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«Sei così carino quando ti preoccupi per gente che non conosci - disse Paale, aggrappandosi ad un braccio di Ölle mentre stavano guardando la televisione - Sono geloso.»

Ölle alzò gli occhi al cielo, circondando il collo dell’amico con un suo braccio e stringendolo tanto da fargli mancare il fiato. Paale cercò di liberarsi e quando Ölle liberò la presa il castano scattò in piedi e tenne le mani in una posizione che doveva somigliare ad una mossa di kung fu. Otto non era in casa, tornato nel suo appartamento insieme a Xilo per festeggiare la riparazione delle tubature. Probabilmente già dal giorno seguente lo avrebbero avuto di nuovo intorno, anche se il moro aveva giurato che di quei due ne aveva avuto abbastanza per un mese senz’altro.

«Non mi preoccupo - disse Ölle cambiando canale e trovando una partita del Bayern in diretta - È che mi dispiace.»

«Ti dispiace non poter avere un rapporto completo - lo interruppe il castano - Altro che dispiacerti per non poterla aiutare.»

«Perché devi sempre andare a parlare di sesso?» soffiò l’altro affranto, allargando le braccia e poi lasciarsi cadere sul divano. Paale rise e gli rubò la bottiglia di Bacardi. L’avevano comprato per via dello sconto e perché la loro birra preferita era finita, ma Ölle quell’intruglio colorato non riusciva proprio a berlo.

«Elias, mio dolce pasticcino zuccherato - lo schernì ironicamente - Non devi nasconderti dietro l’aria da principe azzurro con me, ti ho visto nudo milioni di volte.»

«E questo cosa diavolo c’entra?»

«C’entra che conosco tutto di te - disse Paale serio, scatenando l’ilarità dell’amico - E non puoi nasconderti dietro qualche frase tipo “voglio aiutarla” perché il missionario in Terra Santa non è decisamente la tua strada!»

Ölle continuò a ridere, con l’alcol che gli scorreva nelle vene e la vista appannata dalle lacrime. «Quando la smetterai di pensare con il cazzo sarà sempre troppo tardi.»

Paale gli saltò addosso, sedendosi comodamente sullo stomaco dell’altro. «Dimmi com’è - gli ordinò scompigliandogli i capelli - Alta? Bassa? Tarchiata? Lo so che a te piacciono quelle con il culo un po' largo. Rossa? Bionda? Ha i capelli turchese? Fai attenzione con quelle che si tingono, spesso si rivelano essere lesbiche.»

Ölle cercò di spingerlo lontano per riprendere fiato, ma non aveva forza nelle braccia. «La verità è che tutte ti dicono di essere lesbiche, così le lasci in pace - lo corresse - Sei un repellente.»

Paale non parve offendersi di quelle parole. Si limitò a stendersi sopra l’amico con un gomito sulla sua spalla e fissò la televisione per qualche istante, contorcendo il viso in una smorfia di disgusto quando Lewandowski riuscì a superare i difensori del Bayern e lanciare la palla tra le gambe di Manuel Neuer, facendola finire in rete. Paale non seguiva il calcio, lo sport in generale lo disgustava, ma dalle imprecazioni dell’amico rivolte al giocatore del Bayern aveva capito che non doveva essere stata una bell’azione. «Potresti farmela conoscere, questa contessa - continuò non appena il gioco ricominciò - Metti caso che fra voi due non funzioni e lei s’innamori di me, io sarei sistemato finanziariamente per il resto della vita. Non vorresti vedere il tuo migliore amico felice?»

«Sorvolando sul fatto che io e Noa non abbiamo una relazione…»

«Ho capito, Elias - lo bloccò Paale tappandogli fisicamente la bocca - Ci hai già scopato, lo fa di merda e non sai come scollartela. Lo so, non è facile convivere con quel tuo faccino d’angelo. Attiri le donne sbagliate. Datti al porno, magari cambiano opinione su di te.»

Con una spinta forte ed inaspettata da parte di Ölle, Paale rovinò a terra, la faccia contro il tappeto impolverato sotto il divano. «Okay - borbottò - Non ti aspettare altri consigli da parte mia.»

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