Vivere o morire

45 0 0
                                    


Mi ritrovo in un letto caldo. Penso sia già abbastanza. Non riesco a ritrovare il filo dei pensieri. Daniela mi osserva e dice poco. Lei è giovane, non vuole esprimersi.  Ho delle luci in testa. Sono le luci della macchina. Fissate nella memoria. Poi c'è poco alto. Sono stremato, disfatto. Mi piace il suo sguardo premuroso. Mi guarda Daniela. Mi ricordo poco di quello che è successo. Anzi non mi ricordo un cazzo, ho la spalla dolorante e non ho voglia nemmeno di parlare. Non credevo che mi sarei sentito così. Penso a Roberto, a come mi guardava, a quando mi hanno sparato. Penso a come avrà fatto Fabrizio, a portarmi fino qui. Che paura si sarà preso pure lui. Non credevo che mi avrebbero messo al tappeto. Ora sono stanco. Non pensavo che ci sarebbe stato questo. Cristo mio. Dove sono finiti i soldi. Dove sono io. Alzo un poco la testa, provo a guardarmi un poco in giro. Non ci capisco un cazzo. E' casa di Daniela. Ho un bicchiere di acqua sul comodino. La felicità viene e poi se ne va. Ho sete, non mi sento bene, ora ho una ragione giusta per lamentarmi, non posso fare a meno di pensare che potrei essere tranquillo a casa mia. Potrei dire che in fondo non va bene.

-  Daniela, vieni qui ti prego. Daniela ti prego. 

Lei arriva ha lo sguardo acceso e compassionevole, come se ci fosse qualcosa che è andato storto, ma non è andato storto niente. In fondo è andata così. Ma che ne so. Mi sono arreso a ciò che è successo. Come se poi non fosse successo. Lascio fluire il dolore. Oggi è lunedì. Credo sia lunedì. Poi dico doveva essere proprio così. Provo ad affacciarmi dalla finestra oltre la nube dei pensieri. Fuori vedo le macchine . Il traffico. Chi l'avrebbe detto. In fondo non ho fatto lo stronzo. Prendo il toradol. Ora sto meglio. Ce l'abbiamo messa tutta. Poi sono svenuto. Probabilmente sono svenuto. E ora mi ritrovo in questo letto caldo. Bene così. In fondo bene così. Poi questo appartamento lo conosco bene. Ma Daniela dove sta. Dove si è nascosta. Arriva poi. Gli immensi occhi azzurri dove scompaiono i pensieri. Tutta trafelata. Ha gli occhi gonfi. Non dice niente. Rimane silenziosa. Inerte. La cucina appare da un angolo della stanza. Qui c'ero venuto solo una volta. Conosco poco Daniela, ma mi va bene così. In fondo va bene anche così.

- Daniela, cosa è successo - le chiedo e non ho voce in corpo.

- Niente, il colpo non è riuscito, tu sei svenuto.  Il tabaccaio ti ha colpito di striscio. 

- Mi ricordo qualcosa.

- Roberto ti ha portato via di peso. Tutti soldi sono rimasti lì, in bella vista. E' arrivata la polizia e voi siete dovuti fuggire di corsa.  

Ho una tosse forte. Devo avere preso freddo. Niente soldi, il colpo è andato male. Ma non ci credo mai.  Qualcosa davvero non mi torna.

- Ti ha portato qui Roberto perché non sapeva dove portarti. Non sapeva davvero dove metterti. 

- Allora sono a posto.

- Devi riposare, Roberto verrà. Non ti preoccupare arriverà. 

Dio come sto male. Mi tengo per me i dubbi. Anche la disperazione impone dei doveri. Tengo per me i dubbi. Tengo per me le perplessità, l'imprevedibilità delle storie. Non credevo che sarebbe stato così, sento bruciare le ferite. Tirano troppo. Ora devo rimanere qui. Non posso fare altro. Il Toradol sta facendo effetto. Cosa devo fare adesso. Adesso non ho più niente davvero. Osservo il traffico intasato della sera.  Vede le auto muoversi in un lento declinare. Incredibile come ci sia 'sto casino. No adesso non so cosa fare. Mi gira la testa. Ora devo capire cosa è successo. Ho la testa annebbiata. Allora è vero. Non sono capace di fare un cazzo. In fondo va così a volte può andare bene a volte può andare male. A me non è andata particolarmente bene non c'è che dire. Che fregatura. 

In fondo non ci rimane altro. Siamo a un livello di devastazione. Penso che in fondo potremmo usare ciò che abbiamo per non soccombere. Cercare di fare altro. Intendo domani cercherò di mettere a posto le cose. Cercherò di fare davvero meglio. Continuo a tossire strano. Entra Roberto mi spiega che il colpo non è riuscito. Che poteva andare bene ma non è andata. Vivere così non è un obbligo. Una necessità, forse.

Mi dice che i soldi sono rimasti lì. Io sono caduto e lui ha dovuto trascinarmi via. Si  è messo paura e non ha saputo che cosa fare. Siamo dovuti scappare. Poi ha sentito le sirene della polizia. Qualcuno deve averla chiamata. Deve avere chiamato la polizia e possiamo diri fortunati se siamo ancora qui. Mi dice che siamo fortunati. Non so se dargli ragione. 

Osservo Daniela. Gli occhi bassi. Un sorriso triste. Una voglia come di dire. Mi ricordo una sera con lei. A casa mia. Mi ricordo di come la guardavo Possibile non me ne fossi ricordato prima?

Il FreddoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora