avessi detto.
«Hai capito bene! Il mio passante mi ama!»
«Come lo hai scoperto?»
«L'ho incontrato in un parco, nella nostra vecchia zona. All'inizio non l'avevo riconosciuto ma, proprio quando stava per andarsene, ha urlato il mio nome, dopo aver confessato a se stesso di amarmi»
«È una cosa grandiosa TaeTae! Ora cosa aspetti a presentarti?»
«Fosse facile Jimin. Innanzi tutto non so che classe frequenti ed è introvabile a scuola, in più non so neanche dove abita. Potrebbe stare dall'altra parte di Seoul!»
«Sii un po' più ottimista, infondo sai già che il suo cuore è riservato a te. Devi solo sbrigarti a prenderlo»
«Detta così mi fai sentire un ladro approfittatore»
«TAEHYUNG!»
«Okay, okay. La smetto!» Dissi, alzando le mani in segno di arresa.
«Bravo bimbo» disse lui scompigliandomi i capelli.
«Ma ora pensiamo seriamente a come mettere in atto il piano 'rubiamo il cuore di quel passante'» continuò il biondo, portandosi una mano sotto il mento e assumendo un'aria riflessiva, che mi fece subito scoppiare a ridere.

«Stai ridendo di me!» mi urlò il mio migliore amico e io non potei che sghignazzare sempre più forte.
«Ah si? Ti diverti? Ora te lo do io un motivo per ridere!» mi minacciò lui, prendendo la rincorsa e balzandomi addosso, facendo atterrare entrambi sul divano.
Dopo quell'atterraggio improvviso, Chim iniziò a farmi il solletico, facendomi ridere senza sosta.

Tutto finì solamente quando sentimmo il rumore di qualcosa che cadeva per terra.
Quel qualcosa era il sacchetto con all'interno la nostra cena, andata a comprare da Yoongi.
Quest'ultimo, aveva fatto cadere il sacchetto dallo stupore.
Aveva gli occhi e la bocca sbarrati, rimanendo fermo sull'uscio.
«Cosa state combinando voi due? Le vostre voci si sentono dalle scale!» ci rimproverò il più grande e sia io che il mio coinquilino ci guardammo con aria complice e, in fretta, afferrammo Yoongi e lo buttammo con noi nel divano.
Iniziammo a fargli il solletico e il risultato fu ancora migliore di quello sperato.
L'azzurro si dimenava sotto le nostre grinfie, senza via di scampo.
Lo lasciammo andare solo quando, sia io che ChimChim, sentimmo il richiamo dei nostri stomaci ricordarci che era l'ora di cena.
Una volta cessato di torturare il nostro hyung che, sfinito dalla 'lotta' precedente, scivolò lentamente sul pavimento.

Cercammo di mangiare il prima possibile e apparecchiammo tutto nel giro di cinque minuti.
Ci mettemmo a tavola, ma Yoongi continuava a mantenere le distanze.
«Oh avanti Yoon, mica ti mangiamo» esordì divertito Jimin.
«Voi due siete malefici e io non mi avvicino» rispose l'azzurro, guardandoci in cagnesco.
«Tutto per un po' di solletico...» sussurri all'orecchio del biondo, che immediatamente si mise a ridere. Non feci in tempo a ricambiare la risata che una forchetta mi volò proprio davanti, esattamente nel piccolo spazio fra me e Jimin, che subito sbiancò dalla paura.
«Ti ho sentito» disse Yoongi, prendendo un'altra forchetta e ricominciando a mangiare tranquillamente.

Finimmo la cena mantenendo un silenzio assoluto, essendoci un'atmosfera spaventosa.
Ci accomodammo sul divano e allora decidemmo di guardare un film che scelse Yoongi, senza nessuna obiezione da parte mia e di Chim, data la nostra voglia di continuare a vivere.
Inutile dire che il più grande scelse un film horror, mentre noi poveri diciottenni passammo le due ore più lunghe di sempre.
Quando la 'tortura' finì, potemmo finalmente tirare un sospiro di sollievo.
Yoongi si alzò dal divano soddisfatto e stanco, così decise che sarebbe rimasto da noi quella notte.

Erano circa le quattro del mattino quando degli strani rumori mi svegliarono.
Sentivo lo scricchiolio della porta farsi sempre più forte e l'aver guardato un film horror non aiutava la mia fervida immaginazione.
Iniziai a sentire dei passi e allora mi girai verso la provenienza del suono, ma non vidi nessuno.

Iniziavo veramente a spaventarmi quando il rumore cessò.
Decisi allora di riaddormentarmi, il più in fretta possibile ma, proprio quando stavo per chiudere occhio, una figura balzò da sotto il mio letto e mi si parò davanti, facendomi quasi morire dalla paura.
Io urlai così forte da non sentire più le mie corde vocali ed ero sicuro di aver svegliato tutti il palazzo.
Una volta che la mia voce si spezzò, io mi rintanai tremante sotto le coperte.
Tuttavia sentii qualcuno venirmi addosso con tutto il suo peso e fu solo allora che capii chi fosse.
Quel corpo piccino non mi ingannava.

«Jimin, sei stato tu a spaventarmi?» Chiesi una volta sbucato dalle coperte.
«Eh? No, non sono stato io. Sono venuto solo perché ti ho sentito urlare. A proposito, perché lo hai fatto?»
«Ma, se non sei stato tu... a-allora chi è stato?» Chiesi al mio coinquilino, più confuso di me.
Ad un certo punto, sentimmo un rumore, come se qualcuno stesse camminando sul parquet.
Allora ci girammo contemporaneamente verso l'armadio e lì vedemmo una grande sagoma nera.
All'inizio la figura era immobile proprio di fronte al mobile in legno, ma successivamente si mise a correre e ci saltò addosso, facendomi urlare nuovamente, seguito stavolta da Jimin, e allora chiudemmo gli occhi.
Quando entrambi riaprimmo gli occhi, vidimo un Yoongi divertito più che mai.
«Avreste dovuto vedere le vostre facce» disse lui, asciugandosi le lacrime dalle risate.
Io e Chim ci guardammo e insieme iniziammo a tirare di tutto addosso all'azzurro, che si difese mettendo le braccia davanti al volto.

Alla fine, imbavagliammo Yoongi e lo chiudemmo nella stanza di Jimin, mentre quest'ultimo si preparava a dormire con me.
«Buonanotte ChimChim~»
«Notte TaeTae~»
E così ci addormentammo, entrambi soddisfatti.

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