Capitolo 9

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Yoongi's pov
Quel giorno ricevetti una comune chiamata da parte del mio ragazzo che, a dirla tutta, di comune non aveva proprio un bel niente.
«Hyung!» urlò il biondo dall'altra parte dello schermo, una volta che ebbi risposto al telefono.
«Ah Jimin! Il mio orecchio!»
«Scusa Yoon, è solo che mi è venuta un'idea per aiutare quei due scemi, e sai benissimo di chi parlo.»
«Come potrei non saperlo, si amano ma non hanno il coraggio neanche per guardarsi» risposi ridacchiando.
«Esattamente. Quindi puoi venire qua ora? Tae è a lavoro e io ho preso il giorno libero.»
«Sarò da te in cinque minuti»
«Perfetto, a dopo hyung~» bloccò, senza neanche lasciandomi il tempo per ricambiare il saluto.
Io ridacchiai, come detto poco prima e fui subito davanti all'appartamento di quella testa bionda iperattiva.

Una volta dentro, venni trascinato sul divano dal mio ragazzo e lì lui iniziò a spiegarmi il suo piano diabolico:
«Dato che il loro amore è reciproco, ma non lo sanno, dovremmo essere noi a dare loro una leggera spintarella!» disse soddisfatto infine.
«E perché mai proprio noi?» Chiesi confuso.
«Aish Yoon, poi sono io quello stupido. Ti ricordo che noi siamo gli unici a conoscenza della verità e di entrambe le versioni»
Io allora aprii la bocca ed emisi un lieve suono, avendo finalmente capito cosa intendesse quel piccolo Mochi.
«E cosa vorresti fare?» Chiesi poi io sorridendo con lo stesso sorriso furbo di Jimin.
«Semplice, faremo credere ad entrambi che l'altro ha baciato uno sconosciuto, in modo che si affrontino direttamente per risolvere la faccenda.»
«E chi ti dice che invece non succeda il contrario? Potrebbero anche rassegnarsi e decidere di andare avanti»
«Conosco molto bene Taehyung e so che potrebbe reagire come dici, ma ho fatto delle ricerche su quel Jungkook e non mi sembra affatto un ragazzo che si lascia abbattere così facilmente.»
«Ne sei sicuro Jimin?»
«Tentar non nuoce hyung! Infondo, anche se la nostra operazione andasse male, loro avrebbero l'occasione di andare avanti e innamorarsi di qualcun altro. Quindi? Ci stai?» Mi chiese e io, dopo un'attenta riflessione, annuii animatamente.

Il grande giorno arrivò ed entrambi mettemmo in atto il nostro piano, seguendolo nei minimi dettagli e come predetto da Jimin, Tae sembrava sul punto di entrare in depressione, mentre di Jungkook nessuna traccia.
Quest'ultimo infatti non si presentò a scuola il giorno dopo ma bensì, si recò da tutt'altra parte.
Vidi il castano camminare rapidamente nella mia stessa direzione. Io mi allontanai discretamente da lui e presi subito il telefono dalla tasca dei pantaloni.
Composi il numero di Jimin e lo chiamai, ricevendo una risposta al secondo squillo.
«Pronto?»
«Jungkook sta arrivando da voi» dissi allarmato, avendo intuito quale fosse la destinazione del ragazzo.
«Qui nell'appartamento? Ma come fa a sapere che Tae abita qua?»
«Non lo so Jimin! Ma sono sicuro che sia diretto proprio lì, quindi hai poco tempo per sparire»
«Ma come faccio? Non posso uscire dalla porta principale o rischio di farmi vedere da Jungkook!»
«Abiti al primo piano vero?» Chiesi all'improvviso, iniziando a correre.
«Si, perché?» Rispose perplesso lui.
«Due minuti e arrivo, apri la finestra e preparati a saltare» dissi, chiudendo la chiamata.

Jimin's pov
«...preparati a saltare»
«Cos-...? Yoon? Yoongi! Aish, cosa intendeva?» pensai ad alta voce, andando verso la camera di Taehyung.
«Tae, io esco. Non mi assenterò per molto, credi di poter stare un po' da solo?» Chiesi al ragazzo sommerso dalle coperte.
«Si, non ti preoccupare e va pure» mi rispose il grigio.
Allora uscii dalla sua camera e mi diressi verso la finestra del soggiorno, ovvero quella che dava sul fianco del palazzo.
La aprii e subito vidi il mio ragazzo con lo sguardo rivolto verso di me.
«Forza Chim, non abbiamo tempo. Salta!» mi disse lui frettolosamente.
«Cosa? Sei impazzito! Vuoi farmi morire?!» protestai preoccupato.
«Oh, avanti! Sono solo un paio di metri.»
«Eh va bene. Ma sappi che poi avrai la mia morte sulla coscienza!»
«D'accordo principessa, ma ora salta!» mi intimò l'ultima volta Yoongi e infine io mi feci coraggio, chiusi gli occhi e saltai.
Una volta fra le braccia del mio ragazzo, lo guardai e lo abbracciai con più forza.
«Appena in tempo» disse lui, facendomi notare la presenza di Jungkook, proprio davanti la porta dell'edificio.
«Su andiamo, lasciamo che i due piccioncini sistemino le cose fra di loro» continuai io, scendendo dalle braccia di Yoongi-hyung.

Taehyung's pov
Sentii bussare ripetutamente e prepotentemente alla porta.
Dato che io ero l'unico in casa, raccolsi le poche forze che avevo e mi alzai dal letto.
Arrivai alla porta e aprii senza neanche controllare chi fosse, pensando che fosse Jimin, uscito proprio pochi minuti prima per andare chissà dove.

La persona che mi ritrovai avanti però non era esattamente il basso ragazzo dalla chioma bionda che condivideva l'appartamento con me.
L'individuo alla mia porta infatti aveva i capelli di un bellissimo color cioccolato ed era più o meno alto quanto me.
Di caratteristiche differenti da quelle del mio migliore amico però ne aveva molte di più, e nessuna di quelle era potuta sfuggire alla mia attenzione.

La cosa che più mi colpì però furono gli occhi, i più belli che avessi mai visto, di un color nocciola che esprimeva tutta la loro vivacità.
Il suo sguardo in quel momento era caratterizzato da una grinta disarmante, di cui io fui subito ammaliato.
Ad un tratto però, la voce del castano mi riportò alla realtà, facendomi uscire dalla mia testa e abbandonare tutte le fantasie che stavo facendo su quel ragazzo, proprio di fronte a me.

«Taehyung» disse fermamente, perdendo per pochi istanti la sua grinta, una volta che mi ebbe guardato negli occhi, ma riacquistandola dopo aver rotto momentaneamente il contatto visivo con me.
«Jungkook» risposi io e lo vidi sobbalzare.
«Non pensavi ti conoscessi, vero?» continuai io, sorridendo beffardamente, cercando di sembrare il più coraggioso possibile.
Lui tossì imbarazzato e si ricompose poco dopo.
«Dato che mi conosci allora è più semplice. Dobbiamo parlare di una questione seria» disse guardandomi nuovamente negli occhi.
«Non so a che cosa tu ti stia riferendo...» feci finta di nulla, per evitare di mostrare la mia parte debole e ferita, proprio da lui.

«Tu probabilmente non sai nulla di me, ma io so tanto, ed è successa una cosa che non posso trascurare» mi rispose a tono fermo e deciso.
«Fammi capire. T-tu, J-Jeon Jungkook, hai delle questioni da sistemare con il s-sottoscritto?» Chiesi allora con voce tremante.
Infondo, il mio passante si era improvvisamente presentato alla mia porta, dicendo che aveva bisogno di parlare con me.
Abbastanza assurdo no?

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