Chuck

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Chiusi la chiamata e vidi Newt, che mi guardava con fare interrogativo. Cosa avrei dovuto dirgli e come, per non mandarlo nel
panico?

Pensai a cosa avrebbe fatto mio padre in quella situazione, lui era il mio punto di riferimento per molte cose. Cercai di mantenere la calma.

"Dobbiamo andare a trovare Chuck" Aveva gli occhi spalancati

"Va tutto bene?"

"Tua madre non mi ha detto altro... sarà meglio andare."

"Lo penso anche io"

Il viaggio verso lospedale ci sembrò eterno. Durante il tragitto nessuno dei due parlò molto, nessuno sapeva cosa pensare o le cose giuste da dire. Fu difficile mantenere la calma per entrambi, non sapevamo cosa aspettarci, cosa stesse succedendo.

Quando arrivammo davanti alla camera di Chuck trovammo la porta spalancata.

Alcuni medici stavano discutendo proprio lì davanti. La madre di Newt si trovava nella stanza, accovacciata accanto al figlio. La sentimmo parlare a bassa voce anche se non compresi cosa stesse dicendo.

"Mamma!" Newt le andò incontro. "Cosa..."

Non terminò la frase e si sedette accanto a lei, guardando Chuck.

"Hei Chuck"

Il ragazzino non rispose. Non riuscivo a vederlo così mi avvicinai anche io. Era decisamente peggiorato dall'ultima volta che lo avevo visto. Il viso era pallido, quasi bianco, e i suoi occhi fermi, a fissare un punto impreciso sul soffitto. Gli avevano messo sulla bocca un nuovo tubo, questa volta più grande, per farlo respirare.

Quando mi avvicinai alla madre dei due ragazzi mi resi conto che stava piangendo. Teneva la mano di Chuck tra le sue.

Il ragazzino girò lentamente la testa verso Newt, senza dire una parola. Accennò un sorriso e una lacrima gli rigò il viso, costellato di lentiggini, arrivando fino al mento, dove si fermò.

"Va tutto bene Chuck, non ti preoccupare."

Senza riuscire a contenermi mi avvicinai a Chuck e gli presi la mano.

"Chuck, tu sei forte. Io ti ho promesso una famiglia, io ti ho promesso che avresti avuto ciò che meriti."

In fondo sapevamo tutti cosa stava per succedere, ma io, il mio cuore, il mio cervello, ogni singola parte di me, si rifiutava di credere che la vita di Chuck sarebbe terminata dopo così poco tempo. Era ingiusto, la vita con lui era stata ingiusta.

E io, che stavo così male vedendolo lì, non potevo immaginare come si sentisse la sua famiglia. La madre, e Newt, che fino a quel momento si era sentito responsabile del suo incidente. Tutto lo avrebbe perseguitato per anni se non per sempre. Chuck si girò verso di me e si sforzò per parlare.

"Io ho già la famiglia che desidero." Disse boccheggiando. "E sono contento che tu ne faccia parte."

Rimanemmo tutti assieme per un tempo che sembrò lunghissimo, dove il ragazzo ci guardò negli occhi, uno ad uno, con sguardo dolce, e infine, come niente fosse, in pochi secondi, i suoi occhi persero ogni traccia di luce.

Silenzio, silenzio interrotto da singhiozzi, fu quello che udii per delle ore e quei singhiozzi appartenevano anche a me.

Silenzio, silenzio interrotto da singhiozzi, fu quello che udii per delle ore e quei singhiozzi appartenevano anche a me

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Giorni tristi furono quelli che seguirono. Passarono i mesi e io e Newt continuammo ad avere la forza di aiutarci l'uno con l'altro. Finalmente questo aveva dimostrato che davvero niente sarebbe riuscito a separarci, ma non fu facile. Le prime settimane Newt non usciva di casa, io ero l'unico che riusciva ad andare a trovarlo. Feci tutto il possibile per aiutarlo in questa situazione orribile. Perché per quanto io adorassi Chuck, lui era il fratello di Newt e la sua morte aveva colpito lui più di tutti.

Fu difficile riuscire a riprendere le nostre vite come prima, ma con il passare del tempo, tutto migliorò. Lui iniziò a mettere piede fuori casa e pian piano tornò a lavorare.

Riuscire a non farlo licenziare dopo un mese e mezzo di assenza non fu facile per me e Minho, quindi dovetti offrirmi di lavorare anche io per quattro settimane senza paga. Accettai, per Newt avrei fatto anche di più.

Una persona che ci fu molto vicina in questa situazione fu Leo. Era venuto a sapere dell'accaduto e ogni volta che veniva al bar con Minho aiutava Newt a sentirsi meglio. Sinceramente non mi dava fastidio, sapevo che aveva bisogno di ridere e sapevo anche che noi due, dopo tutto quello che avevamo passato non saremmo mai riusciti rimpiazzarci. Io non avrei mai trovato uno come Newt. Era con lui che avevo vissuto momenti importanti, che avevo conosciuto persone meravigliose come Chuck. Non sarei mai riuscito ad immaginare la mia vita con nessun altro se non lui.

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Soulmate || NewtmasDove le storie prendono vita. Scoprilo ora