Prologo

3.1K 125 169
                                    

Quella mattina non avevo troppa voglia di andare a scuola. Era da un po' di giorni che prendevo sempre voti  bassi. Ce la stavo mettendo davvero tutta per andare bene, ma a quanto pareva non bastava mai. Ci misi un po' per decidermi ad alzarmi. Appoggiai i piedi sul pavimento gelido, il freddo mi fece venire i brividi, mi alzai e, di malavoglia, mi vestii.

In cucina, mia madre, era intenta a compilare i soliti documenti per il lavoro. Non mi salutò nemmeno, come tutte le mattine. La guardai per un po' mentre mangiavo un pezzo di torta, ma non penso si fosse accorta della mia presenza.
Ci provai io.
"buongiorno mamma."
"Oh, buongiorno. "
"come stai? "
"Thomas, per piacere, vedi che sto lavorando?" disse con tono calmo.
"Si, scusa."

Ormai ero abituato a questo suo atteggiamento. Fosse andata diversamente sarei rimasto sorpreso. Finii di mangiare e presi la sacca che avevo preparato il giorno prima. Aprii la porta e me la chiusi alle spalle. Non salutai. Non sarebbe servito a niente.

Solo mio padre mi regalava un po' di attenzioni, ma lui era via per la maggior parte del tempo. Tornava a casa solo il fine settimana. Rimaneva per un po' e poi, neanche il tempo di scambiarci due parole, doveva di nuovo tornare in ospedale per lavoro.
Quindi il mio tempo lo passavo chiuso in camera. Leggevo, usavo il computer e studiavo. Non avevo troppi amici con cui uscire. L'unica persona con cui parlavo spesso era la mia migliore amica: Teresa. Con lei non avevo alcun problema quindi, se dovevo uscire, uscivo con lei.

Guardai l'ora. Mancavano cinque minuti all'inizio della prima ora. Fortunatamente ero praticamente arrivato. Oltrepassai l'enorme cancello di ferro e entrai di corsa in aula dove la professoressa era appena entrata. Salutai e mi sedetti al solito posto, vicino alla finestra nell'ultima fila. A fianco a me, solitamente, si trovava Minho.

A quanto pareva quel giorno era malato. La campanella suonò e iniziammo la lezione di matematica che non seguii molto. Davanti a me, al contrario, Teresa ascoltava qualsiasi parola dicesse la professoressa e aveva sempre la mano alzata per porre domande riguardanti l'argomento.

Mi misi a guardare fuori dalla finestra. Era una giornata perfetta. Nessuna nuvola, il sole splendeva e i suoi raggi si posavano dritti sul mio banco. Peccato fossi rinchiuso la dentro. Ad un certo punto passò uno stormo di uccelli. Mi chiesi come dovesse essere volare.
"Thomas!"

A risvegliarmi dai miei pensieri fu la mia professoressa, aveva un espressione stupefatta in viso.

"è la terza volta che ti chiamo ragazzino. Vedi di prestare attenzione se non vuoi ritrovarti un altro bel due sul prossimo compito."

"Mi scusi." risposi, quasi spaventato.

Nel frattempo tutta la classe si era girata verso di me. Compresa Teresa che mi guardava in modo compassionevole. Abbassai lo sguardo sperando che anche gli altri facessero lo stesso e aspettai semplicemente che la tortura finisse.

Prima del suono dell'ultima campanella però, Teresa, si girò verso di me.

"Dopo ti devo parlare" disse sussurrando.

Feci un cenno con il capo per dirle che avevo capito.
Ecco, pensai. Sta per farmi la predica.

Passai gli ultimi minuti di lezione a pensare a cosa la ragazza dovesse dirmi e a giocherellare con la matita sul banco. Avevo un bisogno incondizionato di andare al bagno. Non appena udii il suono della campanella mi ci precipitai scontrandomi contro un numero indecifrabile di persone.

Quando tornai in classe trovai Minho seduto al suo posto. Feci per andargli in contro ma Teresa mi bloccò prima di fare un passo.

"Dov'eri?"

"In bagno?" le risposi con espressione interrogativa. Le volevo bene ma non era mia madre.

"Ti parlerò dopo la scuola. È importante"disse sorridendo.

Poi si avviò al suo banco giusto in tempo, prima che suonasse la campanella. Andai a sedermi e guardai Minho.

"Hey, dove sei stato tutta la mattina?"
"Scusa amico, ero con Brenda."

"Brenda?" sapevo che a Minho piacesse la ragazza ma non credevo fosse ricambiato.

"Si, non guardarmi così. E ora ascolta la lezione che questi non sono affari tuoi."

Era sempre così gentile.

Fu la mattinata più lunga della storia. Quando finalmente terminò mi fiondai fuori dall'aula. Teresa mi seguì e iniziò ad urlarmi di non correre. Fossimo stati più piccoli avrebbe iniziato a correre anche lei e mi avrebbe persino superato.

Quando oltrepassai il cancello, l'aria fresca inondò le mie narici. La ragazza mi raggiunse poco dopo. Non sapevo perché ma non riusciva a togliersi quel sorriso dalla faccia.

"ora mi spieghi perché sei tanto felice ?"

"Era esattamente quello di cui ti volevo parlare."

"Beh, spara."

"Non adesso. Te lo dico mentre camminiamo."

"Mi accompagni a casa?"

"In un certo senso."

"Cosa vuol dire in un cer..." mi interruppe prima che potessi finire la frase.

"Tutto a suo tempo Tom."

Iniziammo a camminare verso casa mia. Io ero particolarmente curioso ma Teresa non aveva ancora iniziato a parlare.

"Ora puoi dirmelo ?"
"E va bene."

Finalmente.

"allora... sai che l'altro giorno sono andata a quella festa?"annuii.
"bene, ci sono andata perché era da un po' di giorni che mi piaceva un ragazzo e sapevo che lo avrei trovato lì."

"Cosa?! E non me lo hai detto?"
"Aspetta Tom, c'è dell'altro."

"Aiuto" quando lo dissi mi tirò un pugno sulla spalla.

"Dicevo, è probabile che questo ragazzo..."
"Ma quanti anni ha?"
"Uffa! Vuoi farmi finire!?" disse guardandomi parecchio male.

"Ha un anno in più di noi. In ogni caso, ieri, ci siamo messi assieme."

"Sul serio?"

"Siii"

Rimasi per un po' a guardarla e alla fine ci credetti. Era davvero felice. Buon per lei. Le feci i complimenti e poi, a qualche metro di distanza da casa mia si fermò.

"Perché ti fermi ?"

"Perché vado da lui" disse raggiante.

"Abita qui?"

"Esattamente, quindi tu puoi andartene."
"Grazie, che grande amica."

"Non c'è di che." si allontanò.

Stava quasi per suonare il campanello ma la fermai.

"Mi dici almeno il nome?" urlai dall'altra parte della strada.
"Ci tieni così tanto?"
"Si, devo sapere con chi esci!"

"Newt, si chiama Newt!"

Suonò il campanello e io me ne andai salutandola.

🦋

Soulmate || NewtmasDove le storie prendono vita. Scoprilo ora